L’opera che ha influenzato per secoli il teatro europeo, lasciando tracce evidenti in Shakespeare e in Racine, e che grandi registi contemporanei (da Artaud a Peter Brook a Ronconi) hanno messo in scena, si offre ai lettori in un prezioso manoscritto trecentesco miniato dal “maestro del Seneca dei Girolamini”, tra i più rappresentativi e abili miniatori dell’età angioina.
Il manoscritto è tra i più preziosi volumi contenuti nella splendida Biblioteca Oratoriana dei Girolamini, la più antica biblioteca napoletana (1586), allocata nello strepitoso complesso monumentale che i padri filippini fecero edificare a Napoli.
UN ECCEZIONALE IMPATTO VISIVO
Sfogliando le pagine del manoscritto, osservando le miniature tabellari disposte lungo i margini, il lettore resta abbagliato dalla luminosità dell’oro, catturato dal fascino dei fondali azzurri, e incantato dalla ricercatezza degli ornamenti e dei fregi.
Un eccezionale impatto visivo ed emotivo suscitano nel lettore alcuni miti che Seneca ricorda nelle sue tragedie e che il miniatore raffigura accuratamente, come la discesa di Ercole nell’Ade e la cattura di Cerbero, o come la struggente storia di Orfeo ed Euridice.