À rebours

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À rebours Romanzo (1884) dello scrittore francese, di origine olandese J.-K. Huysmans (1848-1907). La figura del protagonista, Jean des Esseintes, può essere considerata quella dell'esteta per antonomasia.

Approfondimento di Mario Praz, da Decadentismo (Enciclopedia del Novecento)

§ À rebours è il libro cardinale del decadentismo, nel quale tutta la fenomenologia di codesto stato d'animo è illustrata fin nei minimi particolari in un personaggio esemplare, Des Esseintes. ‟Tutti i romanzi che ho scritto dopo - osservava l'autore - son contenuti in germe in questo libro". E non solo i suoi romanzi, ma tutte le prose decadenti, da J. Lorrain a Remy de Gourmont al Wilde al D'Annunzio, son potenzialmente contenute in À rebours, il cui protagonista, del resto, è un lontano discendente del melanconico Usher del Poe, come dal Poe della Philosophy of furniture deriva la descrizione dell'ambiente. Entusiasmo pei fiori mostruosi e le piante tropicali, per le forme convulse, insomma per la bellezza medusea, offuscata dalla morte o dalla melanconia, nelle sue espressioni più paradossali, tutto questo l'Huysmans rende con la minuzia d'un pittore olandese di nature morte, ma non scopre per primo: il merito della scoperta - se merito vuol chiamarsi - spetta al Baudelaire e al Flaubert. Lo stesso dicasi circa l'entusiasmo per la bassa latinità, e in genere circa l'attrazione per le cose corrotte e impure, negli uomini, nelle opere, nelle cose.

Anche Zola aveva detto (Mes haines, p. 66) fin dal 1866: ‟Mon goût, si l'on veut, est dépravé. J'aime les ragoûts littéraires fortement épicés, les oeuvres de décadence où une sorte de sensibilité maladive remplace la santé plantureuse des époques classiques". All'Huysmans piace la lingua latina della decadenza per il suo gusto deliquescente, gli piacciono i paesaggi gualciti da qualche brutale violenza: la banlieue che pare che ‟relève toujours d'un mal épuisant qui la mine, et que son côté populaire s'atténue et s'effile dans une attitude alanguie, dans une mine dolente" (Pages retrouvées, p. 182). Le pagine più notevoli che l'Huysmans abbia scritto a questo proposito si trovano nel saggio su La Bièvre (1898), dove nella contaminazione del fiumicello inquinato dall'industria l'autore vede la tortura della ninfa, e descrive con compiacimento sadico la sua agonia. Ma l'onore d'aver scoperto quest'angolo faisandé spetta a Edmond e Jules de Goncourt. In Manette Salomon (1867) il pittore Crescent s'ispira al ‟rachitisme mélancolique de ces prés rapés et jaunis par place". In Là-bas (1891) l'Huysmans esplora le province più tenebrose e remote del satanismo e del sadismo (‟les là-bas, si loin dans les vieux âges!"), la vita del Des Esseintes medievale, il mostro Gilles de Rais, e le messe nere moderne che rinnovano i fasti del sabba.

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