Abbagliare

Enciclopedia Dantesca (1970)

abbagliare


Nel senso di " abbacinare ", " offuscare lo sguardo per soverchia luce " (cfr. frate Ubertino In gran parole 33), in If XXIII 64 Di fuor dorate son [le cappe degli ipocriti], sì ch'egli abbaglia; Pg XV 28 Non ti maravigliar s'ancor t'abbaglia / la famiglia del cielo, gli angeli. Nel caso di Pd XXV 122 Perché t'abbagli / per veder cosa che qui non ha loco?, il verbo ha probabilmente valore intransitivo pronominale, ma non è da escludere che esso sia usato in costruzione riflessiva, come suggerisce il Tommaseo: " Par dica: ‛ Vuoi abbagliare te stesso ' ".

Figuratamente, col significato di " confondere la mente ", " vincere la capacità intellettiva ", in Pg XXXIII 75 sì che t'abbaglia il lume del mio detto (la luce, cioè la verità, delle mie parole); e in Cv III XV 6 Dov'è da sapere che in alcuno modo queste cose nostro intelletto abbagliano.

E usato intransitivamente in Fiore CIII 8 con questi due argomenti il mondo abbaglia, " resta ingannato, illuso ".