ABŪ ISḤĀQ ash-SHĪRĀZĪ, Ibrāhīm ibn ‛Alī ibn Yūsuf al-Fīrūzābādī

Enciclopedia Italiana (1929)

ABŪ ISḤĀQ ash-SHĪRĀZĪ, Ibrāhīm ibn ‛Alī ibn Yūsuf al-Fīrūzābādī

Carlo Alfonso Nallino

Uno dei principali giuristi musulmani della scuola shāfi‛ita. Nacque nella Fīrūzābād della Persia meridionale (presso Shīrāz) nel 393 dell'ègira (1003 d. C.), ma per approfondirsi nella teologia e nel diritto si recò prima ad al-Baṣrah (Bassorah) e poi a Baghdād, ove si stabilì definitivamente e dove cominciò a tenere lezioni pubbliche nel 430 èg. (1038-1039 d. C.). Acquistò subito fama straordinaria per la sua dottrina e per la sua vita pia e virtuosa, sicché da tutti i paesi musulmani accorrevano a lui studenti e persone desiderose di ottenere responsi su questioni teoriche di diritto. Come quasi tutti gli shāfi‛iti, in teologia si atteneva al sistema di al-Ash‛arī (v.), ch'egli ebbe occasione di difendere anche materialmente con la sua autorità contro i sanguinosi attacchi degli ḥanbaliti. Quando il famoso wazīr o primo ministro Niẓām al-Mulk (v.) fondò la prima e celebre mádrasah (scuola superiore di scienze religiose con collegio), dal suo nome detta an-Niẓāmiyyah, nel penultimo mese del 459 èg. (ottobre 1066), volle che Abū Isḥāq ne fosse l'inauguratore; e questi v'insegnò fino alla morte, avvenuta a Baghdād nel 476 èg. (5 novembre 1083). La massima parte dei suoi libri sono di diritto shāfi‛ita; fra essi meritano particolare menzione: 1° Kitāb at-Tanbīh (Il libro dell'avvertimento), compendio di diritto, stringatissimo e alquanto oscuro; pieno di accenni alle discrepanze d'opinione fra giuristi shāfi‛iti sulle singole questioni, e destinato ad essere appreso a memoria dagli studenti prima di passare ai trattati grandi e ai commentari; tradotto dapprima in olandese, di su manoscritti, da S. Keijzer (Handboek voor het Mohammedaansche regt, 's Gravenhage 1853), fu poi pubblicato in arabo a Leida, nel 1879, da A. W. T. Juynboll, e ristampato al Cairo con glosse filologiche nel 1329 èg. (1911 d. C.); il capitolo sul giudice e sui giudizî fu tradotto in latino da Bruno Ducati (De islamico iudiciario iure, in Il diritto ecclesiastico, XXXVIII (1927), nn. 7-8 e 9-10; e il capitolo sulla compra vendita ed altri negozî obbligatorî fu tradotto in tedesco da R. Grasshoff (diss. Gottinga 1895); 20 Kitāb al-muhadhdhab fī 'l-madhhab (Libro di ciò che è [ritenuto] il [più] corretto nella scuola [shāfi‛ita]); di mole almeno dieci volte maggiore del precedente, e a questo posteriore di data, esso espone la materia in modo più chiaro, omette per lo più le opinioni non prevalse nella scuola e invece indica spesso i fondamenti dottrinali delle singole norme. Fu pubblicato al Cairo nel 1333 èg (1915), in 2 voll.; dal 1925 è in corso di stampa il grande commento di an-Nawawī e del suo continuatore, che occuperà 15 volumi.

TAG

Niẓām al-mulk

Ḥanbaliti

Musulmani

Mádrasah

Teologia