Acidità gastrica

Universo del Corpo (1999)

Acidità gastrica

Giancarlo Urbinati

L'ambiente gastrico è un ambiente eminentemente acido, sia in condizioni di digiuno sia, ancor più, dopo stimolo adeguato. Tale acidità è di grande importanza per lo svolgimento del processo digestivo a livello dello stomaco (v. digestione), in quanto l'attivazione dei pepsinogeni a pepsina (enzima proteolitico appartenente al gruppo delle endopeptidasi), avviene a un pH compreso tra 1,6 e 3,6; l'acidità gastrica, inoltre, ha la funzione di inattivare i microrganismi introdotti con gli alimenti e le bevande e, infine, sembra favorire l'assorbimento intestinale del ferro e, forse, anche del calcio. La secrezione acida basale, o BAO (Basal acid output), cioè quella che si ha in assenza di qualsiasi stimolazione, compresa quella fisiologica rappresentata dal pasto, è più elevata nell'uomo che nella donna, varia da un individuo all'altro, è influenzata dallo stato emotivo, e segue comunque un ritmo circadiano (con minimo tra le ore 2 e le ore 11, e massimo tra le ore 14 e le ore 2). La massima capacità secretoria può essere espressa come secrezione massima, o MAO (Maximal acid output), e come secrezione di picco, o PAO (Peak acid output), che vengono valutate per mezzo dei test di stimolazione, con misura del contenuto aspirato mediante sondino nasogastrico o titolazione diretta in vivo.

Nel processo di secrezione gastrica si riconoscono tre fasi: cefalica, gastrica e intestinale. La fase cefalica inizia per uno stimolo psichico centrale, costituito dalla vista, dall'odore, e finanche dal pensiero di un cibo appetitoso, ed è accentuata poi dal sapore dell'alimento ingerito; questa stimolazione nervosa è mediata dal vago, e sono noti centri corticali, limbici, ipotalamici e spinali in grado di stimolarla o inibirla. In essa intervengono però verosimilmente anche mediazioni ormonali (gastrina); l'acetilcolina agisce infatti sia sulle cellule oxintiche sia sulle cellule G delle ghiandole antropiloriche, e l'effetto combinato del neurotrasmettitore e dell'ormone è il potenziamento della capacità secretoria inducibile con uno soltanto di questi due fattori. La fase gastrica inizia con l'ingresso del cibo nello stomaco e dura in genere 3-4 ore. Il massimo contributo alla secrezione è fornito dalla liberazione di gastrina, a sua volta provocata da stimoli diversi di natura chimica (quali l'alcol e alcuni prodotti dell'idrolisi parziale delle proteine), meccanica (distensione delle pareti dello stomaco) e nervosa (riflessi vago-vagali). Nella fase intestinale, infine, intervengono numerosi enterormoni, la cui azione stimolante si esercita soprattutto nel periodo postprandiale, per attenuarsi poi, senza peraltro cessare completamente, nell'intervallo tra i pasti.

La secrezione di acido cloridrico è operata fondamentalmente dalle cellule parietali, od oxintiche, delle ghiandole del fondo e del corpo dello stomaco; quella di pepsinogeni (di entrambi i gruppi, I e II, in cui sono divise le varie frazioni ottenibili mediante gel-elettroforesi) è di precipua pertinenza delle cellule principali, o zimogene, delle stesse ghiandole e, accessoriamente, anche delle ghiandole situate subito al di sotto della giunzione esofagogastrica (soltanto per quelli appartenenti al II gruppo); la secrezione di muco è invece il risultato dell'attività delle cellule mucipare presenti nelle ghiandole cardiali, nel collo delle ghiandole del fondo e del corpo e nelle ghiandole delle regioni antrale e pilorica; in quest'ultima sede si trovano anche cellule endocrine, o cellule G, che secernono gastrina. Altri prodotti di secrezione dello stomaco sono il fattore intrinseco (cellule oxintiche), la serotonina (cellule enterocromaffini), l'istamina (cellule enterocromaffini e mastociti), e numerosi enterormoni, quali la somatostatina (cellule D), l'enteroglucagone (cellule A), il GRP (Gastrin-related peptide, analogo della bombesina di alcuni mammiferi), dei quali, peraltro, molti agiscono con meccanismo paracrino più che endocrino. Complessivamente, il corpo e il fondo posseggono circa il 75% dell'intero patrimonio ghiandolare dello stomaco, il restante 25% essendo distribuito per la massima parte (oltre il 20%) nella regione antropilorica e solo in misura marginale (meno del 5%) in quella cardiale. Dal punto di vista morfologico, le cellule oxintiche, molto meno numerose di quelle principali, hanno struttura alveolare, per la presenza di un ricco corredo di mitocondri, e contengono una serie di canalicoli secretori intracellulari (in genere cinque) che avvolgono a canestro il nucleo, si anastomizzano tra loro e confluiscono in una bocca comune che si apre nel lume ghiandolare. La membrana mostra due versanti, apicale e laterobasale, a livello dei quali hanno luogo eventi diversi che contrassegnano le diverse fasi della secrezione.

Va ricordato che la secrezione di ioni H+ avviene contro un gradiente di concentrazione (superiore a 1:2.000.000) e richiede pertanto energia; poiché la membrana apicale della cellula oxintica (come pure delle altre cellule dello stomaco) è impermeabile a tali ioni, non si può avere retrodiffusione nei tessuti dell'acido, che rimane pertanto nel lume gastrico. Oltre a essere stimolata da un gran numero di condizioni, la secrezione acida dello stomaco può essere inibita da numerosi fattori: dalla secrezione acida stessa, per un meccanismo di feedback negativo, da certe prostaglandine (in particolare dalla PGE₂), da vari peptidi endogeni, come il glucagone, il GIP o Gastric inhibitory polypeptide, la neurotensina, il CGRP o Calcitonin gene-related peptide, il CRF o Corticotropin-related factor, il TRH o Thyrotropin-releasing hormone, il peptide YY, ma soprattutto la secretina e la somatostatina, della cui azione in tal senso esistono evidenze certe anche nell'uomo. Poiché tanto la normocloridria che l'ipercloridria e la ipocloridria sono la risultante di tutte queste diverse influenze, gli interventi terapeutici che si attuano nelle varie situazioni patologiche dovute o associate a eccesso o deficit di acidità mirano a deprimere o esaltare uno o più tra i vari fattori stimolanti o inibenti. Per quanto riguarda le possibilità di correzione farmacologica dell'acidità gastrica in eccesso, queste sono oggi assai numerose ed efficaci, dopo l'introduzione in terapia, accanto agli antiacidi, degli antisecretagoghi (inibitori dei recettori muscarinici M₁: pirenzepina; inibitori dei recettori H₂ dell'istamina: cimetidina, ranitidina, famotidina, roxitidina, nizatidina, niperotidina; inibitori della pompa protonica: omeprazolo, lansoprazolo, pentaprazolo), i quali hanno radicalmente modificato il trattamento e la prognosi della malattia peptica.

Bibliografia

M. Goldschmiedt, M. Feldman, Gastric secretion in health and disease, in Gastrointestinal disease. Pathophysiology, diagnosis, management, ed. M.H. Sleisenger, J.S. Fordtran, Philadelphia, W.B. Saunders Company, 19935, 1° vol., pp. 1035-42.

Physiology of the gastrointestinal tract, ed. L.R. Johnson, New York, Raven Press, 1981.

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Acido cloridrico