ACROAMATICO

Enciclopedia Italiana (1929)

ACROAMATICO (dal gr. ἀκροάομαι "ascolto")


Termine che, nella classificazione delle opere aristoteliche, serviva per distinguere gli scritti che si rivolgevano a una cerchia ristretta di iniziati ai problemi scientifici, dagli scritti dedicati a un più largo pubblico, i quali venivano invece detti "essoterici". Distinzione che coincideva poi, nell'organizzazione dell'insegnamento, con quella delle ore mattutine, dedicate alle discussioni private di fisica e di dialettica, dalle ore pomeridiane, in cui avevano luogo esposizioni pubbliche di retorica e di politica. Così, almeno, secondo le notizie di Aulo Gello (Noctes Atticae, XX, 5): giacché i passi dei varî autori antichi che informano sull'argomento (Cicerone, Strabone, Plutarco, Galeno, Ammonio, Simplicio, ecc.), anche in rapporto col problema della distinzione delle singole opere aristoteliche in acroamatiche ed essoteriche, sono stati in vario modo proposti e discussi dai critici moderni.

Bibl.: F. Ravaisson, Aristotile, tr. it., Firenze 1922, pp. 1-29; E. Zeller, Die Philosophie der Griechen, 4ª ed., II, ii, Lipsia 1921, pp. 109-138; O. Hamelin, Le système d'Aristote, Parigi 1920, pp. 50-59.

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