ADALPRETO di Ravenstein

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

ADALPRETO di Ravenstein

Adolfo Cetto

Consanguineo e vicedomino del vescovo di Trento Federico Vanga (1207-18), fu eletto a succedergli nel 1219 come vescovo di Trento e confermato nel 1220 dall'imperatore Federico II, che in quell'anno accompagnò col suo seguito a Roma.

Fra gli atti di giurisdizione da lui esercitati, è notevole l'investitura fatta ai figli di un Bonvicino da Riva di una torre al Ponale, costruita contro il divieto del vescovo Vanga e perciò destinata alla demolizione. I figli di Bonvicino la salvarono rassegnando ogni diritto su di essa nelle mani del vescovo, che poi la concedette loro in feudo.

Nel 1221 ospitò il beato Cesario ed altri frati minori mandati da s. Francesco in Germania, trattenendone quattro in città per la predicazione al popolo e al clero. Nel 1222 visitò Egna, distrutta nella parte bassa da un'inondazione dell'Adige, e ai singoli abitanti danneggiati diede in locazione perpetua, "ad consuetudinem domorum mercatus Tridenti" (cioè con esenzione dal dazio sulle persone e sulle merci), il terreno necessario per la ricostruzione del borgo. Del medesimo anno sono una investitura di una casa e di certi poderi all'ospizio di S. Maria di Ambiezzo e di Campiglio, fondato da poco da un certo Raimondo, e la descrizione dei beni della città di Trento da lui ordinata.

Bibl.: B. Bonelli, Monumenta Ecclesiae Tridentinae, Tridenti 1765, pp. 53-56; R. Kink, Codex Wangianus, Wien 1852, nn. 142-150; B. Bonelli, Notizie istorico-critiche della Chiesa di Trento, II, Trento 1761, pp. 114-121; F. F. Alberti, Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540, Trento 1860, pp. 83-91; P. B. Gams, Series episcoporum, Ratisbonae 1873, p. 317; C. Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasterii 1913, p. 497; G. Gerola, Per la cronologia dei vescovi di Trento da Udalrico II ad Egnone, in Studi storici in memoria di G. Monticolo, Padova 1922, p. 325; F. Cusin, I primi due secoli del principato ecclesiastico di Trento, Urbino 1938, pp. 197-198 (dove è chiamato Alberto).

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