ADAMINI

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

ADAMINI

Stefan Kozakiewicz

Famiglia di architetti ticinesi, attivi specialmente in Russia alla fine del sec. XVIII e nella prima metà del XIX, originaria di Bigogno (comune di Agra), presso Lugano. Capostipite ne fu Leone, nato nel 1727 e morto in Russia. Alla seconda generazione appartengono i suoi figli, Tommaso (1764-1828), operoso a Pietroburgo già nel 1796, autore tra l'altro della chiesa di Lipeck, ed Agostino (n. 1752); alla terza, i figli di Tommaso, Leone (1789-1854) e Domenico (1792-1860), e il figlio di Agostino, Antonio (1792-1846); alla quarta, i figli di Leone, Tommaso (1823-1850) e Leone, della cui attività in Russia non si sa nulla di preciso e che è stato confuso con Tommaso di Leone. Degli altri A., che continuarono nel sec. XIX le tradizioni familiari, sono da ricordare i figli di Domenico: Bernardo (Bigogno 1834-1900), ingegnere idraulico e ferroviario; Clemente (1832-1907); Tommaso (1829-1887); Emilio (1854-1914), anch'essi specializzati nella costruzione di ferrovie. Alla stessa famiglia appartenne pure l'architetto Giuseppe Antonio (morto nel 1756), che fu dapprima in Portogallo, poi forse nel Bengala.

Tutti gli A. operanti in Russia di cui si hanno notizie più precise risiedettero a Pietroburgo, dove svolsero un'attività principalmente di ingegneri-costruttori, sotto la direzione dei più illustri architetti del neoclassicismo russo, da C. Rossi ad A.-R. de Montferrand.

Leone (Lev Fomič) nacque a Bigogno il 18 sett. 1789. Recatosi in Russia con il cugino Antonio, nel 1816 era addetto ai lavori architettonici per la Manifattura imperiale Alessandro. Più tardi partecipò ai lavori condotti sotto la direzione di C. Rossi a Pavlovsk presso Pietroburgo (dal 1817); nel 1828 (non nel 1824), per interessamento di C. Rossi, fu nominato "maestro di costruzioni in pietra" presso il Gabinetto dell'imperatore; fece parte delle commissioni per la costruzione (dal 1828) e quindi (dal 1835) per la decorazione del teatro Alessandro, come pure (dal 1830) per la casa e per il ponte Černyšev. Lavorò anche nella commissione per la ricostruzione (1838-40) del Palazzo d'inverno dopo l'incendio del 1837 e per la costruzione del palazzo della granduchessa Maria Nikolaevna (1839-45). Partecipò ai lavori per la costruzione della cattedrale di S. Isacco (dal 1844), per la ricostruzione del Palazzo di marmo (1844-50), per la costruzione dell'ospedale in memoria della granduchessa Alessandra Nikolaevna (1845-48) e per la casa del Capitolo degli Ordini (1847-50).

Morì a Pietroburgo il 9 sett. 1854.

Antonio (Anton Avgustinovič o Ust´janovič) nacque a Bigogno il 25 febbr. 1792. Dopo i primi studi a Lugano, nel 1818, insieme con il cugino Domenico, era a Pietroburgo "aiuto del maestro di costruzioni in pietra" presso il Gabinetto dell'imperatore; fu quindi promosso maestro. Nel 1825 era comandato presso l'architetto Dildin e per interessamento dell'architetto A.-R. de Montferrand fu assegnato alla costruzione della cattedrale di S. Isacco. Nel 1826 ebbe la nomina ad "architetto giovane". Sotto Montferrand prese parte alla costruzione della Colonna di Alessandro (1830-34); per questo lavoro e per il modello della colonna in legno per l'imperatore d'Austria fu premiato dallo zar. Nel 1836 era nominato architetto nell'Ufficio dell'Intendenza di corte e sopraintendeva ad alcuni edifici di Pietroburgo (fra cui il Palazzo di Tauride). Con il cugino Leone ed altri fece parte (dal 1838) della commissione per la ricostruzione del Palazzo d'inverno dopo l'incendio del 1837. Eseguì un monumento commemorativo in bronzo, di schietto stile neoclassico, per il campo di battaglia di Borodino (inaugurato il 26 ag. 1837).

Morì il 15 giugno 1846 a Pietroburgo. Il Brun ammette un suo soggiorno in India, a Calcutta, Madras e nel Bengala, mentre il Thieme-Becker crede di poterlo attribuire a Domenico. Un ritratto di Antonio figurò in un grande quadro di G. G. Černecov esposto nel 1836 all'Accademia di Belle Arti di Pietroburgo, rappresentante La Rivista e Messa sul Campo di Marte in occasione della fine delle operazioni belliche in Polonia nel 1831.

Domenico (Dementij Fomič), nacque a Bigogno nel 1792. Nel 1818, insieme col cugino Antonio, era a Pietroburgo "aiuto del maestro di costruzioni in pietra" presso il Gabinetto dell'imperatore. Alle dipendenze dell'architetto C. Rossi partecipò alla costruzione del Palazzo Michele (dal 1819) e del Palazzo Elagin (dal 1823), in qualità di "maestro di costruzioni in pietra". Fu membro della commissione per la costruzione della cattedrale di S. Isacco. Nel 1827 andò in pensione. È autore del Palazzo Ofrosimov, poi Gonkovič, all'angolo del Campo di Marte. (1823, documentato da un disegno conservato a Bigogno; ricostruito nel 1948-50 come casa di abitazione). Sembra che abbia progettato (disegni a Bigogno) la chiesa cattolica a Carskoe Selo (ora Puškin), costruita nel 1825-26 col concorso del fratello Leone. II suo soggiorno in India (Thieme-Becker) non è documentato.

Mori nel 1860 a Bigogno.

Nell'archivio familiare A. di Bigogno si conservano numerosi suoi disegni, spesso con scritte autografe: tra l'altro, una serie di progetti da lui presentati al concorso per la ricostruzione della cattedrale di S. Isacco (non eseguiti) e per la chiesa luterana dei SS. Pietro e Paolo; progetti di cimiteri, di cappelle sepolcrali, di una villa (Belosel'skij Samojlov) con chiosco cinese e di un chiosco pseudogotico.

Bibl.: N. P. Sobko, Slovar' russkich chudožnikov, I, Pietroburgo 1893, pp. 39-45 (con elenco delle fonti d'archivio e bibliografia russa); G. Merzario, I maestri comacini, II, Milano 1893, pp. 576, 584-585; A. Benois, Razsadnik iskusstva in Starye Gody, 1909, pp. 175-202, trad. dal russo da A. B(enois) e L. Simona: Lugano e dintorni, un semenzaio di artisti, gli artisti ticinesi in Russia, Gentilino 1913; Z. Batowski, Architekt Rastrelli o swych pracach, in Dawna Sztuka, II (1939) fascicolo a parte, p. 17; L'opera del genio italiano all'estero: E. Lo Gatto, Gli artisti italiani in Russia, I, Roma 1934, pp. 159-160, 189; III, ibid. 1943, pp. 124-127, 172, 177-179; Architektura Leningrada, Leningrad-Moskva 1953, p. 262; G. K. Nagler, Künstlerlexikon, I, p. 20; J. Meyer, Allgem. Künstler-Lexikon, I, p. 76;C. Brun, Schweizerisches Künstler-Lexikon, I, p. 8; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, pp. 70-71; M. Guidi, Diz. degli artisti ticinesi, pp. 10, 11, 12. Altre notizie sono state gentilmente fornite dall'architetto Tommaso Adamini, di Agra, erede dell'archivio di famiglia.

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