Adenovirus

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

adenovirus

Ester De Stefano

Gruppo di virus aventi in comune la forma, la grandezza e un antigene solubile fissante il complemento: il nome deriva dal loro casuale isolamento (1953) effettuato durante un tentativo di coltivare in vitro tessuti provenienti da tonsille e vegetazioni adenoidi. Successivamente sono stati isolati più di 70 tipi sierologici differenti di adenovirus, di cui 31 di origine umana. Mediante speciali tecniche di colorazione negativa, si è visto al microscopio elettronico che ciascuna particella virale è costituita da un aggregato regolare di 252 subunità proteiche (dette capsomeri), disposte intorno a un nucleo centrale di acido desossiribonucleico. Gli adenovirus sono divisi in quattro generi: Atadenovirus, Aviadenovirus, Mastadenovirus e Siadenovirus. Nell’uomo provocano alcune affezioni di natura benigna (adenovirosi). Sono virus resistenti ad agenti fisici e chimici e a condizioni estreme di pH, riuscendo perciò a sopravvivere per lunghi periodi al di fuori del loro ospite. Frequentemente gli adenovirus persistono nell’ospite per molto tempo, replicandosi a bassi livelli nei tessuti tonsillari, nelle adenoidi e nell’intestino. Gli adenovirus sono inoltre noti per il loro potere di trasformare le cellule ospiti, potere che ha conferito loro il nome di virus oncogeni a DNA. Quest’attività trasformante si esplica mediante la produzione di E1A, oncoproteina che interagisce con Ran, piccola proteina nucleare normalmente coinvolta nel controllo dell’apparato mitotico. A causa della facilità con la quale il genoma dell’adenovirus può essere manipolato, questi virus sono utilizzati come vettori difettivi per il trasporto e l’espressione di geni estranei a scopo terapeutico.

Terapia genica

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