ADESIVO

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

ADESIVO (dal lat. ad-haereo "aderisco"; fr. adhésif o substance adhésive, sp. adhesivo, ted. Klebstoff, ingl. adhesive)

Franco ROSSI

Gli sviluppi delle costruzioni aeronautiche e dei materiali in esse impiegati hanno fatto progredire notevolmente l'industria degli adesivi, dei quali venne studiato su basi scientifiche il meccanismo d'azione. Nella ricerca di nuovi adesivi, in particolare per l'industria dei compensati e delle costruzioni in legno, si tennero presenti soprattutto questi fattori: 1. dare ai giunti grande resistenza al taglio ed alla torsione ed un grado massimo di flessibilità; 2. curare che gli adesivi siano di facile applicazione; 3. che gli adesivi non subiscano alterazioni da parte degli agenti atmosferici, sia durante l'uso sia dopo, e si possano conservare a lungo prima dell'uso; 4. che i giunti resistano a condizioni atmosferiche estreme per un periodo di tempo illimitato.

Adesivi urea-formaldeide. - Furono questi i primi tipi di adesivi preparati da materie plastiche ed entrati nell'uso con un certo successo. In Inghilterra venne fabbricato nel 1937 un adesivo di questo tipo, sotto il nome di Aerolite, al quale corrisponde in Germania il Kaurit. La preparazione consiste nel riscaldare urea e formaldeide in condizioni di temperatura e di pressione rigidamente controllate, fino ad ottenere un prodotto di condensazione (dimetilol-urea) che si polimerizza, convertendosi in un liquido sciropposo conservabile per oltre tre mesi se mantenuto al riparo dall'aria ed in ambiente freddo. Questo adesivo si applica a caldo, ma è meglio favorire l'adesione usando un acido o un composto che libera un acido (catalizzatore).

L'uso di questi adesivi ha dato luogo ad inconvenienti (rotture dei giunti), dovuti alla diversa contrazione del legno e della colla in seguito ad umidità che passa dalla colla al legno. Si ovvia a ciò incorporando al liquido sciropposo un riempitivo o una carica, costituiti di farina, amido, ecc. oppure usando, in luogo dei catalizzatori, delle sostanze volatili, oppure anche incorporando la carica nel catalizzatore, usato allo stato di polvere. Le resine urea-formaldeide così trattate hanno dato buona prova, tranne che nei climi tropicali, dove si hanno grandi sbalzi di temperatura e di umidità.

Adesivi fenolo-formaldeide. - All'urea si è cercato di sostituire il fenolo o suoi omologhi superiori, ottenendo resine che si applicano a caldo, sotto pressione, senza necessità di sostanze indurenti.

Le resine di questo tipo si sono dimostrate ottime per la fabbricazione di compensati di qualità elevata. Le resine di formaldeide con bi- e tri-idrossibenzeni e loro derivati (ad es., resine formaldeide-resorcina) danno adesivi che si possono applicare a freddo.

Adesivi melamina-formaldeide. - Si usano in modo simile alle resine urea-formaldeide, delle quali hanno le stesse applicazioni. Col nome di Pressal si produce in Germania un adesivo melamina-formaldeide, diluito con amido di patata idrolizzato in modo speciale.

Adesivi vinilici. - I polimeri dell'alcool polivinilico si possono disperdere in acqua e vengono usati sia da soli, sia associati ad amido, caseina, gomma o ad altri composti vinilici. Addizionandoli con metalli pesanti, si rendono resistenti all'acqua. Lo stesso risultato, ancor più netto, si ottiene mescolandoli a resina urea-formaldeide. Gli adesivi di quest'ultimo tipo vennero impiegati con successo per laminati di pannelli di fibra. Resistono all'azione degli olî minerali e dei solventi organici.

L'acetato di polivinile è il costituente di resine che si trovano in commercio in polvere, oppure sciolte in solventi organici od emulsionate. Hanno una discreta resistenza all'acqua. Il loro uso comprende l'industria delle calzature, della carta, dei laminati, ecc. Si usano anche associate ad alcool polivinilico.

Per i laminati di vetro si adopera il polivinil-butirrale, mentre per superfici plastiche e per unire gomme si fa uso di polimeri a base di cloruro di vinilidene o di cloruro di vinile.

Resine acriliche e metacriliche. - Vennero applicate nell'incollatura della gomma, della carta, di laminati varî, e sono apprezzate per la loro elasticità.

Adesivi per metalli. - Uno dei risultati più notevoli dell'industria degli adesivi durante la seconda Guerra mondiale è dato dagli adesivi per unire metallo a metallo, o metallo a legno. Su questi tipi di adesivi, fabbricati in Inghilterra e negli Stati Uniti, si mantiene ancora il segreto. Essi sono costituiti di una resina sintetica, in forma di sciroppo, e di una polvere termoplastica.

Si usano a caldo (circa 140 °C) mantenendo i giunti per 20 minuti ad una pressione di 42 kg/cm2 nel caso di unione di metallo a metallo, di 14-21 kg/cm2 nel caso di metallo a legno. La resistenza del giunto è del 15-20% superiore a quella conseguibile con saldatura o chiodatura. I prodotti commerciali portano il nome di Cycleweld (S.U.) e di Redux (inglese, della Aero Research Ltd.). Essi sono adatti per unire l'alluminio e le sue leghe, ed anche l'acciaio; meno bene per il rame e l'ottone.

Bibl.: A. Frieden, in Chemical Industries, 1946, pp. 1002-1004; Anonimo, in The Industrial Chemist, 1947, pp. 538-547, 734-743; J. Delmonte, The Technology of Adhesives, New York 1947.

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