Affare

Enciclopedia Dantesca (1970)

affare (verbo)

Luigi Vanossi

Composto di ‛ fare ', che ricorre in Detto 175 anz' è sì' fresca e bella che lo me' cor s' abbella di non le mai affare, dove ha valore mediale e significa " convenirsi ", " essere degno ". Il poeta confessa la propria indegnità rispetto al valore dell'amata, conforme al canone di ineguaglianza che presiede alla metafora cortese del vassallaggio amoroso. Il verbo è ben attestato in testi antichi, sia poetici che prosastici: si veda, ad es., Iacopone O anima mia 52 " ca creatura nulla è creata / che sia adornata d'aver lo tuo amore: / solo al Segnore s'affà el parentato ". V. CONFARE.