AGLAURO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

Vedi AGLAURO dell'anno: 1958 - 1994

AGLAURO (῎Αγλαυρος o ῎Αγραυλος; Aglauros, Agraulos)

C. Caprino

Figlia di Cecrope e di Aglauro, sorella di Herse, di Pandroso e di Erisittone.

Secondo la tradizione più diffusa, Atena avrebbe affidato alle tre sorelle una cista chiusa con l'ordine di non aprirla. Pandroso, ubbidì ma Herse ed A. l'aprirono trovandovi Erittonio, destinato all'immortalità, protetto da un serpente. A., fatta impazzire da Atena, si gettò dall'Acropoli. Secondo un'altra versione della leggenda, A. fu amata da Ares e madre della ninfa Alcippe, violentata da Alirrozio, figlio di Posidone, ucciso per vendetta da Ares (Paus., i, 21, 4). A. ebbe un santuario sulle pendici N dell'Acropoli, l'Aglàurion.

Raffigurazioni di A. sono abbastanza frequenti soprattutto su vasi. In una bella kylix a figure rosse da Tarquinia, ora nell'Antiquarium di Berlino, A. con le sorelle e tre re attici, tutti contrassegnati dai nomi, corre verso il luogo della nascita di Erittonio. La scena della nascita prodigiosa di questi, cui assistevano le Cecropidi, si è supposto, molto dubitativamente, che fosse rappresentata sul fregio N del portico N dell'Eretteo e sul c. d. Thesèion di Atene. In un frammento di rilievo nei Musei Vaticani, proveniente da Ostia, è rappresentata la medesima scena, con una delle Cecropidi - ma anche le altre due dovevano esservi effigiate - cui Efesto raccomandava di tacere. L'apertura della cista con Erittonio è raffigurata su una kylix di Brygos, proveniente da Vulci (ora a Francoforte), su una pelìke da Camiro (ora a Londra, Brit. Museum), su un frammento di pelìke proveniente da Gela (ora a Lipsia) e, con tutta probabilità, sulle metope XIII e XIV del lato S del Partenone, note attraverso i disegni del Carrey. Sulla kylix di Brygos A. e Herse atterrite fuggono verso il palazzo del padre, inseguite dal serpente uscito dalla cista; A. e Herse dovrebbero anche essere, nella pelìke di Camiro, le due figure maschili (che si suppongono così rappresentate per errore dell'artista), che fuggono dalla cista da cui esce Erittonio. Nel frammento della pelìke di Gela, sulla quale era rappresentata anche la nascita di Erittonio, ma senza le Cecropidi, è conservata la scena di Atena che giunge fra le fanciulle che hanno trasgredito il suo ordine. Nelle metope del Partenone sono A. ed Erisittone che aprono la cista e, nel frontone O, è rappresentata la contesa fra Atena e Posidone acui assiste la famiglia dei Cecropidi; A. seduta rassicura il fratello. La figura, perduta, ci è nota per un disegno del Carrey. In un rhytòn a forma di sfinge, proveniente da Capua (ora a Londra, Brit. Museum), davanti a Erittonio seduto su roccia è Pandroso, mentre A. ed Herse fuggono e una Nike versa una libagione a Cecrope. Due anfore di Vulci, ora nei musei di Monaco e di Berlino, rappresentano Orizia, figlia di Eretteo, rapita da Borea dalla cerchia delle sue compagne, fra cui A. e le sorelle, che corrono a portare la notizia ai padri, Eretteo e Cecrope Su una pelìke di Würzburg con il medesimo soggetto A. e Pandroso fuggono verso Cecrope. La donna rappresentata con Eretteo su un frammento di pelìke dell'agorà di Atene è Herse o Aglauro. Su due frammenti di vasi, uno proveniente dall'acropoli di Atene, l'altro nel mercato antiquario di Ginevra, è rimasta solo la testa di A., contrassegnata dal nome iscritto. Agraulidi, le dispensatrici della rugiada notturna, sono credute le fanciulle di un rilievo neo-attico ricomposto dallo Hauser.

Monumenti considerati. - Kylix di Tarquinia: B. Sauer, Theseion, Lipsia 1899, p. 61 ss.; K. A. Neugebauer, Führer Antiquarium Berlin, Vasen, Berlino 1932, p. 102, 2537; I. D. Beazley, Red-fig., p. 739, n. 2. - Eretteo: Ch. Picard, L'Erechtheion, Parigi, s. d., p. 44, fig. 44; L. Pallat, in Jahrbuch, lii, 1937, p. 24, Beil. I. - Thesèion: B. Sauer, Theseion, p. 80 ss., tav. ii; Ch. Picard, Manuel Arch., ii, Parigi 1939, p. 718. - Frammento da Ostia: B. Sauer, op. cit., p. 6o s. - Kylix di Francoforte: H. Schaal, Griech. Vasen Frankfurt. Samml., Francoforte s. M. 1923, p. 58, tav. 31 a; J. D. Beazley, op. cit., p. 258. - Pelìke da Camiro: A. B. Cook, Zeus, iii, Cambridge 1940, p. 248, tav. 29, fig. 154; J. D. Beazley, op. cit., p. 720, 1. - Fr. da Gela: Fr. Hauser, in Jahrbuch, xi, 1896, p. 190, n. 33; J. D. Beazley, op. cit., p. 397, n. 40. - Metope Partenone: G. Becatti, Problemi fidiaci, Milano-Firenze 1951, p. 17 ss., tav. 3. - Frontone: M. Collignon, Parthénon, Parigi 1910-1912, 1, 33, tav. 54; G. Becatti, op. cit., p. 25, tav. 4, fig. 8. - Rhythón: Cat. Vases Brit. Mus., iii, E 788; C. V. A., British, 4, tav. 40, 1 e 42, 1. - Anfore Vulci: FurtwänglerReichhold, Monaco 1900-1910, ii, p. 186 ss., tavv. 94-95, figg. 66-69; J. D. Beazley, op. cit., pp. 324-325. - Pelìke di Würzburg: E. Langlotz, Griech. Vasen Wùrzburg, Monaco 1932, n. 511, tav. 180; J. D. Beazley, op. cit., p. 421, n. 37. - Pelìke Agorà: J. D. Beazley, op. cit., p. 318, n. 16. - Framm. dell'Acropoli: Graef-Langlotz, Vasen Akrop. Athen, ii, Berlino 1929-1933, n. 509, tav. 39; J. D. Beazley, op. cit., p. 516, n. 8. - Framm. Ginevra: J. D. Beazley, op. cit., p. 385, n. 16. - Rilievo neo-attico: Fr. Hauser, in Oesterr. Jahr., vi, 1903, p. 79 ss.; E. Paribeni, in Boll. d'Arte, II, 1951, p. 107 e 109 ss.

Bibl: J. Toepffer, in Pauly-Wissowa, I, cc. 826-829, s. v.; J. Escher, ivi, VI, cc. 444-445, s. v. Erichtonios.