CARLINI, Agostino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 20 (1977)

CARLINI, Agostino

Hugh Honour

Dal necrologio nel Gentleman's Magazine (LX[1790], 2, p. 769) risulterebbe originario di Genova e avviato alla scultura in Italia, ma è a Londra che lo si trova attivo come scultore, prima del 1761, anno di morte del dottore ciarlatano Joshua Ward, amico personale del C., che ne scolpì dal vero la statua (Londra, Royal Society of Arts). Questa statua, presentando il corpulento soggetto che quasi scoppia nella sua giacca sgualcita e mezzo sbottonata, è un capolavoro di naturalismo, ed è scolpita con una perizia tecnica che non trova eguali nella scultura inglese contemporanea. Il busto di Giorgio III (1773, Londra, Royal Academy) è reso con un naturalismo solo leggermente meno accentuato. Nel 1770 il C. aveva fornito il progetto per un monumento all'"alderman" Beckford che non venne tradotto in marmo ma che si conosce attraverso l'incisione di F. Bartolozzi.

Il primo dei numerosi monumenti funebri fu quello della Contessa di Shelburne (1771) nella parrocchiale di High Wycombe (Buckinghamshire), che presenta la defunta a grandezza naturale e due bambini in piedi vicino a un'urna. Nel 1772 il C. scolpì per il mausoleo disegnato da R. Adam e dedicato sempre alla contessa di Shelburne, nel parco di Bowood (Wiltshire), un monumento molto più semplice, con sarcofago decorato da motivi classici e delicati. La statua a grandezza naturale di Lady Bingley (morta nell'anno 1771) si trova nella cappella privata di Bramham Park(Yorkshire). Nel 1774 il C. completò un monumento a J. Ward per l'abbazia di Westminster. L'anno seguente eseguì il suo complesso monumentale più grandioso, per il conte e la contessa di Dorchester a Milton Abbey (Dorset). Consiste in due figure a grandezza naturale, sdraiate su un sepolcro disegnato da R. Adam, e stranamente decorato con motivi gotici a traforo. In questo, come negli altri monumenti marmorei, il C. rivela la sua grande abilità nei panneggi.

Tra il 1776 e il 1778 il C. lavorò alle sculture per la facciata sullo Strand di Somerset House, a Londra: grandi maschere di pietra rappresentanti i fiumi Tyne, Severn e Tees sulle pietre angolari e le statue della Prudenza e del Valore sulla balaustra. Nel 1783 il C. eseguì otto statue con funzioni analoghe per la Dogana di Dublino (distrutta da un incendio nel 1916).

Il C. eseguì anche sculture di dimensioni più piccole in cera, come il gruppo raffigurante il Potere marittimo e la Ricchezza;l'Annual Register del 1768 (p. 199) annunciava la vendita delle forme in gesso per 6 ghinee al pezzo. Per 10 ghinee vendeva anche forme in gesso di una statuetta equestre di Giorgio III, probabilmente quella che stava sul caminetto della sala delle assemblee di Somerset House (Hutchison, p. 66). Il C. fu anche pittore, e nel 1776 espose alla Royal Academy il Ritratto di un gentiluomo ad olio. Membro della Royal Academy dalla sua fondazione nel 1768, partecipò alle mostre annuali dal 1769 al 1773 e poi nel 1776, 1783-85, 1787, e fu nominato conservatore nel 1783. Era membro anche della National Academy of Design of America.

Il C. morì a Londra, nella sua casa in Carlisle Street, il 16 ag. 1790.

Fonti e Bibl.: The Annual Register, 1768, p. 199; H. Walpole, Anecdotes of Painting (1762-71), a cura di J. Dallaway-R. N. Womum, London 1888, V, p. 141; The Gentleman's Magazine, 1790, 2, p. 769; 1819, 1, p. 43; The New Monthly Mag., 1516, p. 418; J. T. Smith, Nollekens and his Times, London 1828, II, p. 117; A. T. Bolton, The Architecture of Robert and James Adam, London 1922, II, pp. 314, 317; C. F. Bell, Annals of Thomas Banks, Cambridge 1938, p. 54; R. Gunnis, Dict. of British Sculptors, London 1953, p. 81; M. I. Webb, Architect and Sculptor, in Architectural Review, CXXIII (1958), p. 329; M. Whinney, Sculpture in Britain 1530-1830, Harmondsworth 1964, ad Indicem;S. C. Hutchison, The history of the Royal Academy, London 1968, ad Indicem;J.Harris, Sir William Chambers, London 1970, pp. 101, 176; Dictionary of National Biography, III, p.1012, U. Thieme-F.Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 1.

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