AGRIGENTO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

Vedi AGRIGENTO dell'anno: 1958 - 1973 - 1994

AGRIGENTO (v. vol. i, p. 148 ss.)

P. Griffo

Museo Archeologico Nazionale. Di recentissima istituzione (1967). Sorge in località S. Nicola, presso la chiesa cistercense omonima, al centro della Valle dei Templi, là dove si conservano i resti del cosiddetto Oratorio di Falaride, che da recenti scavi è stato riconosciuto come tempietto dell'ultima fase ellenistica di un santuario durato a lungo nel tempo, e di un ekklesiastèrion (III sec. a. C.), testè scoperto, dalle eleganti forme ad orchestra con cavea che l'avvolge, in gran parte scavata nella viva roccia.

È oltre che il museo dell'antica A., a cui è riservata una prima preminente sezione, anche il museo archeologico della Sicilia centro-meridionale, attorno al quale, come satelliti, fanno corona il Museo Nazionale di Gela, il Museo Civico di Caltanissetta e l'Antiquarium di Eraclea Minoa, tutti istituiti negli ultimi anni.

Il museo è di concezione assai moderna e le due sezioni di cui si compone sono indipendenti e giustapposte. Quasi tutto l'edificio, che in parte è nuovo e in parte incorpora le strutture superstiti del convento di S. Nicola, si sviluppa su un solo piano. Il percorso di visita è rigorosamente continuo. Molto accurate la distribuzione scientifica dei materiali e la loro illustrazione didattica, cui concorrono numerose scritte e tavole con fotografie e grafici. Al museo si accompagna un complesso assai vario di elementi accessorî: una sala per conferenze, una ricca biblioteca specializzata, un auditorium per concerti da camera, un museo di seconda scelta e magazzini attrezzati a disposizione degli studiosi. La sicurezza è garantita da un impianto di allarme a campo magnetico e da altro di controllo televisivo a circuito chiuso.

La sistemazione si attiene a una rigorosa tematica. Nella sala introduttiva testi di antichi scrittori ricordano la storia e la topografia di Agrigento. La sala attigua è destinata a rappresentare l'ambiente nel quale ebbe luogo la colonizzazione greca, che qui pervenne da Gela. Segnono: la sala della ceramica greca (VI-III sec. a. C.); quella della scultura architettonica (grondaie a testa leonina); il salone del tempio di Zeus Olimpico (Olympieion), dove è stato ricostruito in posizione stante il telamone superstite del singolare edificio (v. vol. i, fig. 213); la sala dei santuarî, con ricca suppellettile di ex voto in terracotta e molti cospicui esempi dell'antica plastica agrigentina; la sala delle case ellenistico-romane; quella dell'epigrafia; il medagliere; la sala della scultura greco-romana (da notarsi il noto Efebo ch'era prima nel Museo Civico: v. vol. i, fig. 219); la galleria delle necropoli; due sale destinate alla preistoria del territorio agrigentino quale è risultata da recenti scavi; nonché le sale topografiche delle province di A. e di Caltanissetta. Altra apposita sala, con ingresso indipendente, è riservata alle mostre temporanee.

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