Turing, Alan Mathison

Dizionario di filosofia (2009)

Turing, Alan Mathison


Matematico e logico matematico inglese (Londra 1912 - Manchester 1954). Dal 1948 fu lettore di matematica nell’univ. di Manchester. Il suo nome è legato a un metodo da lui indicato per dare un significato preciso al concetto intuitivo di funzione effettivamente computabile mediante una macchina astrattamente definita, la macchina di T.: questa è costituita da un nastro diviso in celle, il quale può scorrere in un senso o nell’altro quanto si vuole; ciascuna cella è adatta a contenere al massimo un simbolo di un ben determinato alfabeto finito. La macchina inoltre possiede una memoria, capace di ritenere un numero finito di istruzioni, e un ‘occhio’ in grado di esaminare esattamente una cella per volta. Una macchina di T., trovandosi di fronte a determinati simboli scritti (in conformità di precise istruzioni), esegue il relativo calcolo e si porta in una nuova posizione finale esibendo il risultato del calcolo. Naturalmente non tutte le operazioni o funzioni sono eseguibili con questo mezzo. Una funzione a n argomenti numerici sarà detta T. computabile esattamente quando esiste una macchina di T. capace di fornire il valore della funzione in corrispondenza di una determinata n-pla di numeri. Il nome di T. è legato anche ad altri importanti risultati di logica matematica, come una dimostrazione dell’indecidibilità del calcolo predicativo puro e alla dimostrazione dell’insolubilità del problema della parola per i semigruppi. Tra le sue opere si segnalano: On computable numbers, with an application to the Entscheidungsproblem (1936-37); Computability and λ-definibility (1937); Systems of logic based on ordinals (1939); The word problem in semi-groups with cancellation (1950).

Test di Turing

Nello scritto On computing machin­ery and intelligence (1950), T. solleva la questione se le macchine possono pensare. Egli riformula la questione nei termini di un gioco, chiamato gioco dell’imitazione, che si svolge tra tre persone tra loro estranee: un uomo (A), una donna (B) e un interrogante (C), dell’uno o dell’altro sesso. C viene chiuso in una stanza e separato da A e B con i quali comunica attraverso una telescrivente. Per C lo scopo del gioco è capire quale sia l’uomo e quale la donna, ponendo loro una serie di domande; per A lo scopo è di ingannare C facendo in modo che fornisca una identificazione errata; per B lo scopo è di aiutare C nell’identificazione. T. si chiede che cosa succederebbe se una macchina prendesse il posto di A nel gioco. Il test di T. consiste nell’ingannare un essere umano giocando al gioco dell’imitazione: se l’interrogante non è in grado di capire quale tra i suoi interlocutori è un essere umano e quale una macchina, allora siamo autorizzati a concludere che la macchina è intelligente.

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