ALANO di Farfa

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

ALANO di Farfa

Tommaso Leccisotti

Originario dell'Aquitania - ma già suo nonno Teodorisino possedeva nel Reatino beni terrieri -, si fece monaco a Farfa ritirandosi poi, come "incluso", nella vicina solitudine dell'Acuziano (monte Motilla), presso l'oratorio di S. Martino di Tours, ove attese anche agli studi ed alla trascrizione di codici oggi però tutti perduti. Dal suo eremo venne tratto quando, dopo la rinunzia dell'abate Wandelperto, fu eletto dai monaci abate tra la fine del 760 e l'inizio del 761.

Uomo di santa vita, seppe anche curare ed ampliare la consistenza patrimoniale di Farfa; intrattenne cordiali relazioni con Desiderio, re dei Longobardi, e con la sua famiglia. Va rilevato in proposito specialmente uno scambio di terre intervenuto tra A. e Ansilperga, abbadessa del monastero del S. Salvatore a Brescia e figlia del re Desiderio; ne fu intermediaria la stessa regina Ansa.

Della sua attività letteraria sarebbe testimonianza un sermonario che è giunto col suo nome in un buon numero di manoscritti; ma è stato posto in discussione il fatto che esso sia opera di A., a cui sembra debbano piuttosto attribuirsi solo il prologo, l'epilogo ed alcuni ritocchi formali dell'opera, ripresa, probabilmente, da un più antico sermonario, in uso nella basilica di S. Pietro in Roma.

Volle come suo successore Guiberto, vescovo anglosassone che egli aveva indotto a farsi monaco. Morì il 3 marzo 769.

Fonti e Bibl.: Gregorio di Catino, Il regesto di Farla, a cura di I. Giorgi e U. Balzani, II, Roma 1879, pp. 8, 48-78; Id., Il Chronicon Farfense a cura di Ugo Balzani, I, Roma 1903, in Fonti per la Storia d'Italia, XXXIII, pp. 18, 151-155; J. Schuster, Reliquie d'arte nella badia imperiale di Farfa, in Arch. Soc. romana di storia patria, XXXIV (1912), p. 341; Id., L'imperiale abbazia di Farla, Roma 1921, pp. 40-47, 138, 189, 219, 258; E. Hosp, Il sermonario di Alano di Farfa, in Ephemerides liturgicae, L (1936), pp. 376-383; LI (1537), pp. 210-240; G. Löw, Il più antico sermonario di S. Pietro in Vaticano, in Riv. di Archeologia cristiana, XIX (1942), pp. 143-183; J. Leclercq, Tables pour l'inventaire des homiliaires manuscrits, in Scriptorium, II (1948) pp. 195-214; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, coll. 1295-1296.

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