ALBERICO

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

ALBERICO

Raoul Manselli

Nato nella regione di Beauvais, monaco a Cluny, fu da Pietro il Venerabile nominato sottopriore a Cluny e forse anche a St. Martin-desChamps a Parigi, secondo quanto ci attesta il cronista inglese Giovanni di Hexham. Nominato nel 1129 abate di Vézelay da Pietro il Venerabile, dovette combattere l'ostilità dei monaci, che avevano per loro conto eletto un altro abate nella persona del monaco Arduino, e riuscì ad imporsi oltre che per la sua energia, anche per l'appoggio del papa Innocenzo Il, punendo poi severamente i monaci ribelli e disperdendoli in sedi lontane. Tre anni dopo coadiuvò validamente Pietro il Venerabile in occasione della solenne riunione, a Cluny, di abati, priori e monaci per eliminare abusi e disordini infiltratisi nell'Ordine (1132). Ancora al fianco di Pietro il Venerabile si trovò A. al concilio di Pisa (1135); nel viaggio di ritorno con gli altri prelati francesi gli toccò di subire in Lunigiana un assalto di briganti.

A Vézelay seppe riordinare la disciplina monastica e dominare la situazione locale, resa difficile dall'ostilità, ora latente, ora manifesta, dei conti di Nevers. Il giorno di Pasqua del 1138 (3 aprile) venne consacrato cardinale vescovo di Ostia e poco dopo iniziò la sua attività di legato pontificio. Fu inviato in Inghilterra, per arrestare la sanguinosa guerra tra Stefano, re d'Inghilterra, e David, re di Scozia, e per ottenere da parte della Scozia il riconoscimento della legittimità di Innocenzo Il. Riaffermò solennemente la libertas ecclesiae in Inghilterra ed in Scozia: giunto nel luglio 1138 presso re Stefano, si spinse poi fino al re David, da cui ottenne una tregua della guerra; riunì, quindi, a Westminster, in Londra, un sinodo (13 dic. 1138) per la riforma dei costumi del clero e, prima di partire, riuscì ad avviare anche trattative tra Scozia ed Inghilterra.

Presente a Roma al decimo concilio ecumenico dell'aprile 1139, vi si trattenne fino al maggio dell'anno successivo, quando partì per la Terra Santa. Lo chiamavan colà i contrasti fra i due patriarchi di Antiochia e Gerusalemme, che si contendevano i vari suffraganei, e l'ostilità esplosa fra il patriarca d'Antiochia Raoul de Domfront ed il principe della città Raimondo di Poitiers. A. ancora una volta diede prova della sua abilità di diplomatico riunendo ad Antiochia un concilio (30 nov. 1140) per decidere del patriarca d'Antiochia, che venne deposto come simoniaco. Inoltre nello stesso concilio cerco di riportare in seno alla Chiesa cattolica Gregorio III, "katholikós" degli Armeni.

In Curia dal settembre 1141 alla primavera del 1144, prese parte alla elezione dei due papi, Celestino II e Lucio II, che si successero in quegli anni. Nel giugno 1144 partì alla volta della Francia, insieme con Imaro di Tuscolo, come legato pontificio; ma, mentre Imaro proseguiva per l'Inghilterra, A. intervenne in numerose questioni della Chiesa di Francia, agendo con prontezza e decisione come per l'elezione dell'abate di St. Benoit-sur Loire, per i contrasti tra il conte di Nevers e l'abate di Vézelay, Ponzio di Montboissier, fratello di Pietro il Venerabile, ed infine per la condanna di Stefano, arcivescovo di Vienne nel Delfinato, accusato di malcostume e simonia. Chiamato poi a Tolosa, ove avevano molti seguaci i Catari e il monaco Enrico, A. organizzò contro di loro una vera e propria missione, che scese nella Francia meridionale con s. Bernardo di Clairvaux e numerosi altri prelati francesi. Dopo una tappa a Bordeaux, ove riuscirono a sedare il contrasto tra l'arcivescovo Goffredo ed i canonici della cattedrale, A. e s. giunsero a Tolosa e, grazie specialmente alla predicazione di s. Bernardo, ottennero dalla città l'espulsione degli eretici ed una serie di disposizioni contro di loro.

Dopo un altro periodo di permanenza in Curia dal novembre 1145, A., all'inizio del 1147, seguì Eugenio III, eletto e consacrato in sua assenza, nel suo viaggio in Francia. Fu così a Parigi, ove ai primi di maggio partecipò al concilio che condannò Gilberto de la Porrée e depose Guglielmo Fitzherbert, arcivescovo di York; accompagnò il papa a Saint-Denis, ove assistette alla partenza di Luigi VII per la seconda crociata, e a Citeaux, ove assistette al capitolo dei cisterciensi (14-23 sett. 1147), spingendosi poi con il papa fino a Treviri, in Germania.

Sulla via del ritorno, tra la fine di febbraio ed i primi di marzo 1148, A. morì a Verdun.

Bibl.: R. Manselli, Alberico cardinale vescovo d'Ostia e la sua attività di legato pontificio, in Arch. d. Soc. romana di storia patria, LXXVIII (1955, ma 1957), pp. 23-68, con indicazioni delle fonti e di tutta la precedente bibliografia.

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