Albèrti

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Famiglia fiorentina, venuta dal castello di Catenaia a Firenze verso l'inizio del sec. 13º con il giudice Rustico, primo della casata (perciò, fino a tutto il '300, il cognome A. del Giudice), salita a molta ricchezza con il commercio dei panni e la banca. Esiliata dopo la battaglia di Montaperti perché guelfa, alla morte di Manfredi tornò a Firenze, e Alberto di messer Iacopo fu priore nel 1298. Militò tra i guelfi di parte nera, poi accanto al popolo, per cui fu proscritta (Benedetto morì a Rodi nel 1388). Rientrò col prevalere dei Medici (1423); col principato cessò di avere importanza politica. Occupò un posto notevole tra le famiglie mercantili e bancarie fiorentine dei secc. 14º e 15º. Ebbero filiali a Genova, Venezia, Bologna, ecc. e succursali a Barcellona, Parigi, Bruges, Londra, ecc. Gli A. si distinsero inoltre come umanisti, mecenati, benefattori. Secondo taluni genealogisti furono rami di questa famiglia gli A. di Bologna, e i francesi duchi di Luynes e Chevreuse.

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