ALBU ERA

Enciclopedia Italiana (1929)

ALBU ERA

Rina MONTI
Giuseppe CARACI

ERA Come nome di luogo, designa generalmente l'Albufera di Valenza (Spagna: A. T., 41-42), cioè il lago costiero che è a non grande distanza a mezzogiorno di questa città. Il nome gli viene dall'arabo (al-buḥairah "laguna", diminutivo di baḥr "mare"); in antico era detto palus Naccararum. La sua origine sta in rapporto con un'insenatura costiera, che le alluvioni dei fiumi sfocianti lungo la stessa costa (Jucar, Guadalaviar) hanno finito col separare dal mare.

Per mezzo di un canale artificiale il lago è messo, quando occorra, in comunicazione col mare. L'estensione dello specchio d'acqua è perciò variabile (in media una ventina di chilometri di lunghezza, su quattro o cinque di larghezza; profondità massima circa quattro metri), variabile anche per l'entità del tributo acqueo annuale e per gl'interessi dei rivieraschi, che lo sfruttano specialmente per la coltura del riso, allargandolo o riducendolo di superficie.

Le rive basse e palustri dal lato di terra furono a poco a poco trasformate in risaie, ma a delimitare lo stagno è rimasta un'ampia cintura d'inestricabili canneti, popolati da una moltitudine di uccelli acquatici di ben sessanta specie diverse, tra i quali non di rado s'incontrano cigni e fenicotteri. Il cordone litorale è coperto di dune sabbiose, rivestite di pinastri, di ginestre, di arbusti alofili. Il bacino dello stagno è piatto con fondo fangoso e ricca vegetazione sommersa. Le acque, dolci in inverno, diventano leggermente salmastre in estate; albergano una densa fauna minuta, che richiama in abbondanza la rimonta del pesce dal mare, onde lo stagno è molto pescoso. Notevole è l'esistenza nello stagno di specie particolari di pesci: il Fundulus Hispanicus Cuv. (ciprinodonte) e l'Hydrargya Hispanica Val. Particolarmente redditizia è la pesca, specialmente delle spigole, dette Llobaros (Labrax lupus), e delle anguille, che nel lago prosperano grosse e numerose. Sempre frequentato da grandi stormi di uccelli acquatici, sia sedentarî sia di passo, lo stagno fornisce abbondanti prede ai cacciatori. Un laboratorio permanente d'idrobiologia, fondato da Celso Arévalo in riva allo stagno, permette lo studio di problemi scientifici e di questioni attinenti alla piscicoltura. Lo stesso Arévalo ha illustrato il plancton dell'Albufera e particolarmente i Cladoceri e i Rotiferi. Di questi ultimi furono identificate 26 specie, di cui parecchie nuove (Metopodia albuferensis jorroi, Polycaotus alamirai, ecc.). Anche fra gl'Idracnidi furono riconosciute alcune varietà locali. Tra i Molluschi che si addensano lungo le rive e sul fondo prevalgono Lamellibranchi dei generi Unio, Anodonta, Pisidium e Gasteropodi, come limnee, planorbe, bitinie, ecc.; mancano valvate e paludine. Tra gli Insetti furono accuratamente studiati i Coleotteri, tanto quelli acquatici viventi nel lago, quanto quelli delle rive e del cordone litorale; in tutto si riconobbero ben 91 specie.

Il nome si applica anche ad altre formazioni analoghe, che si ripetono più a sud (Albufera di Elche), o altrove nella penisola (Albufeira) sulla costa portoghese (Algarve meridionale).

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