DE GASPERI, Alcide

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

DE GASPERI, Alcide

Giuseppe PETROCCHI

Uomo politico italiano, nato a Pieve Tesino (Trento) il 3 aprile 1881. Si laureò a ventidue anni presso la facoltà di filosofia (sez. germanistica) dell'università di Vienna. La sua giovinezza fu tutta impegnata nella lotta irredentistica, come vicepresidente del comitato d'agitazione trentino (1903), direttore della Voce cattolica (1904), poi di Il Trentino; fu coinvolto nei fatti di Innsbruck (novembre 1904), dove venne arrestato dalle autorità austriache. Nel 1905 entrava nell'Unione politica popolare, e nel 1911 fu eletto deputato al parlamento austriaco per il collegio della Val di Fiemme: in tal veste si batté coraggiosamente, durante la prima Guerra mondiale, per affermare i diritti e gl'interessi delle popolazioni italiane contro le soperchierie delle autorità militari e civili austriache, sedendo costantemente all'opposizione e votando sempre contro il governo. Il 25 ottobre del 1918, insieme con gli altri deputati italiani al parlamento di Vienna proclamava la volontà delle popolazioni irredente di essere annesse all'Italia. Nel dopoguerra prese subito posizione nelle file del Partito popolare italiano. Con le elezioni del 15 maggio 1921 entrò alla camera come primo eletto della deputazione trentina. Osteggiò sin dagli inizî il fascismo; dopo la marcia su Roma, allontanatosi Sturzo dalla segreteria del partito popolare, D. G. ne assunse la direzione e fu tra i membri più attivi del comitato aventiniano. Sciolto il PPI, fu arrestato e condannato a quattro anni di carcere. Liberato, ottenne da Pio XI un modesto posto nella Biblioteca Vaticana. Durante la seconda Guerra mondiale riorganizzò il partito, cui fu dato il vecchio nome di Democrazia cristiana; fece parte di un piccolo comitato che fu il primo nucleo del Comitato di liberazione nazionale; fondò giornali di battaglia dopo il 25 luglio 1943. Avvenuta la liberazione di Roma, fece parte del primo ministero Bonomi come ministro senza portafoglio, e riorganizzò il partito su basi sempre più ampie, assicurando alla Democrazia cristiana una notevolissima affermazione nella vita politica italiana. Prima come ministro degli Esteri nel secondo gabinetto Bonomi (dicembre 1944-giugno 1945) e nel gabinetto Parri (giugno-dicembre 1945), poi come presidente del consiglio dal 15 dicembre 1945, tentò di governare insieme con i comunisti e i socialisti, ma dal 31 maggio 1947, costituì un gabinetto prevalentemente democristiano, che allargò il 15 dicembre successivo (5° gabinetto De Gasperi), con l'inclusione dei repubblicani e del PSLI (Partito socialista lavoratori italiani) e col quale affrontò la competizione elettorale del 18 aprile 1948. Benché questa gli assicurasse la maggioranza assoluta nella camera dei deputati e una forte maggioranza relativa nel senato, ha voluto formare il suo 6° gabinetto (24 maggio 1948) sulle medesime basi del precedente, come governo di coalizione, in cui anche altri partiti (escluse le estreme di sinistra e di destra) fossero chiamati a dividere le responsabilità.

Difensore dei diritti italiani alla conferenza di Londra, poi a Parigi, quindi nel suo viaggio negli Stati Uniti, impegnato in una difesa ad oltranza delle libertà democratiche e della ripresa economica sociale italiana, è attualmente l'esponente principale della Democrazia cristiana, e tra gli uomini politici più eminenti dell'Italia d'oggi.

Pubblicazioni principali: Le direttive politico-religiose del Centro germanico (1928), Un maestro del corporativismo cristiano: René de la Tour du Pin (1929, entrambe a Milano, sotto lo pseudonimo di C. Jaspar), e recentemente: Studi e appelli della lunga vigilia (Roma 1946).

Bibl.: G. Petrocchi, De Gasperi e la D. C., Roma 1946.

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