Ranković, Aleksandar

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Uomo politico iugoslavo (Draževac 1909 - Dubrovnik 1983). Aderì al partito comunista nel 1928; si unì a Tito nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale, assumendo lo pseudonimo di Marko; fu poi (1946-53) ministro dell'Interno e capo della UDB (polizia segreta). Dopo la riforma costituzionale del 13 genn. 1953, R. divenne uno dei vicepresidenti del Consiglio esecutivo federale. Fra i maggiori sostenitori, sin dal 1948, della politica di indipendenza ideologica e politica della Iugoslavia dall'URSS, nell'aprile 1957 si schierò contro l'intervento sovietico in Ungheria e nel maggio 1958 rivolse a Lubiana aspre critiche alla politica di Chruščëv e del partito comunista sovietico. Vicepresidente della Iugoslavia dal 1963, in connessione col processo di liberalizzazione avviato nel paese a partire da quello stesso anno, nel luglio 1966 fu attaccato duramente per il potere personale eccessivo e i metodi polizieschi nel corso della IV sessione della Lega dei comunisti, a Brioni, ed esonerato dalle cariche di vicepresidente e capo della polizia segreta, con conseguente epurazione di questa e limitazione dei suoi poteri.

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