CAPRARA, Alessandro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 19 (1976)

CAPRARA, Alessandro

Giancarlo Angelozzi

Nacque a Bologna il 27 sett. 1626 dal conte Massimo e dalla contessa Caterina Bentivoglio. Compì i suoi primi studi nel collegio di S. Francesco Saverio o dei nobili, in Bologna, di cui fu convittore, secondo quanto afferma il suo biografo Angelo Veronesi.

La presenza del C. è attestata solo per l'anno 1640, in cui figura autore di uno scritto celebrativo in onore di s. Francesco Saverio, pubblicato dal collegio insieme con altre composizioni di convittori.

Immatricolatosi nello Studio bolognese nel 1644, il C. vi si addottorò in diritto civile e canonico il 26 ag. 1647. Il 26 settembre di quell'anno fu aggregato al Collegio dei giudici, poi a quello canonico e civile. Recatosi a Roma, vi fu ordinato sacerdote il 12 giugno 1650. Poco dopo fu ammesso dal cardinale Giulio Sacchetti, suo congiunto, e prefetto della Segnatura, nella propria corte in qualità di assessore o uditore. Grazie all'interessamento del Sacchetti, nel 1662 ottenne da Alessandro VII un posto tra gli avvocati concistoriali. Nel 1675 fu nominato referendario della Segnatura e luogotenente nelle cause civili dell'uditore di Camera. Il 6 sett. del 1686, in seguito alla morte di Antonio Albergati, e su calda raccomandazione di questo, fu ammesso nella Congregazione rotale. Il 18febbr. 1687 sostenne l'esame pubblico, il 7 marzo quello segreto e il 10 prestò giuramento come uditore di Rota. Della lunga attività del C. come uditore ci rimane testimonianza nell'unica sua opera di una certa importanza: i due volumi di decisioni rotali pubblicati postumi a cura di Giuseppe Petti, che riportano gli estremi e le sentenze delle settecentosessantadue cause istruite dal C. fra il 16 giugno 1687 e il 14 maggio 1706.

Sotto la sua guida fece il suo tirocinio legale, come aiutante di studio, Prospero Lambertini, il futuro Benedetto XIV, che confermando nel 1743agli uditori di Rota alcuni loro privilegi, esprimeva la sua stima per quel collegio "ex eo potissimum concepta quod postquam sedulam utriusque iuris studiis operam dedissemus, sub disciplina clarissimi Alexandri... Caprara" (Arch. Segr. Vaticano, S. R. Rota,Privilegi, I, part. I, N. XLVI).

Nel 1689 il C. fu eletto da Alessandro VIII datario della Sacra Penitenzieria e, il 2 sett. 1796, alla morte del decano Emerico, reggente. Secondo il Veronesi, in questi anni il C. curò gli affari di Giacomo II Stuart e di sua moglie, e, una volta cardinale, fu "protettore del regno", e si distinse per la sua carità nei confronti dei cattolici inglesi rifugiati a Roma. È anche diquesti anni il suo ingresso nell'Arcadia (4 maggio 1691), in seguito alle insistenze di Marcello Severoli, ma non pare che partecipasse con particolare costanza alla vita dell'accademia. Il 17 maggio 1706 fu nominato cardinale da Clemente XI, con i titoli dei SS. Nereo ed Achilleo e ascritto alle Congregazioni dei Vescovi e Regolari, dell'Immunità, del Concilio e di Propaganda, alle cui sedute, secondo il Veronesi, partecipò con regolarità, nonostante la tarda età.

Nel 1707, essendo scoppiata una disputa fra gli avvocati concistoriali e gli uditori di Rota, destinata a trascinarsi per oltre un cinquantennio, per ragioni di precedenza, il C. prese partito per gli avvocati concistoriali, con una vivacità che fu ritenuta eccessiva da Clemente XI. In tale occasione, secondo il Fantuzzi, il C. sarebbe stato autore di un'opera ora smarrita in cui, ricostruendo la storia dei due collegi, avrebbe ribadito la validità delle pretese degli avvocati concistoriali.

Morì a Roma il 9 giugno 1711, e il suo corpo fu esposto in S. Maria della Vallicella, e poi seppellito nella chiesa dell'arciconfraternita del Suffragio, di cui era confratello da oltre sessant'anni. Lasciò erede delle sue sostanze il conte Niccolò Caprara. Eresse inoltre una prelatura in Bologna.

Opere: Sanctus Franciscus Xaverius funiculis mire solutus, in Convictorum nobilium Collegii S. Francisci Xaverii Carmina in eiusdem Sancti tutelaris solemnitate, Bononiae 1640, pp. 11 ss.; De beato Petro de Alcantara oratio, Romae 1719; Sacrae Romanae Rotae decisiones, Lucae 1725.

Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. dell'Archiginnasio, ms. Gozz. 279: A. Veronesi, Notizie sullavita di pontefici e cardinali,la maggior parte bolognesi, cc. 241 ss.; Ibid., Bibl. univ., ms. 4207: C. Montefani-Caprara, Delle fam. bolognesi, XXIII, cc. 97 s.; L. Della Volpe, Prelatura eretta dallachiara mem. dell'E.mo signor cardinale A. C., Bologna 1709; G. M. Crescimbeni, Le vite degliarcadi illustri, II, Roma 1751, p. 285; G. Fantuzzi, Not. degli scrittori bolognesi, III, Bologna 1783, pp. 107-111; I. Carini, L'Arcadia dal 1690 al 1890, Roma 1891, p. 365; V. Forcella, Iscrizionidelle chiese e d'altri edifici di Roma, VIII, Roma 1894, p. 445; E. Cerchiari, Capellani papae et Apostolicae Sedisauditores causarum sacri palatii apostolici..., VII, Roma 1920, p. 198; VIII, ibid. 1919, p. 465; L. von Pastor, Storia dei papi, XV, Roma 1933, pp. 266 s.; XVI, ibid 1933, pp. 20, 232.

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