DORNA, Alessandro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 41 (1992)

DORNA, Alessandro

Giuseppe Monaco

Nacque ad Asti il 13 febbr. 1825. Nella stessa città compì gli studi inferiori, mentre a Torino frequentò l'università, laureandosi in ingegneria idraulica il 5 ag. 1848. Nel 1850 G. Plana, che era stato suo insegnante, lo propose per la cattedra di meccanica razionale alla accademia militare, cattedra che il D. tenne per tutto il corso della sua vita.

Sono di questi anni vari lavori di meccanica: Memoria sulle pressioni sopportate dai puntid'appoggio di un sistema equilibrato ed in istatoprossimo al moto, in Mem. della R. Acc. dellescienze di Torino, XVIII (1857), pp. 281-318; Memoria intorno ad alcune questioni matematiche, in Annali di matematica pura e applicata, III (1860), pp. 5-15; Sopra un teorema di geometria, ibid., pp. 252 s.; Sulla catenaria dieguale resistenza, in Giornale di matematica, I (1863), pp. 73-77; Sulla dimostrazione del parallelogrammo delle forze, ibid., II (1864), pp. 63 s.; Sulla stabilità dello equilibrio, ibid., pp. 65-72, 97-105; Nozioni teoriche sull'attrito, ibid., III (1865), pp. 202-213. Nel 1865 pubblicò inoltre, per gli allievi dell'accademia militare, gli Elementi di meccanica razionale, che vennero ristampati più volte.

Nello stesso anno, essendo deceduto il Plana, venne offerta al D. la cattedra di astronomia all'università e la direzione dell'osservatorio astronomico di Torino. Questo era, allora, estremamente povero di mezzi e di strumenti; il Plana infatti aveva dedicato il proprio studio più ai calcoli di meccanica celeste che alle osservazioni astronomiche. Il D. promosse subito un ampliamento dei locali e un incremento della strumentazione e iniziò, a partire dal 1866, la pubblicazione del Bollettino meteorologico dell'Osservatorio dell'università di Torino, nel quale vennero inserite anche le osservazioni astronomiche di carattere particolare e osservazioni di stelle cadenti, fenomeno che proprio in quegli anni, per merito soprattutto di G. Schiaparelli, andava trovando una definitiva spiegazione.

Le registrazioni di stelle cadenti dalla 1a alla 4a grandezza vennero effettuate su carte celesti speciali progettate dallo stesso D. e vennero raccolte, due anni dopo, nel Catalogo di 634 stelle principali visibili alla latitudine media di 45°, colle coordinate delle loro posizioni medie per l'anno 1880, ed Atlante di 12 carte contenenti le dette Stelle proiettate stereograficamente sull'orizzonte di 2 in 2 ore siderali coi circoli di declinazione di 10 in 10 gradi, in Memorie della R. Acc. delle scienze di Torino, s. 2, XXVI (1871), pp. 223-281. Sono dello stesso periodo alcuni lavori matematici: Nota sulla media aritmetica nel calcolo di compensazione, in Atti d. R. Accad. d. scienze di Torino, IV (1869), pp. 757-763; Sulla formola barometrica del conte Paolo di Saint-Robert, ibid., V (1870), pp. 404-425; Tavola logipsometrica, ibid., pp. 512- 574.

Gli scarsi mezzi dell'osservatorio e i molteplici impegni (il D. era stato chiamato anche a far parte di numerose commissioni scientifiche ed eletto socio di varie accademie) non gli permisero di eccellere particolarmente nelle ricerche astronomiche, che portò avanti comunque con notevole capacità e costanza. I calcoli relativi ai passaggi di Venere sul disco solare del 1874 e del 1882 furono riconosciuti tra i più esatti, tanto che il D. venne chiamato a far parte della spedizione in India per l'osservazione del fenomeno; frutto di tale spedizione fu Circostanze del passaggio di Venere del 1874 calcolate per la linea di Madras-Calcutta, in Mem. della Soc. degli spettroscopisti italiani, III (1874), pp. 13-19.

Le notevoli attività esterne all'osservatorio non impedirono comunque al D. la pubblicazione annuale negli Atti d. R. Acc. delle scienze di Torino delle Effemeridi del Sole, della Luna e dei principali pianeti e di condurre studi sulle aurore boreali e sulla misura del tempo: Intorno all'aurora boreale del 4 febbr. 1872, ibid., VII (1872), pp. 501 s.; Intorno alla priorità delle scoperte ed a qualche osservazione di aurore boreali o di perturbazioni magnetiche in riguardo alle supposte vicendevoli azioni elettromagnetiche del Sole e dei pianeti, ibid., VII (1872), pp. 799-806, Descrizione degli strumenti e dei metodi usati all'Osservatorio di Torino per la misura del tempo, in Mem. d. R. Acc. d. scienze di Torino, s. 2, XXVII (1873), pp. 1-32.

La forte personalità, unita ad un carattere semplice e gioviale, fece sì che al D. venissero affidati ulteriori incarichi di fiducia nell'ambito dell'Accademia, mentre la grande predisposizione per la matematica si evidenzia nella mole del lavoro condotto dal D., soprattutto nella ricerca di nuove formule applicative: Rettificazione di formole, in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, IX (1874), pp. 104 ss .; Maniera di trovare le formole generali pel calcolo della parallasse nelle coordinate di un astro, ibid., XIII (1878), pp. 261-268; Sullo strumento dei passaggi tascabile di Steiger e sulle equazioni fondamentali da cui dipende l'uso di esso e degli strumenti dei passaggi in generale, ibid., XIV (1879), pp. 564-573; Della determinazione del tempo collo strumento dei passaggi trasportabile, ibid., pp. 761-766; Indicazioni, formole e tavole numeriche pel calcolo delle effemeridi astronomiche di Torino, in Mem. della R. Acc. delle scienze di Torino, s. 2, XXXI (1879), pp. 1-114; Applicazioni dei principi della meccanica analitica a problemi, ibid., pp. 247-311; Intorno alle funzioni ellittiche ed agli integrali ellittici di prima specie, ibid., XXXII (1880), pp. 201-262; Interpretazione matematica dell'ipotesi con cui Domenico Cassini determinò la rifrazione astronomica e teoria esatta che ne risulta ..., ibid., XXXV (1884), pp. 129-155.

Benché il D. si fosse battuto sin dal primo anno della direzione dell'osservatorio astronomico di Torino per un adeguamento della strumentazione astronomica, soltanto venti anni dopo poté acquisire un equatoriale Merz di 30 cm di apertura ed iniziare una serie di osservazioni fisiche dei corpi celesti, serie che ebbe appena il tempo di iniziare.

I risultati di tali osservazioni sono esposti negli ultimi lavori da lui pubblicati: Nuovo materiale scientifico e prime osservazioni con anelli micrometrici all'Osservatorio di Torino, in Atti delle R. Acc. delle scienze di Torino, XIX (1884), pp. 544 ss.; Nota sulla determinazione dei raggi degli anelli micrometrici con stelle, ibid., pp. 689-717; Osservazione dell'eclisse totale di Luna del 4-5ott. 1884, ibid., XX (1885), pp. 69-79; Nozioni intorno all'equatoriale con refrattore Merz di 30 centimetri d'apertura e metri 4 e 1/2 di distanza focale, ibid., pp. 304-310, 357-363, 379-399, 698-703; Sulla mira meridianadell'Osservatorio di Torino a Cavoretto e formola per dedurne la posizione dalla sua altezza e dalle costanti dello stromento dei passaggi, ibid., XXI (1886), pp. 92 ss., 433-442, 489-500.

Ammalatosi gravemente, fu costretto a abbandonare ogni attività didattica e a ritirarsi nella sua villa di Borgo San Pietro (presso Moncalieri, in prov. di Torino), dove morì improvvisamente il 19 ag. 1886.

Fonti e Bibl.: Università di Torino, Stato di servizio, II, p. 180; necrol., in Atti d. R. Acc. d. scienze di Torino, XXII (1887), pp. 247-252; G. Rayet, L'astronomie pratique et les observatoires, V, Paris 1878, pp. 9-11; F. Porro, A.D., Torino 1886; Ministero della Pubblica Istruzione, Osservatori astrofisici, astronomici e vulcanologici italiani, Roma 1956, pp. 185 s.; F. G. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario, in Atti della Acc. delle scienze di Torino, s. 4, II (1961), p. 47.

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