ALESSANDRO III, imperatore di Russia

Enciclopedia Italiana (1929)

ALESSANDRO III, imperatore di Russia

Giuseppe GALLAVRESI

Figlio dell'imperatore Alessandro II, nacque il 10 marzo 1845, e divenne granduca ereditario nel 1865, in seguito alla morte del fratello maggiore, lo zarevič Nicola. Sposò il 9 novembre 1866 la principessa Maria Dagmar, figlia del re Cristiano IX di Danimarca. Chiamato improvvisamente al trono il 13 marzo 1881 dalla morte violenta del padre Alessandro II, subì l'influenza dell'antico suo precettore B. Pobedonoscev, divenuto procuratore del Santo Sinodo ed ostilissimo ad ogni forma di rappresentanza popolare. Pertanto, il Melikov, ministro dirigente negli ultimi mesi del regno dl Alessandro II, si dimise e fu sostituito prima dall'Ignatjev, poi dal Tolstoj. Misure restrittive annullarono via via gli effetti di buona parte delle riforme introdotte da Alessandro II nella legislazione, concernenti sia la stampa, sia l'amministrazione della giustizia, sia infine la pubblica istruzione. A. tentò la russificazione della Finlandia, della Polonia e dei paesi baltici, mentre la propaganda per la religione ortodossa fu intensificata sotto gli auspici diretti del governo a scapito dei cattolici e dei protestanti. Il nuovo concordato concluso dallo zar nel 1882 colla Santa Sede fu continuamente violato. A. era intimamente ostile agli ebrei e nel 1882 promulgò leggi di eccezione contro di essi, che furono facile esca a scoppî di fanatismo popolare ed anche a massacri. Il favore dello zar fu riservato alle associazioni panslaviste, che ebbero pure la loro influenza nell'allentare i vincoli di stretta collaborazione russo-germanica, ai quali l'imperatore Guglielmo I ed il principe di Bismarck annettevano maggiore importanza che lo zar. Per altro, il cancelliere tedesco riescì a mantenere in vita un accordo segreto colla Russia, il cosiddetto trattato di riassicurazione. Quando questo non fu rinnovato, la protezione che lo zar aveva garantito al gabinetto di Parigi contro ogni colpo di testa dello Stato maggiore prussiano si trasformò in una costante collaborazione diplomatica seguita da accordi militari, resi manifesti dallo scambio di visite fra le due flotte. La conclusione della Triplice Alleanza, derivata dall'adesione dell'Italia al patto preesistente fra Austria e Germania, ed il fiancheggiamento che l'Inghilterra continuò per parecchio tempo ad offrire a tale potente gruppo internazionale, diedero ad A. un senso d'isolamento che lo gettò vieppiù nelle braccia della Francia. Vi era, del resto, pressoché costretto dalla cessazione, prodotta da consigli del governo di Berlino, dei tradizionali impieghi di capitali tedeschi in Russia, che a partire dal 1887 furono sostituiti da una serie di prestiti francesi. Il trattato di commercio del 1893 tra la Francia e la Russia costituì il coronamento del nuovo indirizzo dato dallo zar ai rapporti internazionali dell'impero. Lo zar A. ed il principe di Galles, il futuro re Edoardo VII, erano cognati, avendo sposato entrambi due figlie di re Cristiano IX di Danimarca. I vincoli famigliari non furono di troppo per attenuare la rivalità anglo-russa in Oriente. Nel 1881 A. concesse tutto il suo appoggio al generale Annenkov che congiunse il Mar Caspio a Samarcanda, poi a Taskent e a Kasgar, mediante una ferrovia rapidamente costruita in mezzo alla steppa. I Russi raggiunsero quindi i confini settentrionali dell'Afghānistān, divenuto il solo stato cuscinetto fra i due potenti imperi. La tensione derivante fu superata con la costituzione di una commissione mista per tracciare la frontiera dell'Afghānistān e del Pamir verso la Russia. Nel 1891 ebbe principio un'altra impresa colossale, alla quale lo zar A. ha legato il suo nome: la costruzione della ferrovia transiberiana, che avvicinò insperatamente la Russia Europea alla Cina, gettando però i semi di un futuro conflitto col Giappone. La stessa impenetrabile Corea fu aperta all'influenza russa sotto Alessandro III. Il quale si adoprò per sostituire, anche con un'accorta politica di prestiti, l'influenza russa all'inglese alla corte persiana ed inviò perfino emissarî in Abissinia, destinati a contrastare le prime esperienze coloniali dell'Italia. Nei Balcani poi lo zar liberatore aveva creduto di poter contare sulla gratitudine dei Bulgari; ma le difficoltà frapposte al consolidamento del principe Alessandro di Battemberg su quel trono recente, gli alienarono rapidamente gli animi dei Bulgari. Lo Stambulov, primo ministro del nuovo principe Ferdinando di Coburgo, mostrò come la Bulgaria potesse reggersi indipendentemente dalla protezione dello zar. Scarso compenso alla scomparsa di questa tutela sulla corte di Sofia fu la clientela degli Armeni acquistata dal governo di Pietroburgo, dacché la Turchia gli aveva consegnato i distretti di Batum e di Kars. Prima però che i massacri per lo meno tollerati dal sultano ‛Abd ul-Ḥamīd decimassero quell'antica schiatta cristiana, provocando l'intervento delle potenze europee, A. moriva il 10 novembre 1894.

Bibl.: Kuropatkin, Les confins anglo-russes, Parigi 1879; Pobjedonocew, Reflections of a Russian Statesman, V, 1898; Kulomzin, Le Transsibirien, Parigi 1904.

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