SEGNI, Alessandro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 (2018)

SEGNI, Alessandro

Alfonso Mirto

– Nacque a Firenze il 2 aprile 1633, da Tommaso e da Maria di Bartolommeo Canigiani, seconda moglie del padre.

Proveniva da un’antica famiglia forse originaria della zona di Fiesole, poi diffusasi per tutta la Toscana, principalmente nella Valdelsa. Tra i suoi antenati si annovera Bernardo Segni, autore delle Istorie fiorentine e traduttore di Aristotele, mentre suo erede fu Giuseppe Carlo di Giovanni Battista Segni, nato in Polonia, cavaliere di Santo Stefano e accademico della Crusca che, come scrisse lo stesso Alessandro, rimaneva l’unica speranza di successione della famiglia essendo lui senza discendenza diretta; infatti, dal suo matrimonio con Maria Camilla di Girolamo Brandolini non nacque prole, mentre il fratello Bartolomeo, che aveva studiato al seminario di Pistoia, non si sposò ed entrò nella Religione di Malta.

Alessandro studiò legge a Pisa, senza addottorarsi per la sopravvenuta morte del padre (1648), ma non rinunciò a fare ricerche acquisendo una buona preparazione che gli permise di comporre in versi e in prosa e di dialogare con scienziati e letterati. Fece parte delle maggiori accademie fiorentine e italiane, a cominciare da quella del Cimento dove, per breve tempo, ricoprì la carica di segretario (fino al maggio del 1660), anche perché per le discipline scientifiche fu allievo di Evangelista Torricelli. Ebbe parte rilevante nel sodalizio degli Apatisti fondato dall’avvocato Agostino Coltellini: qui fu uno dei luogotenenti del granduca Cosimo III. Appartenne all’Accademia Fiorentina, dove per due tornate (nel 1657 e dal 1681 fino alla morte) fu «consolo».

Fondamentale fu il ruolo svolto all’interno della Crusca «ove m’introdusse la benemerenza di Tommaso mio padre, e di Piero, mio zio [...] conciosiache in simili studi avendomi allevato sin da bambino Tommaso suddetto mio genitore, mi trovai aver gettati senza fatica, e senza ne pure avvedermene i fondamenti più saldi, sopra i quali ho io potuto alzar poi con sicurezza e facilità il grande edificio della vasta opera del Vocabolario» (Firenze, Biblioteca Riccardiana, Ricc. 1882, Memorie della Famiglia de’ Segni..., c. 231v). Nella Crusca scelse il nome di Guernito e per impresa un cesto di rose con le barbe fasciate di paglia, con il motto: «Di contraria stagion non teme offesa». Nell’Archivio dell’Accademia sono conservate numerose carte che attestano la sua fervente attività e l’impiego che ne fece il principe Leopoldo, protettore della Crusca, fin dagli anni Cinquanta. Secondo una testimonianza dell’abate Luigi Strozzi, fu nominato, nel luglio del 1667, «arciconsolo», carica che avrebbe tenuto fino all’elezione di Carlo de’ Bardi (Firenze, Archivio dell’Accademia della Crusca, 96, c. 30). Questa elezione è testimoniata sia da un documento dello stesso Segni, datato 3 ottobre 1667, che contiene uno sbozzo del ringraziamento per l’avvenuta nomina (110, f. 144-5), sia da Salvino Salvini (1717, p. 585).

Nel 1691, fu accolto tra gli arcadi prendendo il nome di Fortunio Maloetide.

Il granduca Ferdinando II lo nominò con motuproprio del 14 agosto 1662 bibliotecario del gran principe Cosimo con «provvisione», a partire dal 16 aprile 1667, di 16 scudi al mese, che comunque gli fu elargita anche sotto il regno di Cosimo III (Memorie della Famiglia de’ Segni..., c. 236r).

Fu al servizio di Leopoldo in qualità di gentiluomo di Camera e soprintendente della sua Segreteria; alla morte del cardinale de’ Medici (1675), Segni si rivolse al suo protettore, il marchese Riccardi, per ottenere un incarico adatto alle sue competenze e alla sua età, non sentendosi in grado di svolgere mansioni specifiche nel campo della burocrazia, né di essere impiegato nello Studio fiorentino (nel 1676 si era resa vacante la cattedra di umanità, tenuta da Carlo Dati). Così scriveva a Francesco Riccardi: «Solamente nel Provveditorato della Parte forse mi adulo di poter servire con fare onore a me stesso e rendere utile all’universale; mentre i miei geniali studi intorno alle matematiche, ed alle materie particolari dell’acque, mi renderebbero non del tutto incapace delle proposizioni e discorsi degli ingegnieri, e di tutte l’altre cose a quell’ufizio appartenenti» (Firenze, Biblioteca Riccardiana, Ricc. 2128, c. 21r). In seguito, fu impiegato quindi presso la Segreteria granducale. Come precettore del marchese Francesco Riccardi si recò, in due viaggi, presso le più importanti corti europee: a Parigi si incontrò con i più illustri personaggi della cultura dell’epoca. Il principe Leopoldo lo incaricò di prendere contatti con Gilles Ménage per risolvere la questione dell’etimologico toscano, che lo studioso francese aveva iniziato quasi in concorrenza con i cruscanti, ma nonostante i vari tentativi di farlo desistere dal suo disegno, anche a causa della lentezza degli accademici, Ménage dette alle stampe la sua opera (Le origini della lingua italiana, Parigi 1669). Per le esequie del cardinale Giovan Carlo de’ Medici fu designato a fare l’orazione funebre (1663) e, per le esequie del principe Mattias, fu tra i deputati per le composizioni insieme con Carlo Dati, Giovanni Filippo Marucelli e Manfredi Macinghi (1668); accompagnò il marchese Francesco Riccardi per l’ambasceria di obbedienza a papa Clemente X (1670) e per quella di congratulazione all’imperatore Leopoldo I per le sue nozze con l’arciduchessa Claudia d’Austria (1673); inviato (1674) per «complimentare il nuovo Governatore di Milano D. Luigi Ponz de Lione da parte del Principe Leopoldo cardinale de’ Medici» (Memorie della Famiglia de’ Segni..., c. 233v); fu uno dei deputati, con Lorenzo Panciatichi, dell’apparato e delle composizioni per le esequie del cardinale Leopoldo (1675 e 1676).

«Avendo risoluto il Granduca Ferdinando II di adornar di Pitture la Real Galleria, ne diè l’incombenza al Principe Leopoldo suo Fratello, il quale chiamato a se il Conte nostro [Ferdinando Del Maestro], il Canonico Lorenzo Panciatichi, e Alessandro Segni, per consultare del modo di tale ornamento, concorsero tutti nella proposizione del Conte, di far dipignere in ciascuna delle Volte i Fiorentini stati in alcuna Scienza, o Arte eccellenti» (Salvini, 1717, pp. 579 s.). Nominato soprintendente alla galleria dopo la morte di Lorenzo Panciatichi (1676), Segni dovette curare principalmente «la stampa de’ ritratti in rame a bolino di tutti i personaggi della Ser.ma Casa loro imprese, ed iscrizioni» (Memorie della Famiglia de’ Segni..., c. 236r). Ideò il programma iconografico dell’affresco di Luca Giordano (L’intelletto che contempla la verità), concepito appositamente per le sale della biblioteca dei Riccardi. Nel 1686 fu nominato senatore.

Fu autore delle Memorie delle feste fatte in Firenze per le reali nozze de’ serenissimi sposi Cosimo Principe di Toscana, e Margherita Luisa Principessa d’Orleans (Firenze 1662), dove sono descritte in maniera meticolosa le varie fasi della cerimonia nuziale; compose Le prove della sapienza e del valore. Festa a cavallo sotto la condotta del Serenissimo Principe di Toscana (Firenze 1686); scrisse le Memorie de’ viaggi, e feste per le reali nozze de’ serenissimi sposi Violante Beatrice di Baviera, e Ferdinando principe di Toscana (Firenze 1688), all’interno delle quali vi è la solenne ed erudita Orazione, che lesse al cospetto del granduca. Inoltre, con il nome di Simone Bonini, pubblicò le Memorie della famiglia degli Ughi e delle prerogative da essa godute appresso la sede archiepiscopal fiorentina (Lucca 1687); curò Lo specchio di vera penitenzia di Iacopo Passavanti, con lettera dedicatoria a Cosimo III de’ Medici (1681); scrisse versi per musica alcuni dei quali sono conservati manoscritti nell’Archivio dell’Accademia della Crusca e compose la Descrizione dell’Ercole in Tebe. Festa teatrale di Giovann’Andrea Moniglia (1661) pubblicata in Delle poesie dramatiche... (1689). Compilò la Prefazione alla terza edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca (Firenze 1691) e la Lettera dedicatoria al granduca Cosimo III de’ Medici. A proposito del Vocabolario, Segni annotò: «Il cav. Lionardo Salviati fu l’architetto, che disegnò il gran lavoro del Vocabolario, ne fu poi Pier Segni il fabbricator principale, nel quale lavoro ebbe per aiuto Tommaso mio padre, e per successore me [...], che colle fatiche di venti anni ne ho ricresciuto del doppio quel grande edifizio, e ridottolo forse, o che spero, in stato migliore, e più perfetto, che per avanti non era» (Memorie della Famiglia de’ Segni..., c. 196r). Scrisse, infine, l’Orazione del peccato (poi in Raccolta di prose fiorentine, 1721, pp. 94-107); l’Orazione dell’Amor di Dio (ibid., pp. 108-123) e l’Orazione del prezzo dell’Anima (ibid., pp. 124-135).

Morì a Firenze il 28 settembre 1697.

Fonti e Bibl.: Firenze, Archivio dell’Opera del duomo, Reg. 39, foglio 128; Archivio dell’Accademia della Crusca, Carte Medici (de’) Leopoldo, 1, f. 16-7; Carte Segni, 109, f. 24-9; 110, f. 126-7, 9, 12-16, 19-20, f. 143-8, f. 17; Notizie della Accademia della Crusca. Selva I, 96, c. 30; 1471, Sotto serie Carte Parodi, Cariche accademiche, cart. n. 1; Archivio Corsini, Carteggio Segni; Archivio di Stato di Firenze, Mediceo del Principato, ff. 5759, 5766, 5767; Manoscritti, f. 321, passim; Riccardi. Appendici, f. 54; Biblioteca Medicea Laurenziana, Rediani, 211, 217, 225; Biblioteca Riccardiana, Ricc. 1882 (Memorie della Famiglia de’ Segni, raccolte da Alessandro di Tommaso Segni senator Fiorentino, e da lui dedicate a quelli che di presente vivono, e che in avvenir nasceranno, nella detta Famiglia de’ Segni); 2128, cc. 19r-22r; 2304, cc. 83v, 97r, 258r, 303v, 479r-482r; 2296-2299; Biblioteca Marucelliana, Redi, 10; A 257; Biblioteca Moreniana, Autografi Frullani, 1714-1719; Biblioteca nazionale, Autografi Palatini, V, 75-110; VII, 80; Baldovinetti, 258, VII.23; Carteggi vari, 4981, 539105; Galileiani 168, 257, 277, 315; Fondo Nazionale, II.15, 1; Magliabechiano, VII.1407, VIII.718, VIII.1554, VIII.1575, VIII.1577.

Delle poesie dramatiche di Giovann’Andrea Moniglia..., Firenze 1689; Discorsi accademici di Anton Maria Salvini... Parte seconda, Firenze 1712, p. 231; S. Salvini, Fasti consolari dell’Accademia Fiorentina, Firenze 1717, pp. 584-588, 641-644; Notizie istoriche degli arcadi morti, I, Roma 1720, pp. 74-77; Raccolta di prose fiorentine. Parte prima volume quarto contenente orazioni, Firenze 1721, pp. 230-246, volume quinto, 1722, pp. 94-135; Museum Mazzuchellianum, seu numismata virorum doctrina praestantium, quae apud Jo. Mariam comitem Mazzuchellum Brixiae servantur a Petro Antonio de comitibus Gaetani Brixiano presbytero et patritio romano edita, atque illustrata, II, Venetiis 1763, pp. 170 s.; Notizie degli aggrandimenti delle scienze fisiche accadute in Toscana nel corso di anni LX del sec. XVII raccolte dal dottor Gio. Targioni Tozzetti, I, Firenze 1780, passim; A. Mirto, A. S. e gli accademici della Crusca. Carteggio (1659-1696), Firenze 2016.

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