SPERELLI, Alessandro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 93 (2018)

SPERELLI, Alessandro

Chiara Coletti

– Nacque ad Assisi il 10 maggio del 1589 da Ottavio, appartenente a una nobile famiglia di antico lignaggio.

Formatosi in patria nei primi studi, ottenne nel 1610 a Perugia la laurea in utroque iure e subito dopo venne nominato vicario episcopale dallo zio paterno Ascanio, dal 1607 alla guida della diocesi di San Severino in territorio marchigiano. Dopo questa prima esperienza pastorale, si recò a completare la propria formazione a Roma, ove affinò la sua propensione per le materie giuridiche grazie ai vari incarichi che gli vennero affidati e ai contatti con uomini di Chiesa e di cultura con i quali strinse rapporti di durevole amicizia: divenne allora auditore del cardinale Domenico Ginnasi, si legò fortemente ad Angelo Cesi, fratello di Federico, fondatore dell’Accademia dei Lincei, e partecipò intensamente alla vita culturale di vari accademie romane tra cui quella degli Umoristi.

Negli anni Venti ebbe modo di maturare alcune importanti esperienze formative in diverse aree della penisola: nel 1621 venne nominato vicario di Alessandro d’Este, allora vescovo di Reggio di Lombardia, nel 1626 vicario apostolico a Parma, due anni dopo ancora vicario del già menzionato Angelo Cesi, vescovo di Rimini fra 1627 e 1646. L’intenso lavoro giuridico di quel periodo fu raccolto dallo stesso Sperelli in due volumi di Decisiones fori ecclesiastici pubblicate a Venezia nel 1651. Al termine di questa prima fase di impegno professionale a contatto con diverse realtà territoriali, probabilmente nel 1635, rientrò a Roma dove la sua carriera continuò con l’attribuzione di altri significativi incarichi in Curia: nella capitale infatti divenne abbreviatore di parco maggiore, referendario dell’una e dell’altra Segnatura e consultore del S. Uffizio. Mentre si intensificavano i suoi rapporti con i circoli intellettuali romani ottenne altre due nomine significative: nel 1642 il cardinale Marcello Lante lo volle come vicario per la diocesi di Ostia e Velletri e gli venne conferito il titolo onorifico di vescovo in partibus di Ortona.

Nel marzo del 1644 venne nominato vescovo di Gubbio, ove giunse nel maggio di quell’anno. Il suo ministero pastorale si caratterizzò per il particolare impegno nell’incremento degli studi ecclesiastici e per le ripetute iniziative devozionali e artistiche intraprese allo scopo di accrescere e formare la pietà dei fedeli secondo i classici canoni del consolidato modello tridentino. Per quanto concerne la sua attenzione verso la preparazione dei religiosi, si segnalano alcuni provvedimenti quali l’istituzione nella canonica di due prebende di teologia e penitenziaria, la frequente discussione di casi morali con il clero diocesano e la fondazione di una confraternita che aveva lo scopo di destinare le sue rendite alla formazione nella disciplina ecclesiastica di chierici di povera condizione e alla dotazione di altrettante oneste ma povere zitelle. Per quanto riguarda invece l’impegno nella propagazione di specifiche devozioni e nel restauro di sentiti luoghi di culto cittadini, si ricordano alcune significative iniziative volte a esaltare la centralità della carità nel ministero episcopale e a diffondere la devozione mariana attraverso la realizzazione di studiati – e artisticamente aggiornati – cicli figurativi. Nel 1648 per esempio, acquistò la cappella Pinoli in cattedrale e vi fece riedificare in marmo l’altare di s. Giovanni da Lodi (discepolo di Pier Damiani e amato vescovo di Gubbio nell’XI secolo), traslandovi il corpo incorrotto del santo. Qui finanziò poi, fra il 1656 e il 1658, la realizzazione della cappella del Ss. Sacramento ove la decorazione ad affresco appare incentrata sui temi della devozione mariana di ispirazione lauretana e della missione pastorale del vescovo, argomento al quale dedicò anche un ampio trattato in tre parti (Il vescovo opera etica, politica, sacra in tre parti distinta, Roma 1656, più volte riedito e poi tradotto anche in latino) che si colloca a pieno titolo nella ricca tradizione manualistica sul buon vescovo di età tridentina. A partire dal 1662 iniziò un accurato restauro – completato dopo la sua morte – del piccolo santuario mariano periurbano della Madonna al Prato.

Tra le altre numerose iniziative che caratterizzarono il suo intenso operato merita una menzione la celebrazione del sinodo diocesano, di cui lui stesso curò l’edizione (Constitutiones et decreta edita ab Ill.mo et Rev.mo D. Alexandro Sperello, Perusiae 1651) e la pubblicazione di numerose operette dedicate a temi classici della pastoralità tridentina: Osservationi per ascoltare et celebrare con frutto, & perfettione la S. Messa, con la dichiaratione de’ suoi misterij, & pretiosi effetti, Roma 1621; due tomi di Paradossi morali (Roma 1640-1653); Della pretiosità della limosina (Venetia 1666); Parenesi teleturgica in cui si scuoprono i tesori nel sacrifitio della messa nascosti, e si dà il modo a sacerdoti, & a laici di farne acquisto (Venetia 1658); La protezione di Maria sempre vergine miracolosamente esercitata verso de’ suoi diuoti, spiegata, e con morali riflessioni arrichita ne’ ragionamenti familiari fatti al suo popolo (Bologna 1671).

Meno fortuna registrò Alessandro nello svolgimento della sua breve carriera diplomatica: nell’ottobre del 1652 venne infatti nominato nunzio apostolico a Napoli (unica interruzione nel lungo episcopato eugubino) ma qui le difficoltà riscontrate nel gestire i difficili rapporti diplomatici fra Regno di Napoli e S. Sede in relazione ad alcuni contenziosi in materia fiscale e alla nomina di alcuni vescovadi rimasti vacanti fecero propendere per un rapido rientro del prelato alla guida della diocesi di Gubbio (1653), ove rimase fino alla morte che lo colse il 19 dicembre 1671.

I suoi ampi interessi culturali e la sua attenzione alla formazione spirituale e culturale dei fedeli sono testimoniati dalla donazione alla città della sua ricca e varia biblioteca personale, nucleo originario dell’odierna Biblioteca comunale di Gubbio, a lui stesso intitolata. Con testamenti redatti il 10 giugno 1666 e il 25 agosto 1668 aveva istituito come erede universale una congregazione formata dal vescovo pro tempore, dal gonfaloniere di Giustizia, da due canonici (penitenziere e teologo), da tre «gentiluomini» e tre «dottori», allo scopo di soddisfare legati di culto, conferire doti a giovani di Gubbio, incrementare con libri la biblioteca del testatore e pagare uno stipendio al bibliotecario incaricato (Le istituzioni pubbliche..., 1990).

Durante il suo lungo episcopato eugubino, per alcuni anni aveva scelto come vicario il giovane nipote Sperello Sperelli. Figlio del nobile assisiate Antonio e di Giulia Filippucci, nacque ad Assisi il 15 agosto 1639 insieme al gemello Cesare, anche lui destinato alla carriera ecclesiastica. A quattro anni venne mandato presso un altro fratello del padre, Francesco Sperelli, allora vescovo di San Severino, in territorio marchigiano, per ricevere la prima educazione. A sedici anni si recò a completare il suo percorso formativo a Perugia dove si laureò a ventuno anni in utroque iure insieme al fratello Cesare. Conclusi gli studi si trasferì a Gubbio, ove appunto era vescovo lo zio paterno Alessandro, con il quale collaborò strettamente e del quale sostenne attivamente la missione episcopale improntata sul modello di una intensa pastoralità tridentina. Dopo questa esperienza si recò a Roma, dove completò e arricchì la sua formazione grazie alla partecipazione alla vita culturale di varie accademie (tra cui l’Accademia degli Umoristi e quella degli Infecondi) e ai rapporti stretti con il cardinale ed esperto giurista Giovanni Battista De Luca. In quegli anni espletò diversi incarichi in Curia, in particolare come uditore dei cardinali Giacomo Franzoni, Giacomo e Felice Rospigliosi, Federico Colonna e Carlo Emilio Rondinini.Nel 1683 venne nominato vescovo di Terni dove svolse con impegno e dedizione la sua missione episcopale: nel 1690 tenne il sinodo diocesano del quale si conserva nell’Archivio diocesano della città copia manoscritta. La successiva nomina da parte del pontefice Innocenzo XII come vicegerente di Roma, poi come assessore del S. Uffizio, lo costrinse a lasciare il suo incarico a Terni ove gli succedette come ordinario diocesano il fratello Cesare, nel dicembre del 1698. Il 24 novembre 1699 venne nominato cardinale e il 4 marzo 1700 fu acclamato come protettore dalla città di San Severino, nella quale aveva ricevuto la prima educazione e con la quale la famiglia Sperelli aveva stretto forti legami nel corso del Seicento.

Morì a Roma il 22 marzo 1710 e venne sepolto nella chiesa di S. Giovanni a Porta Latina.

Fonti e Bibl.: V. Armanni, La translatione del corpo di S. Giouanni da Lodi Vescouo di Gubbio. Fatta celebrare con pompa, e magnificenza da Monsig. Illustriss. e Reuerendiss. A. S. Nobile d’Assisi successore del Santo nel medesimo Vescouato, Perugia 1648; G. Lazzarelli, Series episcoporum eugubinae civitatis, in A. Sperelli, Constitutiones et decreta edita ab Ill.mo et Rev.mo D. Alexandro Sperello, Perusiae 1651, pp. 179-204; L. Jacobilli, Bibliotheca Umbriae, Fulginiae 1658, p. 38; E. Gamurrini, Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane e umbre, II, Firenze 1671, pp. 293-302; B. degli Intendenti, In funere Alexandri Sperelli eugubini episcopi, Bononiae 1672; Delle lettere del signor Vincenzo Armanni..., III, Macerata 1673, pp. 433-459 (due lettere a Carlo Cartari del 1667 e 1672); Alexandri Sperelli, Sermones pastorales clero exhibiti, labore atque studio p. don Ludovici Voltalini, Trident. canon. regul. Theatini..., Augustae Vindelicorum 1695; G. Vincioli, Vita del cardinale Sperello Sperelli, Macerata 1715; M. Sarti, De episcopis Eugubinis, Pesaro 1755, pp. 235-246; A. S. patrizio di Assisi e vescovo di Gubbio, Spoleto 1872 (rist. in opuscolo delle lettere di Vincenzo Armanni); A. Cristofani, Le storie di Assisi, Assisi 1875, pp. 530-532; U. Pesci, I vescovi di Gubbio, Perugia 1915, p. 125; Le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza dell’Umbria. Profili storici e censimento degli archivi, a cura di M. Squadroni, Roma 1990, p. 201; M. Lupi, Vescovi e diocesi a Terni in età moderna attraverso le “relationes ad limina”, in Istituzioni, Chiesa e cultura a Terni tra Cinquecento e Settecento, a cura di T. Pulcini, Terni 1997, pp. 45-86; La lunga ombra dell’accademia: A. S., vescovo di Gubbio (1644-1672), a cura di S. Geruzzi, Pisa 2005; P. Bottaccioli, La Diocesi di Gubbio. Una storia ultramillenaria, un patrimonio culturale, morale, religioso, ineludibile, Prato 2010, pp. 75-77.

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