STRADELLA, Alessandro

Enciclopedia Italiana (1936)

STRADELLA, Alessandro

Alberto Gentili

Compositore. Nato nel modenese, con tutta probabilità nel 1645, è anche probabile che trascorresse gli anni giovanili a Modena. Nulla consta di positivo circa una sua affermata dimora a Napoli. Suoi contatti con l'ambiente romano sono provati dall'aver musicato testi di poeti romani, dall'incarico di comporre nel 1667 un Oratorio per la confraternita del SS. Crocifisso, dall'avere scritto un Prologo per la Dori di A. Cesti, datato nel ms. 1672, anno in cui la Dori fu eseguita a Roma. Dal 1665 al 1677 lo S. ebbe precipua dimora a Venezia, dove pare insegnasse il canto; colà si sarebbe iniziata quella sua relazione amorosa, in conseguenza della quale fu poi ferito a Torino nel 1677 per mandato di un Pignaver o di un Contarini. L'ambasciatore francese protesse la fuga dei sicarî; riuscite inutili le proteste della Corte di Savoia, lo S. temendo il peggio riparò a Genova. Ma qui, in seguito a oscure vicende, fu ucciso tra il 22 e il 26 febbraio 1682.

È probabile che lo S. abbia compito studî a Modena e forse a Bologna (dove per certo studiò anche un suo fratello): certo sentì l'influsso di M. Uccellini, di B. Ferrari, di G. M. Bononcini e, in modo più evidente, di G. B. Vitali. Più tardi, a Venezia trasse ammaestramenti dalle musiche di A. Legrenzi e del Pallavicino, a Roma da quelle di G. Carissimi e del Cesti.

Nelle composizioni strumentali egli precorre A. Corelli per la vocalità e l'intensa espressione nelle minori forme e per aver segnato la via al Concerto grosso. Egli infatti non solo fu tra i primi a usare, oltre che nella Sinfonia d'opera, anche nell'accompagnar le Arie la divisione degli archi in Concerto grosso e Concertino, ma creò anche, applicando tale divisione di strumenti alla forma Sonata da chiesa, quella nuova entità che fu poi detta Concerto grosso (vedi la sua Sonata per viole nei mss. di Modena e di Torino). Nelle Cantate lo S. progredisce sulla via segnata da B. Ferrari, da L. Rossi, da G. Carissimi e raggiunge un culmine di equilibrio tra il rispetto della struttura poetica e il senso della costruzione musicale. Fantasioso creatore e coloritore si rivela nelle minori azioni drammatiche (Prologhi, Intermedî, Accademie) dove talora a Concertino e Concerto grosso aggiunge altri strumenti, con alternanze, sovrapposizioni e originali fluttuazioni dinamiche. Nella Sinfonia dell'Accademia d'amore, p. es., ingiunge di "incominciar piano assai rinforzando sempre sino al più forte" e ciò col dividere le viole in 3 corpi che devono "entrare una battuta dopo l'altra ma insensibilmente dal piano al fortissimo". Negli Oratorî della maturità (S. Giovanni Battista, Susanna), la conquistata padronanza della polifonia e, in generale, di una solida e ricca tecnica permette allo S. di sottolineare e intensificare il dramma pur dentro a quadri formalmente perfetti: come la meravigliosa scena finale del S. Giovanni, dove i rimorsi di Erode scandiscono un martellante linguaggio di pianto mentre nel contempo si sfrena l'infernale gioire di Salomé. Fra le opere teatrali, notevoli: Biante, in cui si alternano musica e prosa; Trespolo tutore, perfetta commedia musicale, equilibrata, omogenea, che porta ad alto grado di bellezza formale gli elementi dell'opera comica romana e fiorentina; e soprattutto: Forza d'amor paterno, stimata perduta e poi di recente riapparsa con la Raccolta Foà (Bibl. naz. di Torino), che presenta anime e casi umani resi vivi e pulsanti dalla musica; il "cantante" S. trascrive qui il suo proprio canto nato dal testo e, sia nel Recitativo liberamente declamato sia nelle Arie, anticipa forme e modi di espressione e arditezze armoniche che riappariranno solo molto più tardi; la Sinfonia e la prima Aria hanno un tema comune, i Ritornelli sono spesso in relazione tematica con le rispettive Arie. Sono doti precipue dello S.: sincerità e vigore dell'eloquio, libero, vario, aderente all'azione, caratterizzatore; ricchezza e versatilità di melodie e di forme ampie, splendide; profondità di sentimento, impeto lirico, splendore di fantasia. Per il deciso influsso su A. Scarlatti egli appare come il ponte di collegamento fra le scuole settentrionali e la scuola meridionale.

Composizioni pervenuteci: 27 vocali religiose; 155 vocali profane; 31 strumentali; 6 Oratorî; 31 Prologhi, Intermedî e azioni drammatiche; 5 opere.

Ediz.: Una Sonata da chiesa, in Silvani, Scielta delle Suonate a 2 violini, Bologna 1680; un duetto del S. Giov. Battista, in Ch. Burney, General history of music, Londra 1776-89, e in G. B. Martini, Esemplare... di contrappunto, Bologna 1774-75; sei Canti a voce sola, riveduti da Halévy, Parigi 1861; una Serenata, in F. Chrysander, Quellen zu Händel's Werken, Lipsia 1888; Forza d'amor paterno, opera in 3 atti, trascritta e armonizzata da A. Gentili, Milano 1932; Cantate, Arie, Canzonette, nelle Raccolte pubblicate da A. Parisotti, Milano 1890, Parigi 1896.

Bibl.: Bourdelot-Bonnet, Hist. de la mus. et de ses effets, Parigi 1715; Carutti, Storia della diplomazia alla corte dei Savoia, III, Roma 1875; F. Catelani, Delle opere di A. S., Modena 1865; Crawford, A. S., Londra 1911; A. Gentili, Un'opera di A. S. ritrovata recentemente, in Il pianoforte, maggio-giugno 1927; A. Gentili, A. S., in Miscellanea della Facoltà di Lettere e Filosofia, Torino 1936; Hess, Die Opern A. S.s, Lipsia 1906; Richard, S. et les Contarini, in Le Ménestrel, 1865-66.