ALEUTINE

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

ALEUTINE (II, p. 366)

Romeo BERNOTTI
Guido CASTELNUOVO

La loro superficie equivale a 37.840 kmq. La popolazione indigena è rappresentata da circa 1200 ab., in gran parte ortodossi, dei quali i 4/5 si raccolgono nelle Fox Islands. Il centro principale, Unalaska, ha circa 230 ab. di cui 25 Bianchi; sull'isolotto di Ama Kuak, adiacente a questo centro, si trova Dutch Harbour. Nei riguardi faunistici le Aleutine rappresentano una zona di rispetto degli animali marini e delle volpi. L'isola di Bugoslav (nelle Fox Islands) è zona di rispetto per glì uccelli.

Durante la seconda Guerra mondiale l'arcipelago delle Aleutine aveva importanza strategica essendo il territorio americano più vicino al Giappone: l'isola di Attu è a 1260 miglia da Hakodate. Allo scopo di occupare le posizioni nel raggio di 1300 miglia dai territorî dell'Impero, il gran Quartiere generale nipponico nella primavera del 1942 decise l'occupazione delle Aleutine occidentali - Attu e Kiska - mentre l'isola di Adak doveva essere occupata per il tempo sufficiente a distruggere le istallazioni militari. Simultaneamente nell'isola di Unalaska doveva essere neutralizzata Dutch Harbour, importante base americana per velivoli, naviglio leggero e sommergibili. Queste disposizioni furono stabilite nel quadro delle operazioni principali per la conquista delle isole Midway (v. in questa App.) prescrivendo per l'esecuzione un giorno di anticipo su di esse, per tenere il nemico nell'incertezza.

Nei giorni 3 e 4 giugno 1942 le navi portaerei giapponesi Rynjo e Funjo, successivamente rinforzate dall'altra portaerei Zuiho attaccarono Dutch Harbour, ma con scarsi risultati, perché l'azione dei velivoli fu contrastata dalle condizioni meteorologiche. In conseguenza della sconfitta subita nella battaglia di Midway l'Alto comando giapponese annullò l'ordine di occupazione di Adak, perché prossima a Dutch Harbour (300 miglia); furono effettuati gli sbarchi su Attu e Kiska, ciascuno con 1200 uomini. Ma quelle isole furono per i Giapponesi di scarso rendimento come basi aeree, essendo le ricognizioni a grande raggio impedite durante l'estate dalle dense nebbie e nell'inverno dai venti violentissimi. D'altra parte risultò oneroso l'invio di rinforzi e di rifornimenti, perché gli Americani costruirono aeroporti nelle isole vicine e la vigilanza aerea fu seguita dal contrasto navale. I Giapponesi furono quindi costretti a scortare fortemente i trasporti, vincolando a quel compito la V squadra. Alla fine di marzo 1943 questa forza giapponese, a 65 miglia a sud dell'isola russa Komandorski, si incontrò con un gruppo navale americano, che, pur inferiore di potenza, impegnò combattimento, riuscendo ad impedire che il convoglio nemico giungesse a destinazione.

L'11 maggio 1943 una squadra americana riuscì a sbarcare truppe sull'isola di Attu, da cui il presidio giapponese si ritirò alla fine di maggio. Rimase ai Giapponesi l'isola di Kiska, che fu bombardata dall'aria e dal mare: i Giapponesi tentarono di ritirare il presidio a mezzo di sommergibili, ma quel sistema si rivelò lento e 3 sommergibili furono affondati. Il 16 agosto 1943 una spedizione di truppe americane e canadesi forte di 34.000 uomini sbarcò su Kiska, ma il presidio giapponese (di circa 5000 uomini) era già stato ritirato a mezzo di incrociatori e cacciatorpediniere operanti dalla base di Paramushiro, distante 500 miglia. Le isole di Attu e Kiska divennero basi di sommergibili americani per attaccare il traffico giapponese nella zona delle Curili.

Anche dopo il crollo della potenza navale giapponese, l'arcipelago riveste notevole interesse militare per gli S.U.A. dato che per le Aleutine passano le rotte più brevi da qualunque porto dell'Asia settentrionale a qualunque punto dell'America settentrionale, le isole sono quindi sede di basi aeree ehe completano il sistema difensivo dell'Alasca (dominando i cieli del Mare di Bering); lo collegano con le basi stabilite nelle isole giapponesi e controllano - anche a gittata efficace di proietti razzo - le estreme basi siberiane, dalle quali potrebbe partire una offesa aerea efficace verso gli S.U. I principali aeroporti sono sbabiliti ad Attu (estrema isola dell'arcipelago) e ad Adak (gruppo delle Andreanof). Aeroporti minori (non continuativamente in efficenza) sono a Sghemya (ad est di Attu, nelle isole Near), Amchitka (nel gruppo delle isole Rat), Tanaga (ad ovest di Adak, nel gruppo delle Andreanof), Atka (a est di Adak, sempre nel gruppo delle Andreanof), Fort Glen e Fort Randall (nelle isole Fox, verso l'attaccatura con la penisola dell'Alasca). La già ricordata base di Dutch Harbour offre possibilità di ancoraggio per tutta la flotta come nessun altra isola del medio Pacifico posseduta dagli S.U.A.

Bibl.: E. Hultén, Aleutiska öarna. En geografisk och naturhistorisk oversikt, in Svensk Geografisk Årsbok, Lund 1933, pp. 7-30; J. W. Hutchinson, Stepping stones from Alaska to Asia, Londra 1937; H. B. Collins - A.H. Clark-W. H. Walker, The Aleutian Islands: their people and natural history, Washington 1945.

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