Humboldt, Alexander von

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Naturalista e geografo (Berlino 1769 - ivi 1859), fratello di Karl Wilhelm. Avviato da J. H. Campe alla lettura delle descrizioni dei grandi viaggi d'esplorazione, H. dapprima studiò all'università di Francoforte sull'Oder (1787-88) per trasferirsi poi nel 1788-89 a Berlino, dove seguì l'insegnamento del grande botanico K. L. Willdenow e frequentò i salotti letterarî di H. Herz e R. Levin. Tra il settembre e il novembre del 1789 intraprese un primo viaggio di istruzione lungo il Reno fino a Magonza, dove conobbe gli scrittori e viaggiatori Johann Reinhold e Johann George Adam Forster. A Gottinga studiò nel 1789-90 frequentando soprattutto il fisiologo J. F. Brumenback, il fisico e poligrafo G. C. Lichtenberg e il filologo Ch. G. Heyne. Nel 1790, con la pubblicazione del primo scritto Mineralogische Beobachtungen über einige Basalte am Rhein, si ha un episodio saliente della biografia humboldtiana, il viaggio in compagnia dei Forster e del medico olandese van Genus attraverso il Basso Reno, l'Olanda, l'Inghilterra e la Francia. Le Ansichten vom Niederrhein (3 voll., 1791-94) di J. G. A. Forster nacquero dalla comune esperienza di viaggio e mostrano una sintesi di senso estetico, geografico-storico e naturalistico significativa per l'opera futura dello stesso Humboldt. Dopo periodi di studio ad Amburgo e all'Accademia mineraria di Freiberg, H., nominato Bergrat (consigliere minerario), entra in contatto a Jena con l'ambiente weimariano, frequentando Goethe e Schiller. L'influenza di Goethe su H. fu profonda: i principî della morfologia goethiana come la concezione dinamica del tipo quale principio costruttivo ed euristico e la sua visione olistica come principio attivo, capace di compensare le deficienze di sviluppo di alcune parti attraverso un maggiore sviluppo di altre, rimasero fra i principali motivi d'ispirazione della biologia humboldtiana. Una visione vitalistica permea le opere di questo periodo: negli Aphorismen aus der chemischen Physiologie der Pflanzen (1794, prefazione del botanico J. Hedwig) e nel racconto mitologico Die Lebenskraft oder der rodische Genius (pubbl. sulle Horen di Schiller nel 1795 e ripreso nell'introduzione alle Ansichten der Natur del 1826) la vis vitalis appare come quella forza che, agendo contro le affinità chimiche della materia, tiene separati gli elementi impedendone la combinazione; la morte e la decomposizione segnano il trionfo degli impulsi insiti nella materia inorganica. Nel 1797 H. pubblicò una vasta opera in due volumi dedicata al galvanismo, i Versuche über die gereizten Muskel und Nervenfaser, dove assunse le difese delle tesi di Galvani contro le obiezioni di Volta all'esistenza di un fluido elettrico animale distinto dall'elettricità ordinaria. A questo periodo risalgono altresì il programma di elaborare una physique du monde e il progetto di un grande viaggio di studio nell'America tropicale. Dopo una preparazione tra Weimar, Vienna e Parigi, H. partì nel giugno 1799 assieme al francese A. Bompland. Approdato a Cumaná in Venezuela, compì viaggi in Venezuela, Colombia, Cuba, Ecuador e Perù, nel corso dei quali navigò sull'Orinoco e scalò, fin quasi alla vetta, il Chimborazo. Messico, ancora Cuba e gli Stati Uniti furono le ultime tappe del grande itinerario, che si concluse con il ritorno a Parigi nell'agosto 1804 e la presentazione a Napoleone. Fino al 1827 H. risiedette a Parigi, dove attese alla pubblicazione dei risultati delle ricerche fatte in America (Voyage aux régions équinoxiales du Nouveau Continent, 36 voll., 1805-1834). Nel 1807 uscì la prima edizione delle Ansichten der Natur, la più popolare delle sue opere, tradotta in diverse lingue. Nel 1827 H. ritornò a Berlino e, tra l'aprile e il dicembre 1829, intraprese un viaggio attraverso la Russia. Il lavoro di tutta la vita dello studioso trovò negli anni berlinesi la sua sistemazione nel colossale Kosmos. Entwurf einer physischen Weltbeschreibung (5 voll., 1845-62). La morte gli impedì di vedere compiuta l'edizione dell'opera. L'uscita della grande sintesi incontrò una certa freddezza da parte di una generazione di scienziati volta a ricerche specialistiche e diffidente verso la speculazione, benché H. si fosse da lungo tempo allontanato dalla Naturphilosophie tedesca assumendo spesso, anzi, posizioni assai critiche nei suoi confronti. La visione di una "fisiognomica" del paesaggio naturale, come espressione di una profonda forza di organizzazione esercitata dall'ambiente e dalle sue caratteristiche fisiche e climatiche sugli esseri viventi (sicché i tipi delle associazioni vegetali tendono a convergere morfologicamente, al di là delle stesse diversità sistematiche delle specie coinvolte, in regioni distanti tra di loro, ma simili per condizioni), doveva ritrovare interesse in tempi recenti. A partire dal centenario del 1959 si sono riscoperti aspetti del multiforme pensiero - soprattutto biologico - di H., che hanno fatto uscire la sua immagine dalla riduttiva alternativa tra l'essere stato l'ultimo dei cosmografi e l'essere il fondatore della moderna geografia scientifica.

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