BONELLI, Alfredo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)

BONELLI, Alfredo

Gianpiero Marchese

Nacque a Passirana, frazione di Lainate (oggi di Rho), il 6 genn. 1880 da Giovanni e Giuditta Papetta. Lasciati gli studi medi s'impiegò, a poco più di sedici anni, presso un'importante ditta tedesca produttrice di coloranti, di cui acquisì rapidamente una buona esperienza. Ottenne presto dalla stessa ditta tedesca la rappresentanza di prodotti per tintoria, con deposito a Turro presso Milano. In poco tempo sviluppò la rete commerciale ed incrementò le vendite al punto da creare, sempre a Turro, la sua prima modesta fabbrica di prodotti chimici.

Prendeva così inizio, nel 1913, la prima produzione interamente italiana del cosiddetto olio di anilina, importante intermedio per materie coloranti sino allora totalmente importato dalla Germania. Nel 1915, agli inizi della prima guerra mondiale, il B. si trovava nel pieno della sua prima attività industriale, peraltro economicamente redditizia. Forte della sua esperienza, poté avvalersi del momento favorevole al potenziamento di certi settori industriali ed iniziare a Cesano Maderno la fabbricazione del dinitrofenolo e poi del trinitrofenolo (acido picrico), esplosivi di largo impiego bellico.

L'iniziativa ebbe un tale sviluppo che al termine della guerra la produzione complessiva aveva raggiunto le 25.000 tonnellate annue. Tra l'altro, per ovviare ai continui infortuni che si verificavano nella fase di caricamento delle granate col metodo della compressione del dinitrofenolo, il B. prese in considerazione e realizzò praticamente il metodo di caricamento dell'esplosivo allo stato fuso, sostituendo inoltre il dinitro- col trinitrofenolo più stabile. Questo metodo si rivelò molto più controllabile e più sicuro e fu, in seguito, adottato anche da altri produttori, costituendo il ritrovato un sostanziale miglioramento tecnologico-industriale della metodica di lavorazione.

La produzione del dinitrofenolo permetteva inoltre la produzione di notevoli quantità del derivato detto nero allo zolfo, colorante che già aveva un discreto impiego.

Con buona intuizione il B. fondava, fin dal 1917, a Cesano Maderno la "Fabbrica Italiana Materie Coloranti Bonelli" (siglata usualmente M.C.B.) per la produzione specifica del nero allo zolfo e che utilizzava il dinitrofenolo contenuto in acque madri di lavorazione in precedenza scaricato e non recuperato. Terminata la guerra, sostituì, alla cessata produzione degli esplosivi, altre produzioni chimiche, fra le quali le più importanti erano quelle dell'acido cloridrico (da cloro e vapor d'acqua, al gassogeno), dell'acido solforico, dell'acido nitrico, del solfato sodico, del solfuro sodico ed anche di soda caustica elettrolitica.

Sempre con la stessa ditta il B. inizio, in quel periodo, anche la produzione di una piccola serie di coloranti azoici. Verso la fine del 1919, grazie alla collaborazione di valenti chimici (tra gli altri i dottori Masera, Donnagemma e Perucchetti), la M.C.B. poteva presentare sul mercato una buona serie di coloranti, allo zolfo ed azoici, atta a soddisfare alcuni dei più comuni impieghi.

A coronamento della proficua attività nel campo chimico, nel 1925 furono realizzati a Cesano Maderno importanti impianti per la produzione di indaco sintetico e subito dopo il grandioso stabilimento della Società per la Seta Artificiale (passato poi alla SNIA Viscosa); a Milano, a Ferrania, a Borgotaro ed a Castel del Piano sull'Atniata, fabbriche di acido tannico per estrazione dal legno di castagno.

Considerato il difficile periodo economico del primo dopoguerra, l'insieme di tali iniziative rappresentava uno sforzo superiore alle possibilità del B., e ormai insostenibile. In special modo risultava passiva la produzione di tannino dal castagno per la crescente distanza tra fabbrica e luogo in cui era disponibile la materia prima.Il B. fu perciò dapprima costretto a chiudere alcune fabbriche di tannino, poi a cedere la fabbrica di fibre artificiali al gruppo Gualino (SNIA) e subito dopo, nel 1927, la fabbrica di materie coloranti al gruppo rappresentato dall'avvocato Panzarasa. Questi fuse la SIPE di Cengio, l'Italica di Rho e la M.C.B. in un'unica ditta, denominata "Aziende Chimiche Nazionali Associate" (A.C.N.A.), tuttora esistente, col nome di "Azienda Colori Nazionali ed Affini", assorbita poi dalla Montecatini, di cui è ora consociata.

Il B. cedette anche le ultime fabbriche rimastegli di acido tannico in seguito alla congiuntura economica determinata dalla cosiddetta quota novanta, poco prima cioè di un periodo di congiuntura favorevole che gli avrebbe forse permesso una buona ripresa. Abbandonata l'attività produttiva nel campo chimico, il B. aveva dato vita, già prima della crisi del 1929, alla Manifattura di Turro per la torcitura e ritorcitura di seta e di fibre artificiali, nonché per la fabbricazione di calze con telai Cotton. Presso tale industria il B. rimase consigliere delegato fino alla sua morte, che avvenne in Milano il 20 apr. 1954. Nel 1914 aveva sposato Selene Fochessati, sorella del romanziere Guido da Verona.

Bibl.: L. Vidotto, necrologio, in La chimica e l'industria, XXXVI (1954), p. 339; L. Cambi, Chimica e industrie chimichein Lombardia nei primi decenni del 1900, in Storia di Milano, XVI, Milano 1962, pp. 924-926 e 929.

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