FONI, Alfredo

Enciclopedia dello Sport (2002)

FONI, Alfredo

Fabio Monti

Italia. Udine, 20 gennaio 1911-Breganzona (Svizzera), 28 gennaio 1985 • Ruolo: terzino destro • Esordio in serie A: 2 febbraio 1930 (Pro Vercelli-Lazio, 3-1) • Squadre di appartenenza: 1927-29: Udinese; 1929-31: Lazio; 1931-34: Padova; 1934-47: Juventus; 1948-49: Chiasso • In nazionale: 23 presenze e nessuna rete (esordio: 3 agosto 1936, Italia-Stati Uniti, 1-0) • Vittorie: 1 Campionato italiano (1934-35), 2 Coppe Italia (1937-38, 1941-42), 1 Olimpiade (1936), 1 Campionato del Mondo (1938) • Carriera di allenatore: Venezia (1947-48), Chiasso (1948-49), Casale (1949-50), Pavia (1950-51), Sampdoria (1951-52), Inter (1952-55), nazionale italiana (nella Commissione tecnica, 1954-56; commissario tecnico, 1957-58), Bologna (1958-59), Roma (1959-61), Chiasso (agosto-novembre 1961), Udinese (novembre 1961-62), Roma (novembre 1962-novembre 1963), nazionale svizzera (1964-68), Inter (1968-69), Mantova (1973), Lugano (1973-74), Bellinzona • Vittorie: 2 Campionati italiani (1952-53, 1953-54)

Giocatore tecnico, molto corretto, grandissimo professionista, comincia la sua carriera nell'Udinese, ma si trasferisce poi a Padova per motivi di studio (si laurea in economia e commercio). La svolta coincide con il passaggio, nel 1934, alla Juventus, dove resta fino al 1947, formando con Rava una delle più celebri coppie di terzini della storia del calcio italiano. Debutta in nazionale nel 1936 e vince subito l'oro olimpico; due anni dopo, sotto la guida di Vittorio Pozzo, conquista il titolo mondiale in Francia. Quando chiude la carriera di giocatore, inizia la lunga avventura in panchina. Parte da Venezia, dimostrando subito grande competenza tecnica e saggezza. Nel 1951 esordisce in serie A con la Sampdoria, per poi passare all'Inter nell'estate 1952. È il periodo di maggiori soddisfazioni, nel quale vince due scudetti consecutivi, nel 1953 e nel 1954, con una mossa di notevole intelligenza strategica: al posto di Wilkes, utilizza Armano come ala tornante tattica, dando equilibrio a una formazione molto sbilanciata, con Lorenzi, Skoglund e Nyers. Viene accusato di praticare il 'catenaccio', ma i risultati sono a suo favore. Non è invece fortunata la successiva esperienza alla guida della nazionale italiana, conclusasi nel 1958, in seguito all'eliminazione dell'Italia dai Mondiali a opera dell'Irlanda del Nord. Dopo una buona esperienza con la nazionale svizzera, a cui dà nuovo vigore, nel 1968 torna all'Inter, sostituendo Herrera e portando la squadra al quarto posto in Campionato. Tuttavia se ne va, per dissensi con il presidente Fraizzoli, dopo solo un anno.

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