ROCCO, Alfredo

Enciclopedia Italiana (1936)

ROCCO, Alfredo

Emilio Albertario

Giurista e uomo politico, nato a Napoli il 9 settembre 1875; morto a Roma il 28 agosto 1935. Insegnò successivamente diritto commerciale a Urbino e a Macerata, diritto processuale civile a Parma e a Palermo, diritto commerciale a Padova, legislazione del lavoro e poi diritto commerciale a Roma, dove coprì anche dal 1932 alla morte, la carica di rettore. Nazionalista e fascista tra i primi autorevole, fu deputato per la XXVII e la XXVIII legislatura; sottosegretario al Tesoro e poi alle Pensioni di guerra dal 1922 al 1924; presidente della Camera dal maggio 1924 al gennaio 1925; quindi guardasigilli sino al 1932; senatore dal 1934. Nel 1935 gli fu conferito dalla Reale accademia d'Italia il premio Mussolini.

L'opera del R. è varia; legislativa, politica, giuridica. Giurista di fine educazione romanistica, portò alti contributi alla scienza del diritto commerciale e del diritto processuale civile, specialmente con gli studî su Il concordato nel fallimento e prima del fallimento (Torino 1902), La sentenza civile (ivi 1906), Il fallimento (ivi 1917), Principî di diritto commerciale (ivi 1928). Nel campo politico illustrò la dottrina del nazionalismo e la dottrina del fascismo in forti discorsi, quali: Economia liberale, economia socialista, economia nazionalista (Roma 1914), La crisi dello stato e i sindacati (Padova 1921), La dottrina del fascismo e il suo posto nella storia del pensiero politico (Milano 1925), La trasformazione dello stato (Roma 1927). Nel campo legislativo preparò, tra l'altro, il disegno di legge sui pieni poteri, che fu tra i Primissimi atti del governo fascista e la riforma delle leggi sulle pensioni di guerra. A lui, quale ministro guardasigilli, si deve in gran parte lo sviluppo legislativo del programma fascista: così, le due leggi fondamentali del 24 dicembre 1925 sulle attribuzioni e prerogative del capo del governo e del 31 gennaio 1926 sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche; la legge 3 aprile 1926 sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi del lavoro e il r. decr. i luglio 1926 per la sua attuazione: legge e decreto, che sono la base del nuovo ordinamento sindacale. Attese alla riforma generale dei codici secondo i postulati della dottrina fascista: la riforma del diritto penale e del diritto processuale penale, da lui iniziata, portò al nuovo codice penale e al nuovo codice di procedura penale del 1930. Oltre che delle vaste opere giuridiche già ricordate, il R. è autore di numerose monografie attinenti al diritto privato e al diritto processuale civile, raccolte in due volumi: Studi di diritto commerciale ed altri scritti giuridici (Roma 1933). Vi ha anche una raccolta di Discorsi parlamentari (Roma 1927).

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