ALITO

Enciclopedia Italiana (1929)

ALITO (dal lat. halitus; fr. haleine; sp. hálito; ted. Hauch; ingl. halitus)

Gaetano Quagliarello

È l'aria che si emette nella respirazione e che differisce dall'aria inspirata per un maggior contenuto di biossido di carbonio (circa 4%) e di vapore acqueo (satura alla temperatura di emissione di circa 34° C) e un minor contenuto di ossigeno (circa 16%). Si è ammesso da alcuni che l'alito contenga tracce di sostanze tossiche volatili, la cui presenza spiegherebbe il malessere che si prova stando per molto tempo in ambienti affollati e mal ventilati, anche quando, come accade in generale, il biossido di carbonio non vi si possa accumulare in quantità (circa 4-5%) da nuocere. Sembra invece che il malessere derivi dall'alta temperatura e dall'alto grado di umidità dell'aria che si respira, nonché da sostanze diverse derivanti dalla pelle sudicia, ecc.

L'alito è normalmente inodoro: può assumere odori caratteristici per l'ingestione di alimenti che contengono principî volatili che si eliminano per le vie respiratorie (aglio, alcool, tabacco, ecc.), e odore sgradevole (alito fetido) per poca nettezza della bocca (fermentazione di residui alimentari), per carie dentaria, per malattie delle gengive, della lingua, delle tonsille, delle vie respiratorie e del tubo digerente. Anche in molte malattie generali, specie infettive, l'alito assume un odore caratteristico. Notevole l'odore di acetone nel coma diabetico, l'odore stercoraceo nell'ernia strozzata, ecc. Per quanto riguarda il trattamento dell'alito fetido, esso consiste innanzi tutto nel curare le malattie che lo generano. Nel resto la cura è sintomatica e consiste in gargarismi con soluzioni deodoranti e antisettiche (permanganato di potassio, clorato di potassio, acqua ossigenata, ecc.).

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