OBREGÓN, Álvaro

Enciclopedia Italiana (1935)

OBREGÓN, Álvaro


Generale e presidente della repubblica del Messico, nato nel 1867 nello stato di Sonora, assassinato nella città di Santo Ángel il 17 luglio 1928. Partigiano di F. Madero nella rivoluzione del 1911 che abbatté la dittatura di Porfirio Díaz, si conquistò con le sue virtù militari il grado di tenente colonnello e poi di generale, capitanando gl'insorti del suo stato. Morto Madero, fu tra i nemici più accaniti del presidente Venustiano Carranza e alla morte di questo venne eletto a sua volta presidente per il periodo 1920-1924, come esponente di un partito che, pur non abbandonando il programma rivoluzionario del 1917 (v. messico: Storia), era incline a cercare una via di conciliazione con gli Stati Uniti, i cui interessi nel Messico erano stati lesi gravemente dalla dichiarazione della nazionalizzazione delle risorse del sottosuolo messicano. Riconosciuta nel 1923 la validità delle concessioni petrolifere a stranieri, anteriori al 1917, il presidente O. fu effettivamente riconosciuto dagli Stati Uniti, ma l'applicazione delle riforme sociali, fondiarie e antiecclesiastiche all'interno portarono a gravi difficoltà. La lotta col Vaticano e l'espulsione del legato pontificio fecero divampare la guerra civile durante la quale riuscì a essere eletto presidente P. E. Calles, che in un primo momento si era accordato con Adolfo de la Huerta e Obregón (triumvirato di Sonora). Eletto di nuovo presidente il 7 settembre 1927 per il periodo 1928-32 e destinato a succedere a P. Calles, l'O. fu ucciso prima di prendere possesso dell'ufficio, durante un banchetto, da un fanatico contrario alla politica antiecclesiastica di Calles della quale l'O. si annunciava continuatore.