BARBARO, Alvise

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)

BARBARO, Alvise

Gino Benzoni

Nacque a Venezia nel 1454 dal procuratore di San Marco Zaccaria e da Chiara, figlia del futuro doge Andrea Vendramin. Nel 1478, insieme a Giovanni Loredan e Giacomo Trevisan, cercò di sentire nascostamente, non essendone autorizzato, una relazione del provveditor d'armata Tommaso Malipiero sulle difficili e sterili trattative che aveva avuto col Turco; scoperto, fu con i due compagni condannato a sei mesi di prigione ed escluso per cinque anni dal Maggior Consiglio.

Nel 1486 sposò Cassandra Trevisan dalla quale ebbe sei figli. Nel 1500 fece parte della Quarantia civile, l'anno dopo di quella criminale. Nel 1502-1503 fu provveditore sopra il Campatico insieme con Francesco da Lezze: al B. spettò la zona oltre Verona. Ricoprì in seguito le cariche di capo della Quarantia, di provveditore sopra la Camera d'imprestiti e di uffìciale, con Silvano Capello e Piero Pasqualigo, alle Rason vecchie. Nel settembre del 1509 partecipò alla difesa di Padova assediata dalle truppe di Massimiliano I d'Asburgo. Nel gennaio dell'anno seguente fu nominato provveditore alle fortificazioni di questa città: con la collaborazione di Alessandro Leopardi, fece iniziare nel marzo le fondazioni in muratura, ma, procedendo i lavori un po, a rilento - il B., d'altra parte, anche se godeva di stima e considerazione, non aveva competenza tale da ideare un insieme organico di lavori -, dovette ripiegare sull'erezione di ripari provvisori. Nel 1511-12 era provveditore alle Biade. Nel maggio del 1512 ritornò a Padova, dove era stato nominato di nuovo nel marzo provveditore alle fortificazioni per completarvi le opere difensive che proseguivano ora in muratura. Nel 1513 presiedette alla costruzione di un ponte sull'Adige ad Albaredo, che risultò utilissimo per un sollecito e rapido trasferimento dell'esercito veneziano nella zona di Montagnana. Tornato a Venezia, ne ripartì alla fine dell'anno alla volta di Capodistria, ove la Signoria lo inviò come podestà e capitano a sostituire Nicolò Zorzi e a fronteggiare (sino alla metà del 1515) la pressione asburgica che partiva da Trieste.

Tra la fine del 1515 e il 1516 fu a capo dei Consiglio dei Dieci; nel marzo del 1516, sostituito nel Consiglio dei Dieci dal vicecapo Ermolao Pisani, fu inviato a Padova e a Treviso come provveditore generale temporaneo. Diminuito il pericolo per quest'ultima città, nel maggio era nuovamente a Venezia, ma per poco: il mese successivo fu infatti incaricato di porre rimedio alle rotte dell'Adige presso Rovigo. Svolta in pochi giorni l'incombenza, sempre nel giugno tornò a Padova come provveditore sopra le Fabbriche. Provveditore al Sale nel 1519-20, nel 1521 fu tra i quarantuno elettori del doge Francesco Grimani. Nel settembre 1521 fu nominato - al posto di Lorenzo Correr che aveva rifiutato - capitano a Bergamo, dove risiedette sino alla fine del 1523, assumendo anche per qualche tempo le funzioni di podestà. Nel 1524-25 fu savio sopra le Acque, nel 1525 ancora provveditore al Sale, nel 1528 censore, e nel novembre provveditore a Ravenna. Ma tale carica gli riuscì quanto mai pesante per l'età ormai avanzata; così, nell'ottobre del 1529, lo ritroviamo a Venezia. Nel luglio del 1530 fu per la seconda volta nominato capo del Consiglio dei Dieci; ma nello stesso mese venne sostituito da Leonardo Venier, avendo il B. accettato subito dopo la nomina a luogotenente della Patria del Friuli. Visse pertanto a Udine tra l'ottobre del 1530 e il febbraio del 1532 (cfr. Arch. di Stato di Venezia, Luogotenenti Patria Friuli, filza 152). Nel febbraio del 1532 venne creato consigliere ducale per il sestiere di Cannaregio. Ricopriva ancora questa carica quando morì, il 21 apr. 1533; fu sepolto a San Francesco della Vigna.

Bibl.: M. SanutoDiarii. II-XLI, XLV-LVIII. Venezia 1879-1903,passim; Venezia, Bibl. Naz. Marciana, Cod. Ital., cl. VII, 8304 (XV), G. A. Cavellari Vivaro, Il Campidoglio veneto, c. 100r; Venezia, Civico Museo Correr, cod. Cicogna 2889,G. Priuli, Pretiosi frutti del Maggior Consiglio, I, p. 73;P. Bembo, Historiae venetae libri XII,Venetiis 1718, p. 457;P. Paruta, Historia vinetiana, I, Venezia 1718, p. 47;A. Morosini, Ristoria veneta, I, Venezia 1718, p. 294;G. B. Angelini, Catalogo cronologico de' retton. di Bergamo, Bergamo 1742, p. 47;G. Bonifacio, Istoria di Trivigi, Venezia 1744, P.si 8;E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, II, Venezia 1827, p. 298; IV, ibid. 1834, p. 447; VI, ibid. 1853, p. 275;S. Romanin, Storia documentata di Venezia, IV,.Venezia 1855, p. 379; Documenti Per servire alla storia della tipografia veneziana, a cura di R. Fulin, in Arch. veneto, XXIII(1882), pp. 187 S.; Castelli friulani, I, Udine 1901, p. 74;G. Rusconi, Le mura di Padova, Bassano 1921, pp. 24 S.

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