Amalfi

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Comune della prov. di Salerno (6,2 km2 con 5434 ab. nel 2007), situato sulla costa meridionale della penisola sorrentina, su un ripido pendio, con le pittoresche case di tipo orientale disposte su gradini sovrapposti. L’amenità del paesaggio, la mitezza del clima, dovuta allo schermo dei Monti Lattari che riparano la città dai venti del Nord, ne fanno una delle più frequentate località di soggiorno in tutte le stagioni.

Una leggenda la vuole fondata dai Romani nel 4° secolo. Nell’Alto Medioevo fece parte del ducato napoletano, finché verso la metà del 9° sec., liberatasi da un’occupazione longobarda, si rese indipendente. Dopo aver lottato contro Saraceni e Bizantini, affermò la propria potenza marittima, attestata dalla Tavola amalfitana (corpo delle consuetudini marittime, composto di 66 capitoli, che godette di grande autorità fino al sec. 17°), fondando in tutti i porti del Mediterraneo banchi e case di commercio e stabilendo varie colonie. In seguito, sottomessa dai Normanni e annessa da Ruggero II al Regno di Sicilia (1131), depredata dai Pisani (1135), il porto devastato da una tempesta (1343), venne soppiantata dalle rivali Pisa, Genova e Venezia. Dopo essere stata data in feudo ai Sanseverino, ai Colonna, agli Orsini, fu data in dote da Ferdinando I re di Napoli a sua figlia Maria, sposa di Ferdinando Piccolomini (1461), e alla morte dell’ultimo duca Piccolomini (1582) si riscattò.

Monumento principale è il duomo, risalente al sec. 9°, più volte ricostruito: in facciata (ricostruita in forme romaniche, 1875-94, E. Alvino), porta bronzea bizantina del sec. 11°; all’interno, barocco, amboni dei sec. 12°-13° e tele di A. d’Aste. Oltre al campanile (1180-1276), è il celebre chiostro affrescato detto del Paradiso, ad arcate intrecciate, di gusto gotico-arabo (sec. 13°).

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