FRANZONI, Amante

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998)

FRANZONI, Amante

Pacifica Artuso

Scarse e lacunose le notizie biografiche su questo compositore, del quale sappiamo che nacque a Mantova nel 1575, ma di cui si ignora dove e con chi abbia compiuto gli studi musicali; membro dell'Accademia Olimpica, appartenne all'Ordine de' servi di Maria. Sappiamo comunque che egli, intorno al 1611 circa, si allontanò dalla sua città per ricoprire la carica di maestro di cappella nel duomo di Forlì.

Ritornato a Mantova, fu al servizio dei Gonzaga come maestro della cappella ducale di S. Barbara, dove peraltro risulta attivo sin dal 1610 (Barblan, p. XXIV n. 1), dal 12 ott. 1612 fino al gennaio 1630. La sua attività in S. Barbara subì, con ogni certezza, un'interruzione di circa sette mesi, tra l'ottobre del 1627 e il maggio del 1628, periodo durante il quale fu sostituito da Gregorio Anerio.

Fu amico di don Francesco Dognazzi, altro musicista al servizio dei Gonzaga, il quale ebbe cura di pubblicare alcune delle sue composizioni, tra cui Il primo libro dei madrigali a 3voci e Il secondo libro dei fioretti musicali a 3 voci (ambedue stampati a Venezia da R. Amadino, nel 1608 e 1607 rispettivamente).

Non si hanno notizie del F. dopo il 1630.

Pietro Canal ricorda il F. come uno dei "…musici servitori del ser.mo Duca di Mantova, che lavorarono per la raccolta di Mottetti a una, due, tre e quattro voci, dedicata al medesimo Duca da Federico Malgarini pur'egli servitore e musico di detta Altezza" (stampata a Venezia, Vincenti, 1618).

Il F. fu compositore piuttosto prolifico, ma il suo repertorio liturgico non è nel complesso così degno di rilievo, se si eccettua l'interessante pratica di introdurre all'interno della messa alcune libere parti strumentali. Egli utilizza a tale proposito il termine "sinfonia", per indicare composizioni strumentali di breve durata che dovevano essere eseguite in alternanza con le parti cantate della messa. Nell'Apparato musicale di messe, sinfonie, canzoni, mottetti e letanie della Beata Vergine, Op. 5, lib. I (Venezia 1613) inserisce due "sinfonie" a 8 voci per l'offertorio, una "sinfonia" al Sanctus, e un'ultima all'Agnus, entrambe a 4 voci, mostrandosi in tal modo sensibile alle nuove tendenze che si andavano delineando all'interno della liturgia della messa. L'ambiente stesso in cui il F. si trovava a operare era denso di fermenti innovativi, e non solo riguardo alla musica sacra. La Mantova del F. era anche uno dei maggiori centri di attività musicale profana. In questo ambito, egli mostrò di risentire più di ogni suo contemporaneo dell'influenza di Claudio Monteverdi, in special modo degli Scherzi musicali. L'uso che fece del "falso bordone" in alcuni passaggi di Ecco l'albarugiadosa e Si rid'Amor, raccolti entrambi nel secondo libro dei Fioretti musicali (Venezia 1607), rivela chiaramente l'influsso del Monteverdi, oltre che di Ludovico Grossi da Viadana. Nella stessa raccolta, inoltre, il F. inserì una canzonetta di Monteverdi, Prima vedrò.

Tra le composizioni del F., oltre a quelle citate, si ricordano: I nuovi fioretti musicali a 3 voci, Venezia, Amadino, 1605; Il secondo libro dei fioretti musicali a 3 voci, ibid., id., 1607; Il primo libro dei madrigali a 3 voci, ibid., id., 1608; Concerti ecclesiastici a 1, 2, 3 voci, ibid. 1611; Qual hora in senti miro, 1 voce, e basso continuo, ibid., Amadino, 1613; Messe e letanie della Beata Vergine a 8 voci, lib. II, Mantova 1614; Il terzo libro dei fioretti musicali a 3 voci con alcune arie, Venezia 1617; Audi Domine a 4 voci col basso continuo, in F. Malgarini, Mottetti a 1, 2, 3, 4 voci col basso continuo per l'organo, ibid., Vincenti, 1618; Sacra omnium solemnitatum vespertina psalmodia, ibid., id., 1619; Messe a 5 voci col basso per chi se ne vorrà servire, Op. 10, ibid., Magni, 1623.

Fonti e Bibl.: P. Canal, Della musica in Mantova, Mantova 1881, p. 91; A. Bertolotti, Musici alla corte dei Gonzaga in Mantova dal sec. XV al XVIII, Milano 1891, p. 97; A.M. Vicentini, Mem. dei musicisti dell'Ordine de' servi di Maria, in Note d'archivio, VIII (1931), 1, pp. 44 s.; S. Davari, La musica a Mantova, Mantova 1975, ad Indicem; C. Sartori, in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, Kassel 1955, col. 842; A.M. Rossi, Manuale dell'Ordine de' servi di Maria, Roma 1956, p. 584; C. Gallico, Civiltà musicale mantovana intorno al 1500, in Atti del Convegno intern. di studi sul Rinascimento, Firenze 1965, pp. 243-249; D. Arnold - N. Fortune, The Monteverdi Companion, London 1968, pp. 110-130; S. Bonta, The uses of the sonata da chiesa, in Journal of the American musicological Society, XXII (1969), 1, pp. 54-84; P.M. Tagmann, La cappella dei maestri cantori della basilica palatina di S. Barbara a Mantova (1565-1630), in Civiltà mantovana, IV (1969-70), 24, pp. 376-400; Catalogo della Biblioteca del Conservatorio Giuseppe Verdi… Musiche della Cappella di S. Barbara in Mantova, a cura di G. Barblan, Firenze 1972, pp. XXIV s., 153-158; F. Piperno, La sinfonia strumentale del primo Seicento, in Studi musicali, V (1976), pp. 95-119; Il Nuovo Vogel, Bibliografia della musica ital. profana, pubblicata dal 1500 al 1700, Pomezia 1977, pp. 665-668; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 807; Diz. encicl. della musica e dei musicisti. Le biografie, III, p. 21.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE