AMBULANZE sanitarie militari

Enciclopedia Italiana (1929)

AMBULANZE sanitarie militari (fr. ingl. ambulance; sp. ambulancia; ted. Ambulanz)

Adolfo Paolini

La parola ambulanza è d'origine francese. Fu infatti Larrey, poi chirurgo di Napoleone, il primo che creò nel 1792 le sue ambulanze volanti, le quali, oltre al personale di assistenza, comprendevano anche un carro di materiale sanitario e sei vetture a 4 ruote, trainate da cavalli, pel trasporto dei feriti. Egli ne assegnò una a ciascuna divisione. Ben presto le altre nazioni imitarono l'ambulanza francese. L'esercito piemontese, oltre alle ambulanze divisionali, istituì anche ambulanze di battaglione, costituite di uno o due ufficiali medici, di personale di assistenza, di portaferiti, e di uno zaino di sanità come materiale, e ambulanze reggimentali, aventi come materiale una coppia di cofani di sanità ed un certo numero di barelle, trasportate su una carretta da battaglione. Dopo il 1870 la nomenclatura delle formazioni sanitarie mobili avanzate dell'esercito italiano fu cambiata. Le ambulanze di battaglione e reggimentali furono chiamate posti di medicazione e quelle divisionali sezioni di sanità. Il nome di ambulanza rimase per indicare alcune formazioni mobili della Croce Rossa someggiabili, destinate a funzionare da posti di medicazione in montagna. I Francesi continuarono a chiamare ambulance la sezione di sanità. La Spagna ha ambulancias di brigata, di divisione e di corpo di esercito (gli ospedaletti).

Scoppiata la guerra del 1914, dopo i primi mesi, specie quando essa divenne pressoché di posizione, fu constatato, tanto in Francia quanto in Germania, che i feriti dell'addome, del cranio e del torace non potevano essere convenientemente curati presso le sezioni di sanità, perché queste mancavano di personale medico specializzato nelle operazioni che si richiedevano e soprattutto non avevano modo di ospedalizzarli dopo operati. Gli ospedaletti da campo anche avanzati erano spesso troppo distanti e difettavano anch'essi per la maggior parte di chirurghi adatti. Nei primi mesi del 1915 furono perciò istituiti in Francia e in Germania presso ogni sezione di sanità gruppi chirurgici aventi il compito precipuo di operare i feriti cavitarî e disponenti di tutto l'occorrente per ospedalizzarli sul posto. In Francia essi furono ben presto trasformati in ospedali chirurgici montati su automezzi che furono chiamati ambulanze chirurgiche.

I medici militari del resto parecchi anni prima della guerra si erano preoccupati nei loro congressi della sorte dei feriti cavitarî. Il generale medico italiano Imbriaco fin dal 1906 scriveva nella Rivista militare che bisognava specializzare un certo numero di ospedaletti da campo per la cura "dei feriti degli organi della cavità cranica, del torace, e soprattutto del ventre", e fornire di tende di ricovero le sezioni di sanità. Ma la sua proposta non ebbe seguito e solo fu migliorato l'armamentario delle sezioni di sanità e degli ospedaletti, dotandoli di tende-ricovero. Alle prime furono assegnate anche due auto-ambulanze pel trasporto dei feriti (v. sanità militare). Dopo pochi mesi dall'entrata dell'Italia in guerra nel 1915, i chirurghi civili, specialmente, cominciarono anche da noi a lamentare l'inconveniente che i feriti cavitarî non ricevevano le cure necessarie, perché sottoposti il più delle volte a lunghi trasporti prima di arrivare ad un ospedaletto, dove spesso non trovavano il personale sufficiente e capace per operarli. Il maggiore medico della C. R. I. prof. Baldo Rossi, che nei primi mesi del 1915 era stato in Francia ed in Germania, verso la fine del detto anno propose al Comando supremo di allestire, con fondi da lui raccolti, ospedali chirurgici mobili montati su autoveicoli e ordinati e attrezzati in modo da poter funzionare come una clinica chirurgica civile a lato delle sezioni di sanità o degli ospedaletti avanzati. La sua proposta fu accolta ed egli con denaro fornitogli dalla popolazione e dalla Cassa di risparmio di Milano costruì due di tali ospedali, che entrarono in funzione nei primi mesi del 1916 e furono chiamati ospedali chirurgici mobili. Avendo essi fatta buona prova, il Comando supremo per mezzo dell'Intendenza generale ne fece approntare altri sei, che furono chiamati ambulanze chirurgiche. In seguito furono allestite anche ambulanze odontoiatriche, ambulanze radiologiche e anche oftalmiche, ispirate tutte al principio di trasportare materiale e personale su autoveicoli in modo da potersi avvicinare il più possibile alle prime linee e spostarsi rapidamente da un punto all'altro di esse secondo il bisogno.

Finita la guerra le ambulanze chirurgiche vennero assegnate ai principali ospedali militari territoriali per servire quali mezzi di rapido soccorso alle popolazioni civili in caso di disastri tellurici, ferroviarî, ecc. Per provvedere alla cura dei feriti cavitarî sono stati creati i gruppi chirurgici, dotandoli del personale e del materiale necessario (v. sanità militare).

La parola ambulanza viene adoperata anche nella pratica civile per indicare formazioni sanitarie mobili destinate a recare soccorso alle popolazioni colpite da sinistri. L'istituzione sorse nel 1878 in Inghilterra, dove fu fondata l'associazione dell'ambulanza di San Giovanni per assistere le vittime degli accidenti ferroviarî, delle miniere e del lavoro in genere. Nei Dominions inglesi essa si diffuse rapidamente, ed anche negli Stati Uniti sorsero molte ambulanze civili. In Germania l'Esmark nel 1881 fondò in Kiel l'Associazione Samaritana avente gli stessi scopi, con un comitato centrale e con succursali nelle principali città.

L'esercito italiano possiede oggi tre specie di ambulanze: chirurgiche, odontoiatriche, e radiologiche.

Ambulanze chirurgiche. - Sono ospedali chirurgici completi mobilissimi, il cui materiale e personale viene trasportato per mezzo di autoveicoli. Nell'ultima guerra italo-austriaca (1915-1918) furono installate per lo più in vicinanza di ospedaletti da campo avanzati, per avere una maggiore elasticità nel numero dei letti, specialmente nelle giornate d'importanti azioni militari, e la possibilità di ben affidare i feriti operati nel caso d'un rapido spostamento dell'unità stessa.

Un'ambulanza chirurgica è costituita di due parti: dell'ambulanza propriamente detta e dell'ambulanzetta. L'ambulanza è il vero ospedale avente i mezzi per compiere le più delicate indagini diagnostiche sui feriti, praticare su essi qualsiasi operazione, e ricoverarne circa trenta. L'ambulanzetta è una sala operatoria da distaccarsi dalla prima per appoggiarla ad altro ospedale non chirurgico o per inviarla presso una sezione di sanità come posto di pronto soccorso per operazioni urgentissime su feriti addirittura intrasportabili. Le due parti possono funzionare isolatamente nel modo ora indicato, o in dipendenza l'una dall'altra, dislocate a distanza, come le necessità lo richiedono, collegate per i rifornimenti ed aventi una sola amministrazione.

L'ambulanza vera e propria è costituita: di una baracca-tenda smontabile di m. 5 × 15 con ossatura in pitch-pine, pavimento di legno elastico ricoperto di linoleum, divisa internamente in tre locali, adibiti a sala operatoria, a gabinetto radiologico con camera oscura, a gabinetto per disinfezioni; di tre tende di m. 9 × 11, una delle quali serve come sala d'accettazione dei feriti e camera di medicazione, e le altre come sale di ricovero per feriti operati; di due tende di m. 7 × 7; di due tende con armatura e sacco custodia per il comandante di corpo. La baracca-tenda e le due tende di m. 9 × 11 (quella di accettazione ed una di ricovero) sono collegate fra loro per mezzo di appositi mantici ed hanno l'impianto per il riscaldamento e quello per l'illuminazione. Il riscaldamento è a vapore d'acqua distribuito in un impianto di termosifone con stufe a serpentini, generato da una caldaia orizzontale tubolare tipo Cornovaglia della resistenza di 3 atmosfere. Una metà della pressione della caldaia serve anche per la stufa di disinfezione che s'innesta alla baracca-tenda in una parete del gabinetto di disinfezione. La caldaia fa pure funzionare due altre piccole autoclavi verticali sussidiarie e per mezzo di un'elettropompa e di apposite condutture provvede la sala operatoria d'acqua calda e fredda. La forza elettrica necessaria per l'illuminazione e per il funzionamento del gabinetto radiologico viene fornita da un grande gruppo elettrogeno. Nel caso che questo gruppo si guasti, l'ambulanza è fornita di un altro gruppo elettrogeno più piccolo. L'impianto luce è formato da una serie di cavi protetti che escludono ogni pericolo di incendio per corto circuito. Ad esso sono inseriti anche alcuni ventilatori. L'apparecchio radiologico è completissimo per ogni esame radiografico e radioscopico, ed è fornito di tutto il materiale occorrente per la camera di sviluppo e di stampa, e di tutto il necessario. La sala operatoria dell'ambulanza non ha nulla da invidiare a quella di un ospedale chirurgico stabile. Il suo istrumentario è ricchissimo.

L'ambulanza è inoltre fornita di 40 letti con rete metallica verniciati a smalto e scomponibili; effetti letterecci corrispondenti e biancheria anche per il servizio degli ufficiali medici; utensili per cucina e dispensa necessarî per il vitto dei ricoverati e del personale; una farmacia completa di medicinali, oggetti di medicatura ed accessorî caricata su un furgone con attrezzatura speciale; oggetti per il servizio generale; arnesi per il funzionamento di una piccola officina per fabbro e falegname; un depuratore di acqua, appartenente alla categoria dei cosiddetti filtri rapidi (o americani), ed avente una ricca dotazione di fiale di liquido Salvator per la sterilizzazione dell'acqua depurata.

Tutto il materiale dell'ambulanza viene trasportato su 8 camion Fiat 18 BL, dei quali 7 sono carrozzati a furgone ed uno ha carrozzeria comune di tipo militare con armatura a copertone. Fanno inoltre parte dell'ambulanza: un camion Fiat 15 ter con carrozzeria comune, due rimorchi a due ruote, una motocicletta, 4 autoambulanze per il trasporto dei feriti, una vettura da turismo per gli ufficiali medici.

L'ambulanzetta è costituita di una baracca smontabile di metri 3,50 × 7, divisa in due parti, che si possono anche montare separatamente in modo da formare due ambienti indipendenti. Una parte, munita di ampie vetrate, serve come camera di operazione, l'altra come sala di accettazione e gabinetto radiologico. Due lavandini di ferro smaltato sono applicati alle pareti e ricevono l'acqua da due serbatoi in lamiera montati all'esterno della baracca su appositi sostegni in ferro e nei quali l'acqua può essere riscaldata con fornelli a petrolio tipo Primus.

Un gruppo elettrogeno analogo al più piccolo dato in dotazione all'ambulanza, fornisce l'energia necessaria al funzionamento dell'apparecchio radiologico e dell'impianto luce. L'apparecchio radiologico, di potenza minore dell'altro, si presta specialmente per gli esami radioscopici, ma può servire anche per qualunque indagine radiografica. Il gabinetto è fornito di tutti gli accessorî. L'impianto luce è costituito di una serie di cavi speciali che escludono il pericolo di incidenti. Vi sono poi due apparecchi per illuminazione ad acetilene. Il riscaldamento degli ambienti viene fatto a mezzo di stufe a petrolio. La sterilizzazione si effettua con un'autoclave Chamberland a due atmosfere, completa e con due ebollitrici nichelate per ferri chirurgici con relativi cestelli e lampade ad alcool.

Tutto il materiale dell'ambulanzetta, compresa la baracca e il gruppo elettrogeno può venire trasportato su un autocarro Fiat 18 B.L. carrozzato a furgone.

Per il funzionamento dell'intera unità occorrono 11 ufficiali e 80 uomini di truppa.

Ambulanze odontoiatriche. - Sono formazioni sanitarie da campo, fornite di tutto quel che occorre per provvedere alla cura demolitrice e soprattutto conservativa (medicatura, apertura della camera polpare, otturazione provvisoria, ecc.) dei denti, e destinate a funzionare al seguito delle truppe operanti, in numero di una per ogni corpo d'armata. Per renderle celermente spostabili, tutti i materiali sono sistemati in un furgone, montato su chassis Fiat 15 ter, di proporzioni adatte, con pneumatici doppî posteriori e semplici anteriori. Le dimensioni interne sono: lunghezza m. 2,75; altezza m. 1,85; larghezza m. 1,75. Le pareti interne sono tutte verniciate a smalto bianco. Con l'arredamento in dotazione costituiscono un vero gabinetto odontoiatrico ambulante molto luminoso. Ampie finestre chiuse da vetri opachi situate nella parete posteriore e nelle pareti laterali assicurano un'abbondante illuminazione durante il giorno. Per l'illuminazione serale e n0tturna l'unità è fornita d'un adatto impianto elettrogeno, la cui corrente è trasportata nell'interno del gabinetto dentistico, dove è posta una lampada fissa e dove a mezzo di una presa di corrente può applicarsi una lampada mobile.

Il materiale tecnico propriamente detto comprende: una poltrona operatoria di ferro smaltato bianco con movimenti a pompa ad olio, situata nella parte posteriore, un poco a sinistra per lasciare più libertà di movimenti all'operatore; una tavoletta porta-strumenti ricoperta di un piano di cristallo situata dinnanzi alla poltrona; un armadietto di legno laccato bianco con dodici piccoli cassetti girevoli chiudibili ermeticamente con molla ad incastro, contenente tutti gli strumenti dentarî collocati e ripartiti secondo la loro affinità; nella parte superiore dell'armadietto è allogata una piccola farmacia con i medicinali della specialità, materiale di medicatura, ecc. Vi sono inoltre un trapano a pedale modello Ash; una sterilizzatrice con lampada ad alcool a 3 posti; un vaso per disinfezione; un secchio di ferro smaltato, con chiusura automatica; un lavabo di ferro smaltato bianco con rubinetto nichelato snodato, impiantato nella parete laterale destra dell'ambulanza, a portata di mano dell'operatore, e comunicante con un serbatoio della capacità di 100 litri di acqua, situato all'esterno del furgone. All'ambulanza è assegnato un ufficiale medico pratico della specialità, e un aiutante.

Ambulanze radiologiche. - Sono formazioni sanitaríe da campo, assegnate in numero di una per ogni corpo d'armata, e destinate a recarsi presso le sezioni di sanità, gli ospedali ed altre unità sanitarie mobilitate, per praticare esami radiologici sui malati e feriti in esse degenti.

Il materiale dell'ambulanza è costiiuito di: un apparecchio radiologico completissimo, da servire per qualsiasi ricerca radioscopica e radiografica, provvisto di tutti gli strumenti moderni più perfetti, compreso un ottimo apparecchio per la localizzazione dei proietti; cinque tubi per raggi X intensivi; tutti gli accessorî necessarî pel funzionamento di un gabinetto radiologico; ciò che occorre per la camera oscura di sviluppo e di stampa; una tenda nera di m. 7 × 7, fornita di pavimento fatto di mattonelle di legno isolanti. Con essa, allogandovi opportunamente il materiale suddetto, è possibile impiantare un comodo gabinetto radiologico. La forza elettrica necessaria per il funzionamento dell'apparecchio viene fornita da un gruppo elettrogeno.

Il materiale dell'ambulanza è trasportato su un camion carrozzato a furgone e su un furgoncino con armatura a copertone. Sul primo sono allogati l'apparecchio radiologico, i tubi per raggi X, i varî strumenti ed accessorî e il gruppo elettrogeno in modo che sia possibile, quando non si voglia montare la tenda, eseguire esami radioscopici e radiografici nell'interno stesso del furgone. Sul furgoncino sono collocati la tenda nera con le mattonelle e quel materiale che non trova posto nel furgone.

Al servizio tecnico dell'ambulanza è assegnato un ufficiale medico pratico della specialità e un aiutante di sanità.

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