ESCOBAR, Amedeo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993)

ESCOBAR, Amedeo

Paola Campi

Nacque a Pergola (Pesaro-Urbino) il 14 ag. 1888 da Adelgardo, d'origine spagnola, e da Irene Guazzugli Marini. Studiò armonia e composizione e si diplomò in violoncello presso l'Accademia di S. Cecilia di Roma con L. Forino. Fino al 1919 fece parte dell'orchestra sinfonica di S. Cecilia e partecipò a numerose stagioni concertistiche all'Augusteo. Nell'inverno del 1921, all'hôtel Excelsior di Roma, ebbe occasione di ascoltare il trio statunitense "Mirador", che suonava brani ragtime e "novelty" con tecnica e ritmo eccezionali. L'E. fu talmente affascinato da quella musica così singolare che non esitò ad abbandonare il violoncello e la musica classica per dedicarsi alla musica jazz, diventando, per tutti gli anni Venti e buona parte degli anni Trenta, una figura di rilievo nel campo della musica da ballo come pianista, compositore e arrangiatore. Nel 1922, mentre si trovava a Rouen in tournée, fu invitato a Roma dal violinista Ugo Filippini che lo voleva, come pianista, nella sua "Black and White Jazz Band", la prima orchestra jazz romana. Il complesso, che ebbe grande successo, era formato da sette ottimi elementi, tre dei quali, compreso l'E., provenienti dagli studi classici. I motivi in programma erano tutti stranieri quali: Diable fox-trot, Avalon, Santiago fox, la famosa Kitten on the keys ed altri brani del repertorio americano. Nel maggio del 1923 la "Black and White" si sciolse e l'E. formò la "Imperial jazz Band", che debuttò nell'autunno dello stesso anno. Questa nuova orchestra, più moderna e raffinata della precedente, vedeva l'E. al pianoforte, R. Parenti al sax tenore, il trombettista A. di Pasquale e A. Capperucci, uno dei migliori trombettisti romani dell'epoca, il sassofonista A. Basso e il violinista G. Giordani (sostituiti questi ultimi dopo qualche settimana da F. Barboni e dal violinista A. De Grandi), il banjoista G. Festucci e il batterista G. Mucci. L'"Imperial jazz Band" ebbe un successo formidabile e fu considerata la migliore orchestra da ballo romana. Nel luglio del 1924 fu ingaggiata, per tutta la stagione estiva, dal Kursaal di Viareggio, subendo ancora altri cambiamenti nell'organico. A Viareggio l'E. ebbe occasione di stringere amicizia con Giacomo Puccini -, che spesso si recava nel locale ad ascoltare il complesso interessandosi a questo nuovo genere di musica. In questa stagione l'E. compose moltissimo, in particolare pezzi jazz e fox-trots che furono adottati anche da altre orchestre. Nonostante il carattere chiuso e difficile, anche nei rapporti con i colleghi, fu considerato da tutti un musicista di valore e un ottimo improvvisatore; fu tra i primi in Italia a comporre brani di vera derivazione jazzistica per tromba, trombone, sassofono, banjo e pianoforte.

Il suo primo brano jazz, pubblicato nel 1924, fu First love in Orient, che fu anche un successo economico. Seguirono: More blues always blues, Babies go home, Yankee, Presentation of jazz (original ragtime style), Improvisation (per sax alto), When Jim sings, Little black, Sleep well baby, Little blossom, Yessah, Foxy show me your trot, The cat is dead, Let him play (per sassofono), Five, The Negro is angry etantissimi altri.

Dopo Viareggio, l'orchestra fu scritturata a Firenze, dove rimase per tutta la stagione invernale, portando aria di novità nel campo della musica da ballo con la sua musica sincopata, presto imitata da alcuni musicisti fiorentini che, a loro volta, formarono altri gruppi. All'inizio della stagione estiva 1925, la "Imperial Jazz Band" si sciolse a causa di contrasti tra i suoi componenti e l'E. accettò ingaggi in Francia. Nel 1929, però, lo ritroviamo alla guida di un'altra orchestra formata da sette elementi all'hôtel de Russie, in via del Babuino a Roma e nel 1931 suonò anche nell'orchestra di Sam Wooding, una delle più grandi orchestre americane dell'epoca, formata esclusivamente da musicisti di colore. Negli anni che seguirono il compositore viaggiò moltissimo per lavoro; fu in Svizzera, in Francia, in Ungheria, in Sudamerica, ma la sua residenza abituale fu sempre Roma.

Iscritto alla SIAE (Società it. degli autori ed editori) come compositore sin dal 1926, anche con lo pseudonimo Buchada J - Espada, si dedicò in questo periodo alla composizione di opere che vanno dal genere classico a quello più moderno.

Si ricordano in particolare: il lavoro sinfonico Tzigana, il Sestetto op. 106, il Quintetto in la min., il Quartetto op. 66, il poema sinfonico Via lucis (1º ott. 1934), Toccata 900 (3 dic. 1938), inserita nel film Roma olimpica e nei giornali sonori dell'Istituto Luce, l'intermezzo Navarrese (1º maggio 1940), Sonata jazz per grande orchestra (Milano, Ricordi, 1940, vincitrice del concorso internazionale Ricordi e molto eseguita in America), Tierra de fuego, capriccio spagnolo (1º genn. 1941), Quartetto boemo (registrazione RAI del 19 sett. 1963), considerato dal compositore il suo migliore lavoro, eseguito dal quartetto d'archi della RAI di Torino. Tra le sue composizioni di musica leggera, molte delle quali furono pubblicate da importanti case editrici come Ricordi, Suvini e Zerboni, Carisch, Aromando, ricordiamo: Alborada nueva su testo di N. Rastelli e M. Panzeri (2 ag. 1938), conosciuta anche come Dämmerung in Sevilla e scritta originariamente nel 1931 con il titolo Bimbi d'Olanda; una canzone napoletana, intitolata Fronna sbattuta, su testo di P. Manzo, Bruna habanera, su testo di G. Pilato, Guaruja, su versi di E. Bonfanti, Indiana, inserita nel programma radiofonico "Rosso e Nero" del 18 dic. 1952, Pioggerella, su testo di Pilato e tante altre che furono eseguite dalle più grandi orchestre RAI degli anni '40e '50, molte delle quali vennero inserite in varie colonne sonore di film. Esistono inoltre varie incisioni discografiche e nastri di registrazione della RAI, tra cui: Juan de Castilla, registrata il 14 marzo 1953, Alsaziana e Scena gitana, registrate ambedue dalla Radiorchestra di Trieste (29 dic. 1960), L'incantatore di serpenti e Ballo all'opera, eseguite dall'orchestra RAI di Torino, diretta da T. Petralia e registrate nell'aprile del 1970, Sei tu la mia visione, un valzer moderato dal film Il re dei campi Elisi, eseguito dall'orchestra Cetra, registrato il 21 giugno 1972, Non mentire al cuore, un fox moderato su testo di Carlo Innocenzi, eseguito dall'orchestra Cetra il 20 sett. 1972, Balletto albanese, registrato dall'orchestra di Radio Roma l'8 nov. 1976, Umoresca, eseguita il 31 marzo 1983, Ricordi d'Ungheria, eseguita il 31 maggio 1983.

Nel 1961l'E. si ritirò definitivamente a Viareggio. Qui scrisse le sue ultime composizioni di genere puramente classico: una Messa da Requiem, per voci e organo, e la Missa Crucifixo etiam pro nobis a tre voci con organo e coro, entrambe registrate il 16 marzo 1961, il Concerto in si minore per violino e orchestra (27 apr. 1963) e Zarabanda, la sua ultima composizione, per orchestra d'archi, scritta a Viareggio il 22 febbr. 1965, registrata dalla RAI ed eseguita dall'orchestra Scarlatti diretta da P. Argento il 28 giugno 1967.

Morì a Viareggio (Lucca) il 16 nov. 1973 e la sua salma fu portata a Pergola, sua città natale.

Fonti e Bibl.: Necr. in Il Telegrafo, 18 nov. 1973; La Nazione, 18 nov. 1973; Bollett. della SIAE (Roma), dicembre 1973; Annuario dell'Accademia di S. Cecilia, ad annos 1914-19, pp. 79, 96; per le date delle canzoni, si vedano i bollettini (testi e musica) depositati volta per volta presso la SIAE mentre per le registrazioni e incisioni su nastri si veda l'Archivio musica e la Discoteca-nastroteca della RAI di Roma; vedi anche G. C. Roncaglia, Una storia del jazz, Venezia 1982, p. 53; A. Mazzoletti, Il jazz in Italia, Bari 1983, pp. 64, 70, 72, 74 s., 98 s., 176, 200; G. Borgna, Storia della canzone ital., Bari 1985, p. 48; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 502; The Macmillan Encycl. of music and musicians, London 1938, p. 539.

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