ANGUISSOLA, Amilcare

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)

ANGUISSOLA, Amilcare

Mariano Gabriele

Nacque a Napoli il 25 febbr. 1820, da nobile famiglia insignita del titolo comitale e originaria dell'Emilia. Guardiamarina nel 1837, partecipò come ufficiale in sottordine alla campagna della marina napoletana in Adriatico nel 1848, agli ordini del contrammiraglio R. De Cosa. Fu nominato capitano di fregata nel 1859, e nel 1860, al tempo dell'impresa dei Mille, comandava la corvetta a ruote "Veloce", con la quale si schierò a favore della causa dell'unità italiana.

Sembra che l'A., già nel giugno 1860 a Messina, avesse manifestato al marchese A. D'Aste della marina sarda, che vi si trovava di stazione con la nave "Governolo", la propria intenzione di passare agli ordini del Persano, ammiraglio della squadra piemontese che operava nelle acque di Sicilia: questo precedente varrebbe a porre in una luce migliore il suo successivo gesto di defezione, giudicato invece assai severamente dal Guerrini, che insinua che tale gesto fu effettuato all'indomani di un favore ricevuto dal re Francesco II. Comunque sia, il 9 luglio l'A. guidò la "Veloce" nella rada di Palermo e, dopo essersi offerto con la nave al Persano, fu indotto da questo a schierarsi con Garibaldi. Tale pronunciamento ebbe una risonanza immensa e giovò oltremodo alla causa garibaldina, sia perché denunciava clamorosamente una situazione psicologica diffusa nella marina borbonica, sia perché in quel momento Garibaldi aveva grande bisogno di unità navali e cercava di organizzare una propria marina in vista delle successive operazioni. La "Veloce", subito ribattezzata "Tüköry", catturò l'11 luglio due navi mercantili napoletane, e fu impiegata con successo da Garibaldi durante lo scontro di Milazzo per mitragliare un reparto di cavalleria napoletana; con minore fortuna, sotto la guida di G. Piola Caselli, tentò, la notte del 13 agosto, di attaccare il vascello "Monarca", all'ancora in Castellammare di Stabia, ma l'azione finì in un insuccesso per la vigorosa difesa operata dal comandante in seconda del "Monarca", Guglielmo Acton. La defezione della "Veloce" fu limitata, però, agli ufficiali, e non a tutti: l'equipaggio invece, quasi al completo, volle ritornare a Napoli, malgrado i discorsi patriottici di Garibaldi e malgrado il grande entusiasmo con cui la nave era stata accolta a Palermo. L'A., passando al nemico, accelerò certamente il già iniziato processo di disgregazione della marina di Napoli; tuttavia il suo esempio non venne seguito da alcun altro comandante di unità.

Dal 20 sett. al 18 ott. 1860 l'A. presiedette all'amministrazione della marina siciliana e in quel breve periodo cercò di continuare a favorire l'assimilazione di essa alla marina sarda, della quale imitò gli ordinamenti: si occupò anche di togliere gli ostacoli frapposti alla propria carriera dalla presenza di ufficiali più anziani di grado più elevato, e questo fatto, insieme con il precedente del passaggio al nemico, non ne favorì la popolarità. Sostituito nella carica ministeriale dal Sandri, per ordine del Persano, in data 19 ott. 1860 fu promosso contrammiraglio. Un mese dopo venne posto in disponibilità, nel quadro della riorganizzazione della marina nazionale unificata.

Nel 1863 fu richiamato in servizio da contrammiraglio e resse per qualche tempo il dipartimento di Genova: come noto, uno degli usi del tempo era di mantenere al comando del dipartimento di Genova un ufficiale proveniente dalla marina napoletana ed al comando del dipartimento di Napoli un ufficiale ex sardo. Suo ultimo comando in servizio fu quello della Divisione navale dell'America Meridionale, di stanza a Montevideo, dal giugno 1867 al giugno 1868; si trattava dell'incarico meno ambito tra quelli disponibili. Nel novembre 1868 l'A. fu collocato a riposo.

Fu deputato di Napoli nell'VIII legislatura (1861) e di Pozzuoli nella XIII (1876). Al parlamento fu spesso col governo, ma non ebbe occasioni di distinguersi.

Morì a Napoli il 16 aprile 1901.

Bibl.: C. Randaccio, Storia delle marine militari italiane dal 1750 al 1860 e della marina militare italiana dal 1860 al 1870, I, Roma 1886, pp. 226-229; A. V. Vecchi, Storia generale della marina militare, II, Firenze 1892, pp. 492 s.; D. Guerrini, Lissa, I, Torino 1907, pp. 181-190; F. Leva, Storia delle campagne oceaniche della R. Marina italiana, I, Roma 1936, pp. 44-50; C. Agrati, Da Palermo al Volturno, Milano 1937, pp. 126-129; T. Battaglini, L'organizz. milit. del Regno delle Due Sicilie. Da Carlo III all'impresa garibaldina, Modena 1940, pp. 253 s.; S. Romiti, Le marine militari italiane nel Risorgimento (1748-1861), Roma 1950, pp. 295-298, 309-312; M. Gabriele, Da Marsala allo stretto, Milano 1961, pp. 104-107.

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