AMUR

Enciclopedia Italiana (1929)

AMUR (A. T., 103-104)

Giorgio Pullè

Fiume dell'Asia orientale, uno dei maggiori dell'intero continente e unica via navigabile che colleghi la Transbaicalia all'Oceano Pacifico. È conosciuto sotto diversi nomi e cioè di Cei-lun-tsai dai Cinesi, di Sakalin-ula dai Monciù, Kara-muren dai Mongoli, Scilkar dai Tungusi, Mangu o Mamu dai Goldi, Lia o Lia-Erri dai Ghiliaki. Il nome Amur sarebbe derivato secondo alcuni dal Mamu dei Goldi, secondo altri da parola augurale e di saluto con la quale gli indigeni, stanziati sulle sue rive, accolsero i primi Cosacchi, che procedevano all'occupazione del paese. Due grandi fiumi concorrono a formare l'Amur, la Scilka e l'Argun. La Scilka è alimentata a sua volta da altri due corsi d'acqua minori, l'Onon e l'Ingoda. Il primo nasce dalla catena dei monti Kentai, poco più a S. del nodo dei monti Sochondo (2451 m.), mentre dal versante settentrionale di essi scende l'Ingoda. Questo ha un bacino non molto esteso e presenta tutti i caratteri di corso d'acqua di montagna. L'Onon attraversa invece gli altipiani stepposi della Mongolia Orientale, raccogliendo le acque delle numerose catene montuose che ne delimitano il bacino. Il corso della Scilka si sviluppa attraverso una stretta valle dominata da monti assai elevati. La sua lunghezza è di oltre 530 km.; la larghezza di 300-400 metri; la velocità della corrente è notevole, giungendo in alcuni punti a quasi 10 km. orarî. Ciò nondimeno, e per quanto presenti tutti gli aspetti di corso d'acqua di montagna, la Scilka è navigabile. Il traffico più intenso si sviluppa nel tratto compreso fra Strietensk e la confluenza con l'Argun, ossia sopra un percorso di 373 km. Il periodo di navigabilita è però limitato ai mesi estivi, dal maggio all'ottobre, essendo il fiume, durante l'inverno, ingombro dai ghiacci.

L'Argun trae la sua origine da un lago della Mongolia orientale, il Dalai-nor, il cui immissario principale è il Kerulen, che si può considerare come corso superiore dell'Argun e le cui sorgenti si trovano anch'esse nei monti Kentai. Altro affluente importante dell'Argun è il Chailar che nasce nella catena del Grande Khingan. L'Argun, che scorre attraverso una vallata assai ampia, non supera in larghezza i 300 metri; per quanto la pendenza dell'alveo non sia molto accentuata, pure la navigabilita è limitata a un tratto di non più di 600 km. per la frequenza di bassifondi rocciosi. Dalla confluenza della Scilka con l'Argun ha inizio il corso dell'Amur propriamente detto. Esso scorre dapprima in direzione di E. fra alte sponde rocciose, che però, di tratto in tratto, si allargano in brevi pianure coperte da dense foreste di conifere, sinché, dopo Albasinsk, tutta la vallata si fa più ampia e il fiume si divide in numerosi bracci. Superata la stretta del Grande Khingan, l'Amur volge a SE., serpeggiando tra foreste di querce nane, di betulle bianche e nere, di pometi, di tigli, di pioppi e di acacie. In questo tratto bagna la città di Blagovesčensk, posta alla confluenza della Seia, che, con la Bureia, è il maggior affluente di sinistra. Ambedue questi fiumi sono i più importanti fra i molti affluenti dell'Amur, non solo per la massa delle loro acque, ma anche per la loro navigabilità. La Seia, detta dai Tungusi Dshi, dai Jakuti Dshe, dai Manciù Isinkira, dai Cinesi Cian-sel, nasce dai monti Stanovoi, e, dopo aver percorso un vasto altipiano, entra in un'ampia pianura, ricca di formazioni erbacee molto dense. La sua lunghezza è calcolata in oltre 1150 km.; la larghezza varia da 200 m. a 3 km.; la profondità oscilla da pochi piedi a oltre 20 m.; il regime è assai irregolare, e, all'epoca delle piene, le acque invadono le pianure adiacenti, trasformandole in veri laghi; la navigabilità è assai buona, ma limitata ai mesi estivi. La Bureia, detta anche Njuman-bira, nasce con due rami dalla catena del Piccolo Khingan e per le sue caratteristiche generali è assai simile alla Seia, pur avendo corso più breve, minor larghezza e profondità. La grande pianura, compresa tra la Seia e la Bureia, ha tutti i caratteri di paese di steppa. Il corso dell'Amur continua quindi attraverso una regione collinosa, per restringersi all'altezza della catena del Piccolo Khingan in un letto profondo e tortuoso, lasciando poco spazio per gl'insediamenti umani. Uscito da tale stretta, l'Amur torna ad allargarsi, moltiplicando, fra sponde basse e pianeggianti, i suoi rami. Nuovi afluenti aumentano il volume delle sue acque, e cioè l'Ui, il Sungari e l'Ussuri dalla destra, il Khor, la Grande Bira e la Tungusca dalla sinistra. Più notevole di tutti è il Sungari, detto anche Ciungala, che ha le sue sorgenti nei monti Cian-bo-scian, poco a N. della penisola coreana. Si divide in tre sezioni, e cioè una superiore dalle acque impetuose; una mediana, navigabile, sino a Ghirin, soltanto da piccoli navigli e all'epoca delle pime; una inferiore, detta Gu-an-dun o acque miste, a partire dalla confluenza con il Nonni, più ampia, larga sino a 3 km., cosparsa di isole e navigabile da barconi e piroscafi. Il Sungari, navigabile per 1200 km., raccoglie buona parte delle acque della Manciuria e costituisce un'ottima via di penetrazione verso la Cina settentrionale. Caratteristica è la sua vallata densamente popolata, meno che in vicinanza della foce, regione quasi desertica. L'Ussuri nasce dal lago Chanca, percorrendo una vallata piuttosto ampia, limitata ad E. dai Sichotaalin. Dopo la confluenza con l'Ussuri l'Amur volge a NE., scorrendo in una regione pianeggiante, cosparsa di laghi; quindi, ricevuto l'Amgun, si apre, attraverso gli ultimi contrafforti dei Sichotaalin, la via al mare, raggiungendolo all'estremo N. del Canale di Tartaria. La foce ha una larghezza di circa 15 km. e si apre su di una baia amplissima, dominata da alture imponenti. La lunghezza dell'intero corso dell'Amur propriamente detto è di oltre 2000 km ma, calcolandola dalle sorgenti del Kerulen, si giunge ai 4480 km.; la profondità è assai variabile e all'epoca delle piene si misurano oltre 14 m.; la superficie complessiva del suo bacino è di 2.050.000 kmq. È navigabile lungo tutto il suo corso, ma, come per i suoi affluenti, ogni traffico rimane sospeso durante i mesi invernali, poiché il corso superiore tra il 15 e il 25 ottobre si congela, e a Blagoveščensk i ghiacci si formano fra il 22 ottobre e il 5 novembre. Il primo tentativo di istituire un servizio regolare di navigazione risale al 1844; prima della guerra mondiale erano in servizio, oltre alle barche da rimorchio, circa 108 piroscafi. L'Amur, che costituiva, prima del prolungamento, attraverso la sua vallata, della ferrovia transiberiana da vita a Vladivostock, l'unico mezzo rapido di comunicazione dalla Transbaicalia al Pacifico, rimane tuttora un buon mezzo complementare per ogni genere di trasporti. Con i suoi affluenti ha un'importanza capitale per lo sviluppo economico di tutta la regione, ricca di prodotti minerarî, come carbone, oro, ferro, e di riserve forestali, e per l'intensa colonizzazione slava. Questa fu iniziata dai Cosacchi, comandati a stanziarsi nella regione per assicurare le comunicazioni con Vladivostock. Nei primi anni dovettero lottare con difficoltà gravissime, data la scarsa conoscenza del paese, soprattutto lungo le rive dello Amur, dove, fra la fittissima vegetazione, uomini ed animali scomparivano e affogavano, mentre le inondazioni distruggevano i raccolti e le epidemie decimavano gli armenti. Con il loro sudore e il loro sangue i Cosacchi aprirono la strada agli altri coloni, rassegnandosi a un lavoro improbo che ne fiaccava la fibra, mentre donne e bambini morivano di febbri e di stenti. Tanti patimenti ebbero una ripercussione non solo sul morale, ma anche sul fisico, tanto che i Cosacchi dell'Amur si distinguono per la piccola statura, l'aspetto generale cadente, il viso ossuto e smunto. Ma la loro opera conquistò alla Russia una regione ricca e prosperosa, abitata da una popolazione di circa 900.000 ab., di cui il 65%, almeno, è rappresentato da Russi.

Bibl.: Atkinson, Oriental and Western Siberia, Londra 1858; Guide du Grand Chemin de fer Trans-sibérien, Pietroburgo 1900 (edizioni in russo, inglese e francese); Kramer, Sibirien, Lipsia 1900; H. Lansdell, Through Siberia; Nansen, Sibirien, Lipsia 1914.

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