ANATOLIO di Laodicea

Enciclopedia Italiana (1929)

ANATOLIO di Laodicea (o di Alessandria)

Alberto Pincherle

Nativo probabilmente di questa città, educato nel famoso Didaskaleion cristiano, aveva fondato in patria una scuola di filosofia (aristotelica). Nel 264, essendo in Palestina, fu trattenuto a Cesarea dal vescovo Teotecno; cinque anni dopo, mentre si recava al sinodo radunato in Antiochia per giudicare Paolo di Samosata, fu eletto vescovo, al posto del defunto amico suo Eusebio, dai fedeli di Laodicea, dove morì, dopo il 276. Sembra sia identico all'Anatolio, altrimenti ricordato come maestro di Giamblico.

Eusebio di Cesarea, al quale, insieme con S. Gerolamo, dobbiamo le notizie su di lui, lo dipinse come dottissimo: ma delle opere che compose non sappiamo nulla di preciso. Un suo libro di Introduzione all'aritmetica ('Αριϑμητικαὶ εἰσαγωγαί) è andato perduto, come l'opera teologica, Intorno alle cose divine (Περὶ τὰ ϑεῖα). Non è chiaro in che relazione stia il primo di questi scritti con il trattato sui primi dieci numeri (Περὶ δεκάδος καὶ τῶν ἐντὸς αὐτῆς ἀριϑμÎν; cfr. J. L. Heiberg, Anatolius sur les dix premiers nombres, Memoria, Parigi 1900, Mâcon 1901) in cui alle considerazioni matematiche si associano speculazioni mistico-mètafisiche, di tipo pitagorico. Sappiamo inoltre che, nel 276, compose un'opera intorno alla determinazione della data della Pasqua (Περὶ τοῦ πάσκα), questione allora assai dibattuta: Eusebio ne ha conservato un frammento. Nel 1634 il Bucher pubblicò, in Anversa, un Canon paschalis latino, in cui si ritrova lo stesso frammento: l'opera fu perciò ritenuta di Anatolio, ma si tratta d'una compilazione tardiva. I frammenti di A. sono in Patrol. Gr., X, col. 231 segg.

Bibl.: Eusebio, Historia eccles., VII, 32, 6 e 12-22; S. Girolamo, De viris inlustr., 73; per le opere matematiche di A., v. Hultsch, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., I, col. 2073 seg.; Heiberg, op. cit.; cfr. Heisenberg, in Byzantinische Zeitschrift, XI (1902), p. 677; O. Bardenhewer, Geschichte der altkirchlichen Literatur, II, Friburgo in B. 1914, p. 227 segg.; K. Praecther, Die Philosophie des Altertums, in F. Ueberweg, Grundriss der Geschichte der Philosophie, I, 12ª ed., Berlino 1926, p. 655 seg. e appendice bibliografica, pp. 155, 192, 200; Tannery, in Bulletin des sciences mathématiques, s. 2ª, IX, i, p. 266 segg. e XI, i, p. 192.

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