ANATOMIA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

ANATOMIA (III, p. 105; App. II, 1, p. 176)

Angelo BAIRATI

Il progresso dei mezzi tecnici di indagine, fattore fondamentale nell'evoluzione di tutte le scienze, ha introdotto anche nell'a., scienza morfologica relativamente statica, una notevole e rapida evoluzione: oltre all'apertura di nuovi campi di studio, si sono verificate sensibili modificazioni nella parte dottrinaria interpretativa indirizzata a identificare valore e cause determinanti le forme.

Il campo dell'a. macroscopica è stato meno toccato nelle linee generali e rimanere basato sul principio della scomposizione degli organismi negli organi e della raccolta degli organi nei sistemi ed apparati organici. I risultati di nuove indagini hanno più che altro condotto a modificazioni parziali di taluni indirizzi di studio e ad un diverso inquadramento generale della sistematica anatomica. È da segnalare per esempio che le esigenze della chirurgia moderna hanno richiesto un nuovo esame di taluni problemi di morfologia umana, già prima affrontati dallo studio del cadavere. Ciò è avvenuto in conseguenza delle possibilità fornite dalla fisiologia sperimentale di aggredire organi prima intangibili, come il cuore, i grossi vasi, il polmone ed il cervello: dette possibilità hanno richiesto all'anatomico più precise indagini topografiche onde facilitare l'accesso chirurgico agli organi. D'altro canto l'esplorazione delle attività funzionali degli organi dell'uomo, resa necessaria dalla diagnostica clinica, ha condotto a più approfonditi studî sugli aspetti morfologici degli organi in vivo con la conseguenza, già verificatasi in passato, di correggere la morfologia descrittiva cadaverica non sempre rispondente alla morfologia degli organi in vivo.

Tali sono state le ricerche sulla morfologia dei vasi e delle cavità cardiache, condotte con il loro cateterismo, le indagini radiologiche stratigrafiche che hanno trasformato la precedente anatomia radiologica planimetrica in una più corretta morfologia tridimensionale. È da aggiungere inoltre che le ricerche condotte su un numero molto elevato di soggetti, hanno notevolmente ampliato le valutazioni statistiche sulla forma, volume, ordine di grandezza dei diversi organi, modificando quindi taluni capitoli dell'anatomia quantitativa.

Conoscenze di maggiore importanza sono derivate dalle possibilità di intervento chirurgico sul sistema nervoso centrale dell'uomo. Lo studio morfologico delle conseguenze di interventi di amputazioni e resezioni del cervello, i confronti dei dati morfologici con le emergenze fisiologiche cliniche postume alle operazioni, il confronto tra dati morfologici e risultati funzionali ottenuti dalle stimolazioni elettriche eseguite sull'encefalo scoperto durante gli interventi, hanno permesso una più esatta dimostrazione nell'uomo delle modalità di collegamento dei centri più elevati del diencefalo e del telencefalo. Non vi è dubbio che le conoscenze attuali sulle localizzazioni corticali, sulle modalità di collegamento dei nuclei del talamo e del corpo striato, sono in gran parte dovute alle possibilità di studio fornite dalla chirurgia moderna.

Nella morfologia sperimentale, capitolo dell'a. indirizzato a studiare le cause determinanti le forme, nuove metodiche hanno realizzato rapidi progressi allargando ad organi ed organismi indagini sperimentali prima condotte prevalentemente sugli embrioni. In questo campo è da rilevare che logiche interpretazioni delle cause di molte malconformazioni congenite nell'uomo sono dovute alla dimostrazione dei fattori che determinano e guidano la morfogenesi normale. Altro capitolo che ha avuto grande sviluppo sperimentale è stato quello dello studio di aspetti morfologici di organi endocrini: le ricerche hanno dimostrato quale grande importanza abbiano i meccanismi di correlazione umorale nel regolare, determinare, conservare, modificare le forme in tutte le età della vita dell'uomo.

I risultati ottenuti dalla morfologia sperimentale hanno avuto grande importanza dottrinaria, perché hanno permesso la identificazione di taluni principì causali generali che hanno il valore di leggi applicabili a tutti gli organismi. Si deve per esempio osservare che l'a. costituzionalistica è passata da una pura descrittiva morfologica, all'inquadramento dei tipi umani in base alla dimostrazione dei fattori causali determinanti le forme esterne. Questa è la ragione per la quale per esempio si parla oggi più di costituzioni neuro-endocrine, che non di tipi morfologici, sottolineando il fatto che fattori primitivi specialmente endocrini e nervosi determinano e modificano le forme dell'individuo sin dal loro primo abbozzo e poi durante la morfogenesi e l'accrescimento. Lo sviluppo dottrinario che è derivato dalle indagini di morfologia causale ha permesso infine di uscire dal noto dilemma fra le dottrine deterministe e finaliste. Gli studî hanno infatti oggi dimostrato che le forme di tutti gli ordini di grandezza sono la conseguenza di una complessa interferenza di fattori diversi: taluni sono legati ed intrinseci alle matrici della determinazione embrionaria (e sono quindi determinati geneticamente), ma altri legati alle funzioni, ai rapporti reciproci degli organi e dei tessuti, sono secondarî e conducono a plasmazioni delle forme durante la morfogenesi e l'accrescimento. Non si possono oggi sostenere dottrine strettamente deterministe o finaliste, ma si afferma una più equilibrata ed intermedia tendenza basata su una legge generale di concorrenza armonica di fattori molteplici che determinano le forme.

Nei capitoli della a. microscopica, dell'istologia e della citologia, sono stati raccolti numerosissimi dati nuovi perché i nuovi metodi di indagine, principalmente quelli della microscopia elettronica e della indagine biofisica, hanno ottenuto l'apertura di campi di studio prima inesplorati. Mentre i dati analitici saranno esposti in altra sede (v. le voci citologia e istologia, in questa App.) sono qui da rilevare alcune conseguenze generali nel campo della disciplina madre.

L'apertura all'indagine morfologica di tutto il campo delle ultrastrutture o campo submicroscopico, prima studiato con mezzi indiretti ed oggi analizzato con le immagini dirette del microscopio elettronico, ha condotto l'a. fino al suo limite estremo: il potere risolutivo del microscopio elettronico infatti raggiunge l'ordine di grandezza delle macromolecole organiche, campo che viene studiato dalla morfologia chimica. Per la prima volta dunque nella storia, le discipline morfologiche hanno raggiunto il loro confine estremo di studio. In secondo luogo gli studi ultrastrutturali e molecolari, seguendo l'impostazione direttiva fondamentale della istologia che è quella di accostare strettamente forme e funzioni, hanno condotto ad una migliore interpretazione del valore funzionale delle strutture di tutti gli ordini di grandezza sino ai valori molecolari: si tenga infine presente che lo studio sulle caratteristiche delle molecole e sulle loro modalità di aggregazione legate alle proprietà chimicle, ha aperto un nuovo campo nella interpretazione dei fattori intrinseci molecolari che determinano la organizzazione di molte strutture.

In tutti questi dati è facile riconoscere un denominatore comune che caratterizza la fase evolutiva attuale della disciplina.

L'a. è uscita da una fase strettamente analitica descrittiva, che fu una fase transitoria di raccolta obbiettiva di dati, per sviluppare la parte principale cioè l'interpretazione del valore delle forme e la determinazione delle cause formative. La dimostrazione di principî o leggi generali morfologiche, la dimostrazione delle cause delle forme, la sistematica applicazione agli studî morfologici di tecniche più rigorose e precise, stanno togliendo all'a. quel carattere di empirismo descrittivo d'approssimazione che pareva insito nelle discipline morfologiche, avvicinandole quindi alla configurazione dottrinaria e metodologica delle scienze esatte come la fisica e la chimica. Deve però essere messo in rilievo che non si tratta di una fase rinnovatrice, perché la parte dottrinaria interpretativa è insita nella disciplina, dato che essa è una scienza che si propone la conoscenza delle forme, anche se questo traguardo non ha potuto talora essere raggiunto per mancanza di dati obiettivi.

L'affermazione e lo sviluppo degli indirizzi interpretativi sono visibili in tutti i campi: nella stessa a. macroscopica, la suddivisione degli apparati della sistematica anatomica è oggi guidata da criterî raggruppativi interpretativi funzionali. Si riconoscono ad esempio i grandi gruppi degli apparati della vita di relazione e della vita vegetativa: i primi comprendono i sistemi nervosi centrale e periferico, gli organi di senso e l'apparato locomotore che raggruppa sotto questo termine, dettato dalla funzione, i precedenti sistemi osseo, muscolare ed articolare. Gli apparati della vita vegetativa corrispondono al capitolo prima indicato con il termine di splancnologia.

Ancor più facile è rintracciare questi indirizzi nei campi della a. microscopica e submicroscopica, dove la stessa natura degli studî è strettamente legata alla identificazione dei rapporti tra forme e funzioni, e dei meccanismi istogenetici.

Si deve però rilevare che l'affermazione di questi indirizzi ha introdotto nell'a. alcune importanti modificazioni sia concettuali sia metodologiche. Molte metodologie della indagine attuale morfologica presentano un evidente distacco dalla classica descrittiva delle forme: ciò è ben visibile nell'indagine radiologica in vivo, negli studî del campo ultrastrutturale, nelle indagini sperimentali, perché tutti questi metodi conducono alla conoscenza delle forme o tramite la valutazione di dati indiretti, o tramite le seriazioni di immagini a stadî diversi di attività. In altre parole, con questa metodologia non ci si serve di immagini statiche come avviene nella classica metodologia descrittiva, ma le forme vengono ricostruite e dedotte o dalla seriazione di immagini o tramite la valutazione di dati indiretti. In certi casi, come nella valutazione delle forme del livello molecolare, dove la evoluzione delle strutture è assai rapida, la immagine statica non ha valore interpretativo e le forme vengono concepite come atteggiamenti evolutivi fra diversi stati o fasi con una mentalità chiaramente relativista.

Non è necessario sottolineare come questa evoluzione si distacchi dalle rigide primitive concezioni dell'a. come disciplina legata alla pura valutazione delle immagini statiche, ed appare chiaro che il termine "anatomia" in stretto senso etimologico è poco corrispondente alla configurazione attuale della scienza delle forme. Bisogna assegnare al termine un valore più lato, perché esso esprime uno dei principi generali della metodologia morfologica, quello della scomposizione in parti degli organismi e loro costituenti, procedimento che può essere eseguito sia con il classico metodo della dissezione cadaverica o in vivo, sia con i diversi e complessi micrometodi della morfologia sperimentale e degli studî ultrastrutturali.

Il grande sviluppo delle scienze morfologiche e l'apertura di nuovi campi di studio hanno certamente allargato molto il patrimonio delle conoscenze e posto gravi problemi circa l'inquadramento delle cognizioni da introdurre nell'insegnamento particolarmente universitario. Vengono oggi consigliati da un lato la creazione di nuove sottobranche specializzate dall'a., ed inoltre una selezione dei dati da sottoporre all'insegnamento in base ad un criterio principalmente selettivo interpretativo, mettendo in evidenza i dati essenziali utili per le interpretazioni causali e funzionali. Questo indirizzo che si è già affermato ormai anche nella moderna trattatistica modifica notevolmente l'insegnamento anatomico: esso acquista oggi un carattere interpretativo e formativo, utilissimo per la mentalità per esempio del medico, correggendo quel carattere analitico sistematico prevalentemente informativo che ha caratterizzato l'insegnamento dell'a. nel secolo scorso.

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