ANAXAGORAS. - 1

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

ANAXAGORAS (᾿Αναξαγόρας)

P. Orlandini

1°. - Bronzista greco di Egina, attivo nei primi decennî del V sec. a. C. Eseguì in Olimpia, per conto dei Greci vincitori a Platea (479 a. C.), una statua in bronzo di Zeus alta dieci cubiti e volta verso oriente (Paus., v, 2, 1; Herod., ix, 81. La base dello Zeus fu riconosciuta dal Doerpfeld in una grossa base quadrangolare situata a S-E del tempio di Zeus, fra il tempio stesso e il Bouleutèrion, 5 m a N dell'antico muro dell'Altis. Restano le tracce di fissaggio per una statua in bronzo e, nel gradino inferiore della base, un incasso che si suppone quello della stele in bronzo collocatavi in un secondo tempo da Ateniesi e Spartani in occasione della pace dei trenta anni, nel 446 a. C. (Paus., v, 23, 3). Vi è però da notare che la base non conserva traccia dell'iscrizione con i nomi degli alleati di Platea, espressamente ricordata da Pausania. Diogene Laerzio ricorda poi A. quale artista citato da Antigono Caristio nei suoi scritti di storia dell'arte. Senza dubbio, quindi, A. doveva avere una certa fama e importanza. Il gusto dei colossi in bronzo era tipico della scuola di Egina e, quanto allo stile o, meglio, all'atmosfera artistica in cui operò A., dovremo farlo rientrare nell'ambito della produzione eginetica del primo trentennio del V sec. a. C. di cui ci sono note varie opere, prime fra tutte le celebri sculture del tempio di Afaia. Un epigramma dell'Antologia Palatina (vi, 139) ci ricorda, infine, un altro donario di soggetto imprecisato, eseguito da A. per conto di un certo Praxagoras figlio di Lykaios.

Bibl: J. Overbeck, Schriftquellen, 533-536; W. Doerpfeld, Olympia, Berlino 1935, I, p. 86; II, p. 78; W. Amelung, in Thieme-Becker, s. v.; Ch. Picard, Manuel, II, pp. 71, 220.

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