CASTELLI, Andrea

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 21 (1978)

CASTELLI (de Castellis, de Castello), Andrea (Andreas Ioannutii de Interamna)

Luisa Miglio

Figlio di Giannuccio (Vannuccio), nacque a Terni intorno alla metà del sec. XIV. Fino al 1407 è registrato nei documenti con il solo patronimico. Tra le notizie estremamente contraddittorie che lo riguardano, la prima riferibile con buona certezza è del 1379, quando risulta aver ricoperto la carica di podestà di Fermo nell’anno in cui, cioè, quella città si sollevò contro la tirannia di Rinaldo da Monteverde. La successiva è dell’anno 1390 quando, essendosi ribellato il castellano Giuliozzo da Bracciano, custode di una delle più importanti roccaforti temane, quella di Colleluna, il C. collaborò a scacciare il ribelle ricevendo come ricompensa l’incarico della custodia della rocca con un salario di dodici fiorini al mese, ma con l’obbligo di riconsegnarla a fine anno e di fare un inventario delle cose in essa esistenti. Tale custodia gli fu in seguito prorogata per altro tempo almeno fino al 1395, con una riduzione del salario da dodici a dieci fiorini. Creato podestà di Perugia nel 1401, vi si trasferì il 20 novembre di quell’anno al seguito di Giannello Tomacelli, fratello di papa Bonifacio IX e capitano generale della Chiesa, il quale entrava in Perugia come rappresentante del pontefice in ottemperanza alle disposizioni del trattato di pace tra la città e il Papato dopo il dominio visconteo. Nel 1407 i Priori e i dodici cittadini incaricati di eleggere il podestà di Terni per il semestre che cominciava il 1° dicembre gli affidarono l’incarico, ma non è certo che il C. l’abbia accettato e l’abbia effettivamente ricoperto. Creato podestà di Siena, risulta aver esercitato tale ufficio per il periodo agosto 1408 – marzo 1409; verosimilmente è subito successiva a tale avvenimento la partecipazione, con un ruolo ed una posizione ora per noi difficilmente determinabili, al conflitto tra Ludovico II d’Angiò, gonfaloniere della Chiesa, e Ladislao re di Napoli. Nel 1411, per far fronte agli oneri della milizia assunta in data imprecisata, ma con buona probabilità intorno al 1408, ottenne da papa Giovanni XXIII 300 fiorini dalle entrate di Terni che, sottomessasi alla Chiesa dopo la sconfitta di Ladislao a Roccasecca nel maggio di quell’anno, aveva stretto patti e capitolazioni col cardinale Oddone Colonna.

Le successive vicende e la morte stessa del C. appaiono collegate con l’attività militare di Braccio da Montone, che nel 1416 aveva invaso il territorio di Temi. Una tradizione tanto diffusa quanto poco documentabile vuole infatti che il Fortebracci abbia barbaramente ucciso il C. e tre suoi figli attirandoli con l’inganno nella rocca di Colleluna poco prima del giugno 1417. Tale versione, che contrasta con la documentata sopravvivenza del C. e dei figli Galeotto e Iannotto nel giugno del 1417 e ancora nell’ottobre, quando, a dì 31, il C. stipulò un atto di compera con il priore della chiesa di S. Maria, Iorio Rapazzi (Mathialito, pp. 48 s.), sembra concordare, ma non nella cronologia., con quanto si legge negli Annali di Spoleto il cui autore genericamente sostiene che “a dì 23 novembre 1417 Braccio andò a Terrani e mandò per Messer Andrea di Iohannuccio de Terrani e per tre figlioli e mandolli allu cassarti de Nargni et poi se partì de Terrani” (Zampolini, Annali di Spoleto, p. 147).

Secondo il Grassini, il C. e i figli furono sepolti nella chiesa temana di S. Andrea, andata completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale. Si ha notizia del matrimonio del C. con una certa Pellegrina di casato ignoto, la quale nell’anno 1409 stipulò, come moglie di Andrea, un contratto di compera con tali Caterina e Giovanni. Risulta, inoltre, che il già citato figlio del C., Galeotto, divenne familiaris di re Ladislao e ambasciatore presso la sua corte. Con decreto dei 17 aprile 1414 da Roma, rione di Trastevere, Galeotto fu investito dal re dei castelli di Perticara e Rocchette che Ladislao donava ai Temani. Ricordiamo qui, infine, due nipoti del C.: Bemardo, figlio di Pistacchio, che nel settembre del 1417 fu inviato dai Ternani a Braccio come loro rappresentante per la risoluzione della lite sorta con i Reatini sulle acque del fiume Velino; e Andreasso, figlio di Iannotto, che nel 1424 nei pressi dell’Aquila avrebbe provocato la morte di Braccio già moribondo vendicando, così, la morte del padre e del nonno.

Fonti e Bibl.: Roma, Bibl. univ. Alessandrina, Misc. prof., ms. n. 102, p. IV: G. Castelli, Vite dei Santi dell’Ill.ma città di Terni, c. 733rv; Bibl. Ap. Vaticana, Vat. lat. 9788: F. Cantelori, Della famiglia Castelli di Terni, cc. 133r-145v; Ibid., Ottob. lat. 2456, pt. II: Scrittura in lingua ternana circa la nobiltà della famiglia Castelli, cc. 328r-332v; A. Baronius, Annales eccles., XV, Romae 1622, ad annum 1424, nn. 6-7; Framm. degli Annali di Spoleto di Parruccio Zampolini, a cura di A. Sansi, Foligno 1878, p. 147; L. Silvestri, Collez. di memorie storiche tratte dai protocolli delle antiche riformanze di Terni dal 1387 al 1816, Rieti 1856, pp. 6-13; Archivio di Stato di Siena, Inventario del Consiglio generale del Comune di Siena, Roma 1952, pp. 39-40, 118; F. Zazzera, La famiglia dei marchesi Castelli Principi già della regione nerina nell’Umbria, Roma 1611, s. v.; S. Bonini, Signa, stemmata, elogia Castellae gentis, Forolivii 1626, pp. 16-17; Risposta in difesa delli signori marchesi Castelli di Terni, Roma 1640, pp. 26-30 e passim; A. Mathialito, Apologia divisa in tre parte..., Messina 1644, pp. 48-67, 70-84, 88-98, 200-203; P. Pellini, Dell’historia di Perugia, II, Venezia 1664, p. 140; A. T. Sciarra, Della famiglia Castelli..., Milano 1678, pp. 26-27; R. De Minicis, Serie cronol. degli antichi signori, de’ podestà e rettori di Fermo, Fermo 1855, p. 25; F. Angeloni, Storia di Terni, Pisa 1878, pp. 183, 196-199, 499-500; E. Rossi Passavanti, Interanma dei Naarti, storia di Terni nel Medio Evo, II, Orvieto 1933, pp. 387, 396-398, 400-401, 407, 409-411, 424, 432; A. Pozzi, Storia di Terni dalle origini al 1870, Spoleto 1939, pp. 118-119, 125, 130, 133; P. Grassini, Antiche chiese scomparse e chiese restaurate nel dopoguerra in Terni, in Bullett. d. Deput. di stor. patr. per l’Umbria, LVII (1960), p. 72; G. B. di Crollalanza, Diz. stor.-blasonico, Bologna s. d. (ma 1965), sub voce.