FERRANNINI, Andrea

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 46 (1996)

FERRANNINI, Andrea

Mario Crespi

Nacque a Benevento, da Antonio e da Generosa Rummo, il 27 marzo 1864. Studiò medicina e chirurgia all'università di Napoli, allievo di importanti maestri quali A. Cantani, P. Castellino e G. Rummo. Completò la propria formazione a Parigi, presso celebri scuole: l'Istituto di fisiologia di Ch.-R. Richet, la clinica neurologica di J.-M. Charcot, la clinica medica di G. Hayem. Avviatosi alla carriera universitaria, ebbe alcuni incarichi di insegnamento nelle università di Napoli, di Pisa e di Palermo; nel 1907 ottenne la direzione della cattedra di patologia e clinica medica nell'università di Camerino, che resse fino al 1917. Successivamente, su chiamata dei professori dell'università di Napoli, iniziò a svolgere annualmente nella libera scuola medico-chirurgica napoletana corsi privati, che furono sempre molto seguiti.

Clinico di solida impostazione fisiopatologica, il F. fu considerato il continuatore dell'opera del Rummo, del quale era nipote. Seguace della dottrina delle combinazioni morfologiche di A. De Giovanni (cfr. voce in questo Dizionario), fuun convinto cultore dell'antropologia clinica. Si interessò di tutti i campi della clinica medica, recando validi contributi e dando alle stampe un gran numero di lavori.

Vanno anzitutto ricordati gli studi condotti con il Rummo sulle aritmie cardiache, valido esempio di applicazione del metodo sperimentale e della documentazione grafica all'indagine clinica, quasi un'innovazione per la cardiologia dell'epoca (Semiologia e patogenesi delle aritmie. Ricerche di fisiopatologia sperimentale, in La Riforma medica, 111 [1887], pp. 1652 s., 1658 ss., 1664-1667, 1670 ss., 1676 ss., 1682 ss., 1688 s., 1694-1697, 1700 ss., 1706-1709, 1712 s.). Ancora in collaborazione col Rummo studiò poi l'azione dei farmaci cardiocinetici, che distinse in due grandi gruppi: diretti, comprendenti i miocardiocinetici ad azione pressoché esclusiva sul miocardio e trascurabile sui nervi, i mioneurocardiocinetici ad azione combinata sul miocardio e sui nervi, i neuromiocardio-cinetici ad azione prevalente sui nervi e secondaria sul miocardio; indiretti, rappresentati dai neurocardiocinetici in grado di agire sul sistema nervoso e, solo attraverso questo, sulla funzione cardiaca (Azione biologica comparata dei farmaci cardiaci e azione terapeutica dello strofanto e della strofantina, ibid., IV[1888], pp. 901 ss., 907 ss., 913 s., 920 s., 926 s., 932-935, 938 ss., 944 ss., 950 s., 956 ss., 962 ss., 968 s., 974 s., 980 s., 986 s., 992 s., 998 s., 1004 s., 1010 ss., 1016 ss., 1022 ss., 1028 ss., 1034 ss., 1040 s., 1046 ss., 1052 ss., 1058 ss., 1064 ss., 1070 ss., 1076 s., 1082 ss., 1088 s., 1094 s.). Sempre nel settore della patologia cardiovascolare meritano ancora di essere ricordati altri geniali contributi del F.: la descrizione di un segno utilizzabile per la diagnosi degli aneurismi aortici, individuato per mezzo di un tracciato registrato con un nuovo apparecchio denominato aero-aneurismografò (Un segno grafico importante per la diagnosi degli aneurismi intracavitari. Ricerche cliniche e sperimentali, ibid., III[1887], pp. 530 s., 536 s., 542 s., 548 s., 554 ss., con G. Rummo); il tentativo di applicazione della fonografia allo studio del, cuore, per il quale incontrò difficoltà inerenti alla scarsa sensibilità dell'apparato registratore che lo indussero a chiedere delucidazioni e consigli a T. Edison (Primi tentativi di fonocardiografia, ibid., XIV[1898], 2, pp. 687 s.); soprattutto la descrizione della sindrome di ipotensione arteriosa cronica idiopatica, che chiamò angioipotonia costituzionale (L'arteroipotensione cronica. Studio..., in La Medicina italiana, I[1903], pp. 374-90, 410-24, 441-50, 463-74; Ilsecondo tono aortico nell'angioipotonia costituzionale, in La Clinica medica ital., XLIII[1904], pp. 684-695; Sull'angio-ipotonia costituzionale, in Atti d. Acc. medico-chirurgica di Napoli, n. s., LIX [1905], pp. 110-118; Angiohipótonia constituciónaly arteriohipótensión permanente idiópatica, in Semana médica [Buenos Aires], XXXVIII [1931], pp. 662-667; Constitutional angiohypotony, or idiopatic permanent artero-hypotension, in The Lancet, CCXX[1931], pp. 1131 s.; L'autonomie clinique de l'angiokypotonie constitutionnelle, in La Presse médicale, XXIX[1931], pp. 771 s.; Konstitutionelle Angiohypotonie und chroniche idiopatische arterielle Hypotension, in Zeitschrift für Kreislaufforschung, XXIII[1931], pp. 547-557). In realtà, la sindrome di ipotensione arteriosa cronica non associata ad altri stati patologici, che il F. descrisse come propria di individui longilinei microsplancnici con abito astenico, non ha ricevuto la conferma di entità nosologica a sé stante, in quanto gli elementi sintomatici che la caratterizzerebbero si possono riscontrare in vari altri stati morbosi; secondo alcuni autori, anzi, è addirittura eccezionale che uno stato di ipotensione permanente sia tanto accentuato da dominare il quadro clinico. Importante fu la separazione dal gruppo degli ipogenitalismi, effettuata dal F. in collaborazione col Rummo, di una rara forma di ipogonadismo associato ad alterazioni seniloidi della cute e ad aspetto vecchieggiante del viso e dell'intera figura, a carattere ereditario (Xeroderma genito-distrofico; nuova entità clinica, in La Riforma medica, XIII [1897], pp. 340-343, con G. Rummo; Forme anomale della nuova entità clinica: il geroderma genito-distrofico, in IlPoliclinico, V [1898-99], Suppl. pp. 225-228):la sindrome, che i due autori denominarono geroderma genito-distrofico e che fu subito conosciuta come malattia di Rummo-Ferrannini, fu successivamente inquadrata da N. Pende nel capitolo degli eumicoidismi.

La tubercolosi rappresentò un altro interesse di studio caro al F., che si occupò della etiopatogenesi della malattia, dei suoi quadri clinici, della sua terapia: descrisse le distrofie della prima infanzia causate da infezioni tubercolari croniche o lente, che determinano maggiore morbilità e più bassa mortalità (La para-tubercolosi, in IlTommasi, I [1906], pp. 377-380);illustrò dettagliatamente le forme larvate della malattia nelle varie localizzazioni (Le tubercolosi larvate, lezioni raccolte da E. Lombardi, ibid., V [1910], pp. 481-486, 577-584, 625-629, 722 ss., 817-822; VI [1911], pp. 83-89, 97 ss., 145-151, 169-173, 193-200, 217-221 313-317, 594-597; Les tuberculoses larvées; formes larvées de l'appareil pulmonaire, in Répert. de médecine intern., III [1913], 25, pp. 11-17; Les tuberculoses larvées; formes larvées bacillémiques, ibid., 26, pp. 9-15);studiò i rapporti tra costituzione individuale e sviluppo della malattia e le modalità del suo contagio (Ilsignificato dell'abito tisico, in Medicina pratica, IV [1919], pp. 151-159; Predisposizione - Eredità - Contagio nella tubercolosi, in La Riforma medica, XLIV [1928], pp. 1618-1622);studiò i bacilli tubercolari granuliformi, che propose di denominare "granulazioni di Schron-Mircoli" dagli autori che per primi li avevano individuati (La forma granulare del bacillo tubercolare, ibid., XXXV [1919], pp. 282 ss. e in Boll. d. Soc. eustachiana, XVII [1919], pp. 1-12);raccomandò la terapia climatica e un efficace piano di lotta nazionale contro la malattia (L'elioterapia nelle manifestazioni interne della tubercolosi, in La Riforma medica, XXXIX [1923], pp. 457-460; Le direttive della medicina italiana nella lotta antitubercolare, ibid., XL [1924], pp. 865 ss.).

Tra i vari studi del F. meritano anche di essere ricordate le sue osservazioni sulle anomalie del ricambio glicidico, che lo condussero all'interpretazione patogenetica delle glicosurie renali e all'individuazione della presenza di glucosio nella saliva (Contributo sperimentale sul significato delle glicosurie dette renali, ibid., XXX [1914], pp. 232-235; Diabete zuccherino salivare senza glicosuria, in Il Tommasi, II[1907], pp. 776 s.; Glucosialia e glucoscialorrea, in La Riforma medica, XLIV [1928], pp. 1543 s.). Infine occorre ricordare anche gli studi che il F. condusse sulla costituzione individuale e sulle sue anomalie (L'antropologia clinica, in IlPoliclinico, VI [1900], Suppl., pp. 1217-1221; I criterii della robustezza personale, in IlTommasi, II [1907], pp. 625-629, 649-653; Biologia delle anomalie costituzionali, ibid., V[1910], pp. 25-30, 97-104).

Oltre ai lavori scientifici ricordati, il F. pubblicò anche monografie e trattati che ebbero un buon successo, dei quali si ricordano: Idisordini della funzione intestinale. Patogenesi, diagnosi e terapia, Pisa 1894; Manuale tecnico di dietetica, idrologia, balneologia, climatologia, Napoli 1895; Prontuario di medicina interna (Semeiottica. Patologia. Clinica. Terapia), ibid. 1927; Le colonie marine e montane, ibid. 1929; Patologia speciale medica. Epitome ad uso dei medici e degli studenti, Roma 1930. Una particolare menzione, infine, merita il suo libro Medicina italica (Priorità di fatti e di direttive), nel quale rivendicò a illustri medici italiani la priorità di alcune scoperte, che fu edito a Milano nel 1933 e nel 1935, e per il quale ricevette il premio della R. Accademia d'Italia.

Figura nota negli ambienti medici nazionali e internazionali, il F. fece parte del Consiglio direttivo della Federazione per la lotta contro la tubercolosi e della direzione dell'Associazione nazionale di idrologia e climatologia; nel 1924 rappresentò l'Italia al congresso internazionale della tubercolosi a Char'kov; nel 1925 organizzò e diresse a Napoli il I congresso nazionale antitubercolare; nel 1929, al congresso medico dell'università di Montpellier, nel quale fu ricordato il suo contributo alla conoscenza dell'angioipotonia costituzionale, venne eletto dal Senato accademico membro della locale Accademia di scienze e lettere. Fu responsabile della redazione de La Riforma medica dal 1894 al 1898, quando la rivista era ancora un quotidiano, e poi ininterrottamente dal 1917. Nel 1894 aveva fondato il periodico L'Italie médico-chirurgicale, destinato a diffondere in campo internazionale i Progressi della medicina italiana.

Morì a Napoli il 30 genn. 1939.

Fonti e Bibl.: Necrol., in Annali d'igiene, XLIX (1939), p. 196; in Atti e memorie d. Acc. di storia dell'arte sanitaria, s. 2, V (1939), p. 162; in La Riforma medica, LV (1939), 1, pp. 203 ss.; in Nicia, IX (1939), p. 13; in IlPoliclinico, sez. pratica, XLVI (1939), p. 468. Per le scienze mediche italiche, in Acta medica Italica, XV (1948), pp. 41 ss.; La commemor. di A. F., in La Riforma medica, LXIII (1949), pp. 617 s.; G. Pezzi, Maestri scomparsi: ricordo di A. F., in Annali di medicina navale e coloniale, LV (1950), pp. 109-112; G. P. Arcieri, Figure della medicina ital. contemporanea, Milano 1952, pp. 79, 86, 133, 291, 295 ss. Per le notizie riguardanti il geroderma genito-distrofico e l'angioipotonia costituzionale cfr. anche Encicl. medica ital., VII, col. 113, sub voce; I, col. 2294, sub voce Angioipotonia e VIII, col. 487, sub voce Ipotensione arteriosa; Trattato ital. di medicina interna, diretto da P. Introzzi, VI, 2, Firenze-Roma 1965, pp. 1291 s.

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