TARKÓVSKIJ, Andrej Arsen'evič

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

TARKÓVSKIJ, Andrej Arsen'evič

Gian Luigi Rondi

Regista del cinema sovietico, nato a Zavrož'e (Ivanovo) il 4 aprile 1932. Nel 1962, il suo saggio di diploma all'Istituto di cinematografia di Mosca, il mediometraggio Katok i skripta (Il rullo compressore e il violino), presentato a New York al Festival del film per studenti, lo rivela già un assertore ispirato e sincero di un cinema di poesia, estraneo ai modi e agli schemi correnti del "realismo socialista". Questa sua tendenza trova immediata conferma nel suo primo lungometraggio subito premiato alla Mostra di Venezia con il Leone d'oro, Ivanovo detstvo (L'infanzia di Ivan), 1962, meditazione accorata e struggente, con tecniche narrative insolite, su un bambino travolto dalla guerra. Cui segue, sulla stessa linea, ma anche con una maggiore libertà di linguaggio e una coralità così fiammeggiante da ricordare per un verso i film di Eisenstein e per un altro quelli di Dovzhenko, Andrej Rublëv, 1968-71, salutato al Festival di Cannes del 1969 come una rivelazione. Non smentita e anzi via via sempre più accreditata dai film successivi: Soljaris (Solaris), 1972, che prende a pretesto un romanzo di fantascienza per un'introspezione che riesce a trasformare il cinema, con meditato intimismo, in un sottile e travagliato esame di coscienza: Zerkalo (Lo specchio), 1975, in cui una rilettura della propria infanzia, specie nell'ambito dei rapporti familiari, trasforma l'autobiografia in una vera e propria poetica della memoria; con uno stile particolarmente elaborato e complesso, in lirico equilibrio fra dato reale e immaginato; e finalmente Stalker (Quello che si avvicina di soppiatto), 1979, un film dallo stesso T. definito "di azione interiore", costruito ancora una volta, con splendidi ardimenti linguistici, sui meccanismi più insondabili e segreti del cuore umano; quelli che T. ha dimostrato di saper rappresentare con una tensione drammatica e un'ispirazione stilistica solo da pochi eguagliate nel cinema degli anni Settanta, di cui è certamente una delle voci più alte e più pure.

Bibl.: G. Buttafava, Il giovane cinema sovietico, in Bianco e Nero, Roma, n. 11, nov. 1966; J. Delmas, A. Tarkóvskij, in Jeune Cinéma, n. 42, nov.-dic. 1969; J. Vronskaya, Young Soviet Film Makers, Londra 1972; Z. Hegedűs, M. Kovács, Premier Plan. A. Tarkóvskij Vallomások és vélemények, in Film Kultúra, Budapest, n. 2, marzo-apr. 1973; S. Petraglia, A. Tarkóvskij, quaderno dell'AIACE, n. 16, 1973; I. Montagu, Man and Experience: Tarkóvskij's World, in Sight and Sound, primav. 1973; A. Tournès, A. Tarkóvskij, in Jeune Cinéma, n. 78, maggio 1974; A. Frezzato, A. Tarkóvskij, Firenze 1974, con filmografia e bibliografia; H. Marshall, A. Tarkóvskij, in Sight and Sound, primav. 1976 (sull'atteggiamento spesso negativo delle autorità cinematografiche sovietiche nei confronti dello stile di T.: Il tema principale: la contemporaneità, desunto da Iskusstvo kino, n. 4, Mosca 1975).

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