SACHAROV, Andrej Dmitrevič

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

SACHAROV, Andrej Dmitrevič

Domenico Caccamo

Scienziato e pubblicista russo, nato a Mosca il 21 maggio 1921, premio Nobel per la pace nel 1975. Laureato in fisica nell'università di Mosca (1942), lavorò nel dopoguerra con l'équipe di I. E. Tamm intorno alla teoria dei raggi cosmici, ai princìpi di realizzazione della bomba all'idrogeno, all'uso dell'energia nucleare per obiettivi industriali; nel 1953 divenne membro di pieno diritto dell'Accademia delle Scienze dell'URSS. Sebbene fuori del partito, S. aveva dunque acquisito i privilegi connessi a una posizione sociale di rilievo, quando, durante la campagna di destalinizzazione lanciata dal XX congresso, si dissociò dal ceto dirigente denunciando il pericolo degli esperimenti nucleari e della contaminazione radioattiva. Nel 1964 attaccò in sede accademica l'egemonia di T. D. Lysenko nelle scienze biologiche ed entrò in contatto con i fratalli Z̆ores e Roy Medvedev; nel 1966 firmò una lettera collettiva al XXIII congresso del PCUS sul culto della personalità; all'inizio del 1968 compose un saggio che circolò nel samizdat e fu presto pubblicato in Occidente (Progress, coexistence, and intellectual freedom, New York 1968; trad. it., Milano 1968), provocando il suo allontanamento dal lavoro scientifico. Egli indicava nella collaborazione effettiva delle due potenze mondiali la sola possibilità di salvezza dalla catastrofe della guerra nucleare, dell'esaurimento delle risorse mondiali e del dominio assoluto dei miti di massa; l'alternativa di un superamento della lotta ideologica e di una convergenza dei due sistemi politico-sociali poteva realizzarsi, invece, grazie al metodo scientifico, fondato sulla libertà intellettuale e applicato ai problemi della politica, dell'economia, dell'arte e dell'equilibrio strategico. Nel 1970 S. fondò un Comitato per la difesa dei diritti dell'uomo, che si richiamava alla dichiarazione approvata dalle Nazioni Unite nel 1948; da quel momento il suo dissenso divenne sempre più radicale. In una serie d'interviste e di appelli denunciò l'estrema monopolizzazione del potere economico, politico, ideologico dall'URSS e l'"egoismo classista" della sua direzione burocratica (intervista con O. Stenholm, corrispondente della radio svedesei 3 luglio 1973); modificò il suo giudizio originario sull'intrinseca aggressività della Cina maoista e respinse l'ipotesi di una distensione che non fosse accompagnata da un processo di democratizzazione interna dell'URSS. Egli ha confermato alcune sue idee fondamentali (collaborazione mondiale fondata sull'universalità del pensiero scientifico) e ha preso le distanze dall'indirizzo di A. I. Solženicyn, tacciato d'isolazionismo e romanticismo religioso-patriarcale; ma, al tempo stesso, ha accentuato il suo occidentalismo, identificando il regime sovietico con il centro d'irradiazione del totalitarismo nel mondo. È stato condannato dal Presidium del Soviet Supremo (22 gennaio 1980) al soggiorno coatto a Gor'kij e privato degli onori a lui concessi per meriti scientifici.

Bibl.: I principali interventi di S. sono stati raccolti in Sakharov speaks, New York 1974 (trad. it., Milano 1974); My country and the world, ivi 1975 (trad. it., Milano 1975); Odin god obščetsvennoj dejatel'nosti A. Sacharova, a cura di E. Jankelevic, pubblicato contemporaneamente da vari editori occidentali (trad. it. Un anno di lotta di A. Sacharov, Milano 1977).

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