ANDROCEO

Enciclopedia Italiana (1929)

ANDROCEO

Carlo Avetta

. 1. Neologismo formato sull'analogia di gineceo, per indicare quell'ambiente della casa greca, e più particolarmente della casa omerica, destinato ad accogliere gli uomini (v. andronitis).

2. Fin dal 1828 Röper designò con questo nome il complesso degli stami o microsporofilli di un fiore. Gli stami che compongono l'androceo sono disposti, sull'asse fiorale che li genera, o ad elica (Gimnosperme in generale) o a verticilli (Angiosperme in generale) e in quest'ultimo caso, in un fiore completo, l'androceo è collocato tra la corolla ed il gineceo. Il numero degli stami dell'androceo dei diversi fiori varia grandemente, da uno a moltissimi. Quando sono da uno a venti l'androceo prende rispettivamente il nome di mono- di- tri-.... icosandro; quando superano la ventina assume la qualifica generale indeterminata di androceo poliandro. Il numero degli stami ha servito di base a Linneo per costituire le prime tredici classi del suo famoso sistema sessuale di classificazione. Anche la lunghezza dei diversi stami d'uno stesso androceo può esser varia: se dei 4 stami che lo compongono, 2 son lunghi e gli altri 2 brevi (Labiate) si parla di androceo e stami didinami (Classe 14, Didinamia, di Linneo); se invece vi sono 6 stami, 4 lunghi e 2 brevi (Crocifere), androceo e stami si dicono tetradinami (Cl. 15, Tetradinamia, di Linneo). L'androceo può presentare i suoi stami tutti e completamente liberi, oppure più o meno estesamente saldati, sia tra loro, sia coi membri del fiore contigui ad essi, la corolla cioè ed il gineceo. La saldatura degli stami tra loro può effettuarsi per mezzo dei soli filamenti oppure delle sole antere; nel primo caso androceo e stami si dicono adelfi; nel secondo sinanterici o singenesiaci. L'adelfia (v.) può effettuarsi in tutta la lunghezza dei filamenti, o solo per una parte, anche minima, di essi e può dar origine ad un solo o a parecchi gruppi di stami nello stesso androceo indicati coi nomi: mono- di-.... poliadelfi (Cl. 16, 17, 18, Monadelphia, Diadelphia, Poliadelphia, di Linneo).

Nell'androceo singenesiaco, com'è quello delle Asteracee o Composte (Cl. 19, Singenesia di Linneo), gli stami hanno invece i filamenti liberi, ma le antere sono saldate tutte insieme a formare un tubo, o manicotto unico, attraversato dallo stilo. Eccezionalmente (Cucurbitacee, tribù Ciclanteree) gli stami hanno e filamenti e antere, concresciuti, o conglutinanti, a formare un androceo d'un sol pezzo che si dice sinandro. L'aderenza degli stami ad altri membri contigui del fiore è soprattutto frequente per la corolla gamopetala dove i filamenti concrescono per un tratto più o meno lungo col tubo di essa, tanto che la loro parte libera sembra nascere dal tubo corollino (Solanacee, Scrofulariacee, ecc.). L'aderenza a parti del gineceo è meno frequente e dà origine agli stami ginandrî (Cl. 20, Ginandria di Linneo), sia che si limiti alla concrescenza dei filamenti col peduncolo, o ginoforo dell'ovario (Passiflora), sia che l'unico stame fertile presente nel fiore concresca in tutta la sua lunghezza con lo stilo formando una colonnetta caratteristica detta ginostemio (Orchidacee).

L'androceo è stato chiamato isostemone quando il numero degli stami è uguale a quello dei petali (Cornus, Primula), anisostemone quando ne è disuguale tanto in più (Papaveracee) che in meno (Labiate, Valerianacee); aplostemone se gli stami sono in un sol verticillo (Lobeliacee); diplostemone se in due verticilli (Gigliacee, Berberidacee); polistemone se in più di due verticilli (Lauracee); obdiplostemone infine se gli stami del verticillo esterno anziché alternare coi petali, come di regola, sono ad essi sovrapposti (Geraniacee, Cariofillacee).

L'androceo manca del tutto o è rappresentato da rudimenti di stami nei fiori unisessuali femminei; altre volte è fatto in totalità o in parte da stami regrediti, sterili, o adattatisi ad altra funzione, che si chiamano staminodî.

Bibl.: J. A. C. Röper, De organis plantarum, Basilea 1828; J. B. Payer, Organogénie comparée de la fleur, Parigi 1857; A. Chatin, Sur l'androcée des Crucifères, Parigi 1862; T. Caruel, La Morfologia vegetale, Pisa 1878; A. W. Eichler, Blütendiagramme, Lipsia 1875-78; H. E. Baillon, Histoire des plantes, Parigi 1867-94; id., Dictionnaire de Botanique, Parigi 1876; Le Maout e Decaisne, Traité de Botanique descriptive et analytique, Parigi 1868.

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