Brofferio, Angelo

L'Unificazione (2011)

Brofferio, Angelo


Uomo politico e scrittore (Castelnuovo Calcea, Asti, 1802 - Locarno, Svizzera, 1866). Studente di giurisprudenza a Torino, tentò il teatro con successo: la sua tragedia Eudossia fu rappresentata al Teatro Carignano nel maggio 1825 e discreta fortuna ebbe tutta la sua produzione giovanile. Entrato in contatto con l’ambiente letterario milanese, romano e napoletano, Brofferio si dedicò sempre più intensamente al teatro e alla poesia pur avendo iniziato a esercitare l’avvocatura a Torino. Coinvolto nella congiura massonica dei Cavalieri della libertà, venne arrestato nell’aprile 1831 e scarcerato dopo alcuni mesi di detenzione. Nel 1835 iniziò la collaborazione al «Messaggiere del commercio» (poi, dal 1837, «Messaggiere torinese»), alternando a scritti polemici composizioni drammatiche. Molto fortunata fu la sua raccolta delle Canzoni piemontesi, uscita a Lugano nel 1839. Facilmente orecchiabili, scritte in un dialetto ricco e vivace, le canzoni esprimevano le sue convinzioni democratiche di chiara derivazione letteraria (Alfieri e Foscolo), con nuove venature sociali e un originale spirito polemico. Fautore tra i primi di una costituzione in Piemonte, fu eletto al Parlamento nell’aprile 1848 e rimase deputato fino alla morte con due brevi interruzioni nel 1853 e nel 1860. Abilissimo oratore, esponente di spicco della sinistra costituzionale piemontese, dopo l’armistizio Salasco sostenne la necessità di riprendere la guerra conto l’Austria. Avversario di Cavour, ne contrastò la politica economica e le alleanze internazionali: fu decisamente contrario alla guerra di Crimea e all’alleanza con la Francia. Nelle consultazioni del 1857, che videro il successo dei clericali, suscitò grande entusiasmo la sua rielezione nel collegio più aristocratico di Torino. Sempre all’opposizione, si batté per l’abolizione di tutti i privilegi, contro la pena di morte, la censura e per la libertà di stampa. Fu contrario allo spostamento della capitale a Firenze per paura che venisse accantonato il trasferimento a Roma. Tra le sue opere storiche ricordiamo: Storia del Piemonte dal 1814 ai giorni nostri (5 voll., 1849-52), I miei tempi (23 voll., 1857-64), Storia del Parlamento subalpino (6 voll., 1865-69), scritta su incarico di Vittorio Emanuele II.

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